
Fili di fuori, tubi rugginosi, muri sbrecciati, rivestimenti sventrati. Mi aggiro per la metropolitana di Roma afflitta da pesantissimi lavori di ristrutturazione che la rendono sempre più simile a un remake di Mad Max girato al Cairo e popolato di zombie fantozziani (che saremmo noi viaggiatori). Gruppi di operai vanno e vengono pigramente fra le transenne e le impalcature, ormai siamo quasi alla pausa pranzo. Un qualche sindacato ha appeso dappertutto enormi cartelloni pubblicitari per protestare contro le morti sul lavoro, lo slogan che campeggia sui manifesti, drammatico ed enorme, è: «IL LAVORO MERITA DI PIU’ DELLA MORTE». Una coppia di operai si ferma a guardare il cartello. Uno dice all’altro: «Più de la morte? E che cce vonno aggiunge anche la tortura?»





