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La città in cui vivere

Da Rossellamartielli
Ho sempre "scelto" le città in cui vivere in base agli obiettivi di studio o lavorativi che di volta in volta mi ponevo: sono andata a Urbino perché lì c'era la facoltà che avevo scelto, mi sono trasferita a Roma perché lì c'era il corso di specializzazione che desideravo frequentare, lì c'era l'agognato stage e poi un lavoro, per quanto precario e mal pagato. Non mi sono mai trovata davvero bene. Il periodo universitario è stato meraviglioso, certo, ma Urbino è divertente solo per po', perché è troppo piccola, offre poche prospettive... è una sorta di paese dei Balocchi che alla lunga sa di artificiale. Hai sempre la sensazione che il mondo reale sia fuori, che tutto quel folleggiare da una festa all'altra e vivere praticamente circondato da tuoi coetanei, anche se è divertente, alla lunga non porta a niente: è una tappa della vita, nulla di più. Bella ma precaria. La città in cui vivereE poi Roma... che ho odiato con tutte le mie forze. Non si offendano i romani, davvero non ho nulla contro la città, è solo che io proprio non posso viverci. Andarmene è stato meraviglioso. Di Roma ricordo quando mi svegliavo la mattina presto e dal mio appartamento (via Tiburtina) non si vedeva mai il sole, per capire che tempo faceva dovevo mettermi con naso all'insù e sperare che non piovesse, perché quando pioveva non smetteva più. Di Roma ricordo quando tornavo con la metro alle 9 di sera e i vagoni erano pieni di gente triste, dallo sguardo spento, stanca e stressata.Di Roma ricordo che le mattine libere andavo a correre nell'unico "parco" vicino casa, un fazzoletto di verde che conoscevo a memoria tante volte l'avevo percorso in lungo e in largo, piccolo com'era. Oggi sto per trasferirmi di nuovo, ma questa volta ho fatto la cosa contraria: ho scelto in base alla città; una scelta di cuore, se così si può dire. E mi sento ottimista!Voi che ne pensate? Come si fa a conciliare il lavoro con le esigenze di vita? Amate la città in cui vivete?

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