Magazine Maternità

La conchiglia di mamma che pazienza

Da Nina
Le ultime conchiglie erano tutte accompagnate da una perlina, ma ce ne sono ancora tante,  come quella di oggi, che ancora stanno percorrendo la loro strada in attesa che il destino si compia. Mi sento particolarmente vicina col cuore a ognuna di loro, perché rappresentano il punto da cui sono partita, il mio passato recente, quel che sono stata e ho vissuto, quel che mi ha segnata nel profondo, rendendomi quel che sono oggi: diversa anche nella mia maternità. Perché come molte di voi hanno sottolineato più volte certe cose non si cancellano, continui a portartele dentro, il passaggio non avviene in automatico (quando riesci ad avere un figlio), ma è il frutto, anche stavolta, di un percorso di crescita, consapevolezza e trasformazione. Si continua ad ad essere diversamente fertili, si continua a sentire la distanza e la differenza con l'altra metà del mondo femminile. 
Ci sono cose che continuano a far male, come ferite non ancora cicatrizzate. Ci sono aspetti di te che ancora chiedono ascolto, se il processo di accettazione di quel che siamo non si è concluso.  Perciò le vostre conchiglie, come quelle di oggi, le sento ancora molto vicine a me. L'affetto che mi lega a voi è smisurato e nasce non solo dal destino comune, ma anche dalla fiducia che mi dimostrate mettendo i vostri cuori doloranti e le vostre esistenze nelle mie mani, sicure del fatto che io saprò averne cura, come meritano. Il fatto che continuiate a scrivermi, a regalarmi parti di voi, a ribadire l'utilità che ha tutto questo per voi, aggiunge senso di pienezza a questo mio progetto. Grazie, perché continuate a fare la differenza per me.

Mi piace questa conchiglia, perché mi ricorda un sentimento forte che mi ha accompagnato da quando ho iniziato a sognare il mio Pivellino: il sentimento di essere Giàmamma. 'Credo che ci sia un posto dove tanti bimbi ci aspettino...sono i bimbi che vogliono nascere nelle nostre famiglie che sono troppo belle, ma devono superare anche loro tante prove e allora il tempo passa...ma poi loro arrivano.'


LA CONCHIGLIA DI MAMMA CHE PAZIENZA
LA CONCHIGLIA DI MAMMA CHE PAZIENZA
LA CONCHIGLIA DI MAMMA CHE PAZIENZA Immagine di Francesca Ballarini
*
Lui ed io ci siamo conosciuti quando avevamo 24 e 27 anni: è stato amore a prima vista, fuoco immediato poi il tempo ci ha reso una coppia stabile, siamo andati a vivere assieme, abbiamo costruito un nido, abbiamo incastrato i nostri difetti, ci siamo conosciuti ogni giorno un po’ meglio, ci siamo capiti, allontanati e ritrovati.
E continuiamo ad essere noi, ad amarci con occhi limpidi.
Dalla primavera del 2011 abbiamo abbandonato le precauzioni a letto (e ovunque ci vada di amarci!!) con il desiderio timido, spaventato e allegro di un esserino tra di noi. Un figlio che avesse noi come genitori, che venisse a far parte della nostra famiglia, un fagottino a cui dare amore, con il quale continuare il nostro percorso di crescita.
Il figlio ad oggi non c’è, al suo posto ci sono un po’ di analisi mediche e la consapevolezza che la vita, a volte, fa dei giri strani, o semplicemente ti obbliga a prendere una strada nuova che mai avevi considerato.
La strada CHE NON DIPENDE DA TE.
Allora, io sono sempre stata una razionale, del tipo: se studio, supero l’esame; se faccio la dieta, dimagrisco; se mi piace un ragazzo, glielo dico; se voglio fare un lavoro, ci provo...determinata, secchiona e ottimista.
Poi però, crescendo, mi sono resa conto che non tutto funziona così, e che molte scelte che si fanno sono influenzate da fattori esterni che nulla hanno a che vedere con la nostra volontà.
Io non resto incinta. Io ho le odiate mestruazioni ogni mese, puntuali, cattive, indesiderate come una malattia.
Noi non abbiamo la gioia di dare la notizia ai nostri genitori, fratelli, amici...noi siamo tristi.
Anzi, io lo sono, perchè lui vive tutto con animo differente e sa (da medico) che tutto può risolversi, che siamo giovani e si possono fare molte cose (io ho 31 anni e lui 34).
All’inizio, tutti mi dicevano la frase più ovvia, quella che anche io ripetevo senza esito a me stessa (so che se fossimo assieme adesso partirebbe il coro...): NON CI PENSARE.
“Non ci pensare, rilassati, sei stressata, il tuo cervello influisce sul processo ormonale, in vacanza resterai incinta...quando meno te lo aspetti”...e puttanate del genere, psicologia da rivista da spiaggia insomma.
Però queste frasi hanno fatto maturare in mé il seme di un’emozione sbagliatissima: il senso di colpa. Se non resto incinta è solo colpa mia!
Poi è arrivata lei, la mia psicologa, Marta che mi ha fatto ragionare: Tesoro bello, tu non hai colpe. Nessuno ne ha. Semplicemente la scienza non ha scoperto tutto, non sa ancora tutto. Fai le tue analisi e poi, assieme a lui, cercate la vostra strada (inseminazione, fivet, adozione...).
Non è lo stress che non ti fa rimanere incinta, e nessuno può dirti di non pensarci perchè è inevitabile. Altrimenti perchè ci sono donne che restano incinte dopo una violenza o durante la guerra, o nei momenti meno opportuni??
A giugno decidiamo che è giunto il momento di capire cosa no va. Via alle analisi allora, tutte fatte in strutture pubbliche, efficienti e rapide. (Non vivo in Italia). Arriva il momento della isterosalpingografia e dello spermiogramma: tutto a norma. Leggendo i vostri commenti avevo veramente paura della prova, però le infermiere ed il medico che mi hanno assistita e sedata sono stati dolcissimi, umani, indimenticabili. Quante mani mi avranno toccata, penetrata, cercando il problema, la causa...e quante ancora dovranno arrivare? A novembre abbiamo il primo appuntamento nel reparto di sterilità. A me a giugno mi sembrava un ‘eternità, quindi ci siamo rivolti anche al suo ospedale per velocizzare un po’ i tempi ed avere un altro punto di vista. Lui non voleva, onesto come è, ma un suo collega, mio amico ha detto che tra colleghi ci si aiuta...insomma adesso ci seguiranno in due reparti di sterilità, sempre di ospedali pubblici. Le analisi ormonali sono ottime, ma il secondo spermiogramma di Lui fatto nell’ospedale in cui lavora presenta dei problemi, a metà ottobre abbiamo appuntamento con la ginecologa specializzata in sterilità (dio che parola spaventosa), e vedremo cosa ci dice. Lui da medico crede che il problema allo sperma sia il più facile da risolvere con una curetta o con l’inseminazione. Questa è la nostra situazione ad oggi (fine settembre 2012), ci aspettano 2 nuove visite, una ad ottobre nel suo ospedale ed un’altra a novembre nel centro che ci corrisponde per residenza. Vedremo cosa ci diranno.
A livello medico, tutto marcia bene, il problema adesso è accettare questo nuovo percorso, accettare che il cammino potrà essere lungo, doloroso e frustante. Cavolo, quanta frustrazione. Non so se anche voi la proviate, ma io mi sento così impotente, così piccola, così fragile e così invidiosa. Ahiii, l’invidia: delle pance, dei carrozzini, delle ecografie, delle foto di piedini e manine, di baci sulle pance, di primi bagnetti, di nonni orgogliosi...mi vergogno a dirlo, ma l’invidia mi corrode. (“Se smetti di invidiare resti incinta”, ma andate a cacare!!!) E poi c’è lei: la paura del futuro. Perchè adesso, c’è anche tanta speranza, tanta energia e tante possibilità, ma se nulla accadesse, se fosse tutto inutile? (“Non pensarci”, impossibile per me). Io, infine, ci aggiungo il timore del giudizio degli altri: alla fatidica domanda “e voi quando?”, non sempre potrò rispondere in maniera diplomatica, mentendo con un sorriso, sorridendo con una menzogna. Arriveranno un giorno le lacrime o la rabbia, e giungeranno in un momento poco opportuno. Non voglio essere commiserata o essere fonte di preoccupazioni. Vorrei che chi mi ama viva questa situazione come normale, senza allarmarsi, senza fare mille domande...
E poi però ci sono anche quei giorni in cui ti senti felice perchè sai che tu e Lui siete una coppia vera, una famiglia che non si è sgretolata dinanzi ad una difficoltà, che si è stretta , che continua a crederci. Io e Lui ci amiamo, dentro e fuori dal letto, con passione, con tenerezza, con dolcezza. E prepariamo il nostro mondo perchè un giorno lui o lei possano vedervi solo bellezza e amore.
Dimenticavo, sempre a giugno chiamai una struttura privata, rinomata in riproduzione assistita, ed ho avuto subito un appuntamento. Il ginecologo mi è piaciuto tanto, mi ha dato molta sicurezza e mi ha detto che lui, nel nostro caso partirebbe con l’inseminazione artificiale, 3 possibilità. Nel caso non funzioni si passa alla fivet e poi alla fivet con donazione di ovuli. Questo ginecologo mi è sembrato onesto, diretto e molto preparato. Io e lui abbiamo scelto di eliminare prima possibili cause di sterilità (infezioni, problemi di varia natura) e nel caso che nulla accada, ci rivolgeremmo a questo medico, perchè le liste di attesa nelle strutture pubbliche sono lunghissime. Da un paio di mesi , ho smesso di calcolare i giorni fertili, di mettere le gambe insú dopo un rapporto e di misurarmi la temperatura basale...non perchè abbia scelto di non pensarci, ma semplicemente perchè mi sono rotta. Insomma, vi confesso che a volte, già mi sento incinta (a voi non capita?) perchè il semplice fatto di dedicare tempo, energie, di andare spesso dal medico, mi fa sentire già...già...ma sì...MAMMA.  Però che pazienza...
AGGIORNAMENTO DI APRILE 2013.
Care tutte, oggi ho fatto la mia seconda inseminazione artificiale. Si è svolta nell’ospedale in cui lavora mio marito, quindi in una struttura pubblica, dove sono stati gentili, preparati e io mi sono sentita coccolata. Non sono stata raccomandata, sono stata inserita in una lista d’attesa. La visita nell’altro ospedale pubblico a novembre è stata un disastro: avete presente una stronza che non vi guarda in faccia mentre vi parla della vostra sterilità? Addio medico inutile non ci vedrai mai più!!! La prima IUI purtroppo non ha dato esiti positivi, ma oggi mi sento, mi voglio sentire speranzosa... Sono stati mesi duri questi ultimi due, gli ormoni mi hanno causato molta instabilità e una ritenzione idrica che non mi permette di guardarmi allo specchio con serenità.
Le mestruazioni dopo la prima inseminazione mi hanno fatta piangere come una bambina rimasta sola...e vi dirò la verità. Io vado avanti perchè ho fiducia nella scienza, nella strutture di questo paese rinomato in fecondazione assistita, perché io un figlio lo voglio, perché mio marito sarà il padre più bravo...ma io non mi sento sola unicamente quando vi leggo, quando condividete, quando Nina ci aiuta, quando piango con le vostre storie...il mondo fuori è aggressivo, superficiale, e io, a volte, non ce la faccio. Sono stata delusa dalle risposte ricevute dopo aver fatto outing, sono stata anche ferita. É difficile capire la generosità, l’amore e l’onestà che ci sono dietro le nostre ore spese in ospedale, tra ormoni e controlli follicolari... Noi madri premurose lo siamo già.
Adesso aspetterò, con la pazienza che sto imparando ad avere: ce ne vuole una vagonata di pazienza, di calma, di non-fare-il-test-che-non-hai-ritardi! Nel frattempo voi mi fate compagnia ed io mi sento meno sola...quindi, grazie.
Ti aspetterò figlio mio con la pazienza degli antichi, con la tenacia dei bambini che muovono i primi passi, con l’amore incondizionato che ho già per te, perché io so che tu un giorno sarai qui con noi.
Mammachepazienza.
LA CONCHIGLIA DI MAMMA CHE PAZIENZA

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :