Magazine Maternità

La conchiglia di alessia pikata

Da Nina
Ci sono stati un po' di rallentamenti con la pubblicazione delle conchiglie, la vita è fatta anche di questo: di imprevisti, di soste, di frenate brusche, di accomodamenti. Soprattutto la vita di donne a cui è negata la certezza più grande: quella di poter generare e procreare. Incognite, incertezze, salti nel vuoto, cadute, risalite, pause, di questo è fatto il percorso di una diversamente fertile. Anche il procedere di questa sezione segue le orme dei vostri passi e riflette il movimento e le oscillazioni cui sono sottoposte le vostre vite. Qualcuna chiede di essere messa in sospeso, perché il momento delicato e confuso necessita silenzio, ascolto intimo e riflessione. Altre non rispondono, forse prese a rincorrere il sogno, a fare i conti con la delusione, a cercare di ricaricarsi e rigenerarsi. Io sono il tramite e se mi chiedete di attendervi, mi siedo e aspetto con voi, rispetto il vostro bisogno di chiusura. Se invece non mi rispondete provo a insistere ancora un po', vi cerco con voce amica, fino a che cedo e passo alla conchiglia successiva. Così trascorrono i giorni e le settimane, così sono arrivata a lei con un po' di anticipo sul suo turno: Alessia (Pikata 75).
La magia del web ci ha fatte conoscere e incontrare, in modo virtuale certo, ma non per questo meno vero e concreto della realtà e lei lo racconta così bene che quando lessi la sua mail per la prima volta ne rimasi incantata. Non sapere nulla di chi ti legge e poi scoprire che esiste e chi è, come ha vissuto le tue parole, cosa ne ha fatto dei tuoi racconti, come ha trasformato e interiorizzato il tuo vissuto ha dell'incredibile. Si può essere davvero vicinissime e intime senza neanche sapere l'una dell'esistenza dell'altra. La sua conchiglia è la dimostrazione che sapere che lì fuori, da qualche parte, c'è qualcuna come noi, che sente quel che sentiamo noi, può fare davvero la differenza in momenti cruciali e determinanti della nostra esistenza: colmare il vuoto, ridare forza e coraggio, tenerci compagnia, come farebbe una cara amica che non ci lascia sole nel momento del bisogno. La sua conchiglia è anche la testimonianza degli infiniti dubbi, delle remore e delle paure che costellano il cammino di una coppia diversamente fertile. Non smettiamo mai di interrogarci sul senso del nostro percorso, su cosa cerchiamo e vogliamo davvero.  Abbiamo continuato a scriverci, via mail e su twitter e così abbiamo anche scoperto di vivere nella stessa città. A breve ci incontreremo, finalmente. Per riconoscerci anche senza esserci mai viste prima, perché condividere la stessa esperienza di vita è questo che fa: unisce a filo doppio.
In bocca al lupo per domani Ale, che sia l'inizio di una nuova fase, di una rinascita, di una nuova Primavera.
LA CONCHIGLIA DI ALESSIA PIKATA
LA CONCHIGLIA DI ALESSIA PIKATA
LA CONCHIGLIA DI ALESSIA PIKATA Illustrazione di Francesca Ballarini
*
Cara Nina.....GRAZIE! Non puoi neanche immaginare quanto tu sia stata importante in questi giorni per me. Ti ho scoperto per caso al momento giusto, proprio quando l'ansia stava per prendere il sopravvento e sei riuscita a farmi superare tutto. Mi chiamo Alessia, sono di Roma e sono in piena stimolazione pre-ICSI! Ma andiamo con ordine: il grande amore della mia vita l'ho conosciuto a 17 anni ed è stato amore a prima vista! Siamo stati insieme due anni e mezzo e poi le nostre strade si sono divise. Io ho girato l'Italia per fare quello che ho sempre desiderato fare: l'atleta professionista di pallavolo. E ci sono riuscita con tanti sacrifici e rinunce ma anche con tante soddisfazioni. E poi dopo 6 anni ci siamo rivisti, per pochissimo, per poi perderci di nuovo. Solo nel 2006, dopo altri 4 anni abbiamo deciso di fare sul serio e così nel 2007 ci siamo sposati. Decidiamo di aspettare un anno e poi di cominciare a provare a fare un figlio. Nel 2008 iniziano i tentativi e subito le delusioni, mese dopo mese. E poi i primi esami, i ginecologi sbagliati, altri esami per scoprire alla fine che il problema erano, e sono le mie tube: completamente MORTE. Aperte ma morte. E qui comincia la mia ricerca maniacale su tutto ciò che riguarda l'infertilità: articoli, siti, blog, forum. Volevo sapere tutto sull'infertilità e sulla PMA. PMA: la prima volta che ho letto questa sigla non sapevo neanche cosa significasse mentre adesso sono un'esperta, sono preparatissima. Il mio ginecologo ci indirizza a Chieti perchè secondo lui a Roma non ci sono centri efficienti e così inizia la nostra avventura, fatta di una IUI e di una ICSI nel 2010 andate naturalmente male. Poi per due anni ci siamo fermati, io non volevo assolutamente avere più niente a che fare con ospedali, analisi, ormoni, forum, e tutto quello che mi ricordava la mia infertilità. In questi due anni sono successe tante cose importanti. Subito dopo l'ICSI andata male ho incontrato l'altro amore della mia vita: Cesare. Mi ha aiutato a superare quel brutto momento e mi ha salvato! Mi ha salvato la vita ed io lo ringrazierò per tutta la vita. E poi a giugno del 2011 sono arrivati loro: L. e F., due bambini che i servizi sociali ci hanno affidato per lungo tempo. Hanno 6 e 3 anni e sono due pesti che ci hanno cambiato la vita in positivo naturalmente. La nostra giornata è stata stravolta: non abbiamo più tanto tempo per noi ma abbiamo loro che ce la riempiono. 
Sono passati i mesi tra alti e bassi; con due bambini piccoli, Cesare (ti ho detto che è un cane?), il lavoro e il mio amore per Andrea siamo arrivati a luglio di quest'anno quando scopro che il centro di Chieti si era trasferito ad Ortona e noi, che comunque eravamo entrati in una lista d'attesa, ancora non eravamo stati chiamati. Non so cosa sia scattato in me: ho chiamato il centro ed ho chiesto come mai ancora non avevamo ricevuto una telefonata quando sapevo che già stavano chiamando chi era dopo di noi (i forum ti aiutano anche in questo). Si sono adoperati subito per darci un'appuntamento e così il 13 luglio, il giorno del nostro 5° anniversario di matrimonio abbiamo ripreso i contatti con la PMA. La visita è stata soprattutto l'occasione per parlare della precedente ICSI e di come, secondo me, ero stata sottoposta ad una stimolazione eccessiva che mi aveva provocato una quasi iperstimolazione, due polipi endometriali, tre noduli al seno (per fortuna benigni), ma soprattutto 18 ovuli di cui 3 fecondati e 15 buttati. Davvero uno spreco! Ti ho già detto che mi sento molto preparata su questo argomento, grazie naturalmente ad internet e alle esperienze di altre donne come me che si sono sottoposte alla PMA, per cui sapevo bene cosa stavo dicendo. Non ho mai avuto problemi di ovulazione e infatti ho risposto troppo alla stimolazione. I mesi successivi sono volati tra analisi da rifare e i bambini da gestire e finalmente siamo arrivati al giorno tanto atteso. Sabato 15 settembre abbiamo ricominciato con le punture, questa volta con un protocollo diverso (protocollo corto) e dosi di gonal-f dimezzate. E questa settimana sei comparsa tu e il tuo blog.  A differenza dell'altra volta che ci siamo mossi in camper e siamo rimasti li per una decina di giorni, questa volta dovevamo organizzarci diversamente per non sconvolgere troppo la vita ai bambini. Così abbiamo deciso che io avrei viaggiato con i mezzi, mentre Andrea sarebbe rimasto a Roma con i bimbi e il cane.  Mercoledì 19 settembre ho preso il pullman che mi ha portato a Pescara e poi da Pescara ad Ortona, ho fatto il primo monitoraggio e mi sono sentita dire che sarei dovuta tornare già il giorno dopo. Ho ripreso il pullman per Roma e appena sono arrivata a casa ho preparato i bagagLi per rimanere qualche giorno ad Ortona.  Così ho prenotato un B&B e il giorno dopo sono partita con un magone enorme.  Ebbene si, nonostante a 15 anni sia andata via di casa per la pallavolo, nonostante abbia girato tutta l'Italia senza problemi, mi ritrovo a 36 anni (37 il prossimo mese) a non saper gestire l'ansia del distacco.  Ed è qui che arrivi tu, con il tuo blog e le tue amiche. Vi ho scoperto per caso, mentre cercavo su google una risposta ad un mio dubbio su un medicinale. Se andate su google e digitate: Cetrotide e gonal f allo stesso orario? vi escono diverse risposte e alla settima riga ci siete voi. Ho cliccato sopra sperando di trovare una risposta alla mia domanda ed è praticamente da giovedì che non riesco a smettere di leggervi! Mi avete fatto compagnia in questi giorni e sono riuscita a superare diverse paure che mi porto dietro da un po'. Non avrei mai immaginato di poter passare tre giorni da sola in una città sconosciuta e ci sono riuscita grazie a voi e grazie a te Nina che avete riempito quel vuoto che avevo dentro. Oggi sono tornata a casa e lunedì tornerò al centro per quello che spero sarà l'ultimo monitoraggio prima del pick-up. Rispetto all'altra volta è tutto più semplice: non ho i fastidi che ho vissuto due anni fa ed inoltre sono più serena. Ho un marito che mi ama sopra ogni cosa, due bambini che ci hanno permesso di amarli e di dargli una vita spero il più felice possibile e poi ho il mio cane che considero un po' il mio bambino a quattro zampe nato due anni fa!  Ciao e GRAZIE di cuore.
AGGIORNAMENTO DI MARZO
La ICSI di settembre la ricorderò per sempre perché per la prima volta sono rimasta incinta. Per pochissimo…ma finalmente incinta! A distanza di mesi posso dire di non averla vissuta fino in fondo, anzi, non l’ho vissuta proprio per paura che finisse tutto in un attimo. Se potessi tornare indietro cambierei proprio questo, al di la del risultato, cercherei di viverla diversamente, di crederci un po’ di più, perché tanto se deve andare va…
In questi mesi abbiamo fatto diverse visite in diversi centri. Siamo entrati nelle liste d’attesa degli ospedali pubblici (tempi assurdi) e Il 5 marzo siamo andati a Firenze: la visita è andata bene, la Dottoressa è davvero come hai detto tu! Siamo rientrati a Roma carichi di emozioni, felici per il percorso che stiamo per cominciare, preoccupati, anzi preoccupata io, per la paura di un altro negativo. Non ti nascondo che la sera prima della visita mi sono chiesta se davvero ero pronta a ricominciare tutto, se davvero voglio un figlio. Me la sono fatta tante volte questa domanda e mi sono data anche tante risposte. Questi miei dubbi nascono dal fatto che ho due bimbi piccoli da crescere, anche se non sono miei, e in questo periodo sono stressatissima, sempre nervosa, scatto per qualsiasi cosa. Credo sia naturale dopo tanti anni di tentativi arrivare a pensare che forse in fondo un figlio non lo vuoi veramente, che neanche la Pma ti fa rimanere incinta perché non sei così convinta di volerlo. E poi invece ti ritrovi a vedere le pancine delle tue amiche/ sorelle/cognate crescere e provi un'invidia assurda, felice per loro ma invidiosa, e ti senti un mostro. Una volta la psicologa che ci segue per l'affido ci disse di tornare indietro di qualche anno, di pensare a quando abbiamo deciso di avere un figlio. Ci disse di ricordare le emozioni provate la prima volta che ci siamo amati liberamente, le fantasie che avevamo su quel figlio che desideravamo più di ogni altra cosa. E allora ho capito, anzi abbiamo capito. Perchè ultimamente anche Andrea aveva dei dubbi. Ho capito che un figlio lo abbiamo sempre desiderato, io sono nata per avere figli. Dire adesso di non volerlo è solo una giustificazione: devo trovare la scusa per accettare il fatto che io sono diversamente fertile, come dici tu! Non ho ancora accettato questa diversità, sono tranquilla agli occhi degli altri, della mia famiglia, delle persone che mi vogliono bene, per non farle soffrire, ma dentro ho il vuoto.  Comunque abbiamo deciso di riprovare e in queste settimane ho rifatto per l'ennesima volta tutti gli esami del sangue, i tamponi, l'eco mammaria. E qui mi sono dovuta fermare. Dall'eco risultano due nuovi fibroadenomi, gentilmente regalati dall'ultima ICSI. Lo so che sono benigni ma ci sono e vanno controllati. E poi ne ho uno un po' più irregolare sul quale ho fatto una biopsia l'anno scorso, fortunatamente negativa. Già allora il mio senologo mi aveva fatto capire di non essere a favore dalla Pma nel mio caso, di dover valutare attentamente perchè ho un seno che tende a sviluppare cisti e fibroadenomi. Io non l'ho ascoltato e ne ho fatta un'altra. Il giorno dopo l'eco mammaria sono andata all'appuntamento con la Dottoressa che dovrà seguirmi per i monitoraggi e lei mi ha confermato quello che avevo già deciso di fare: aspettare la visita dal senologo e vedere cosa mi dice, per non avere dubbi, per non iniziare un percorso già di per se stressante con una preoccupazione in più. E così salto il giro, avrei dovuto cominciare in questi giorni e invece rimando tutto a maggio, se non ci sono problemi. AGGIORNAMENTO DI APRILE
Ed anche la visita dal senologo è stata fatta: mi ha detto che è tutto ok, i noduli sono sotto controllo e devo ripetere l’ecografia tra 6 mesi. E a questo punto potevo alzarmi e andare via! E invece no, perché io che ho bisogno di avere tutto sotto controllo e non lasciare niente al caso ho aperto la bocca per mettere al corrente il dott. della nostra intenzione di fare un’altra ICSI. E la chiaccherata ha preso un’altra piega! Mi ha consigliato di fare la mammografia, non perché c’è qualcosa di sospetto, ma per una tranquillità maggiore. È stato davvero solo un consiglio, non me lo ha imposto, ma è bastato per farmi nascere le varie pippe mentali. Adesso la domanda è cambiata: non mi chiedo più se un figlio lo voglio davvero, ma fino a che punto sono disposta ad arrivare per avere un figlio. Sarei davvero disposta a correre il rischio di ammalarmi? Sinceramente no.
La mammografia la farò il 23 aprile e poi decideremo…
LA CONCHIGLIA DI ALESSIA PIKATA

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :