Magazine Per Lei
Mi arrivano tante mail con storie di vita e d'amore che chiedono di essere lette, accolte e ascoltate.
Ognuna è per me fonte e spunto di riflessione, perchè mi danno l'opportunità di guardare a questa ricerca da diversi punti di vista. Non voglio anticiparvi nulla, ma sappiate che le onde stanno portando nuove conchiglie, diverse da come inizialmente le avevo concepite e immaginate. Sappiate che la spiaggia si sta aprendo per accogliere storie che trascendono il percorso che fin qui abbiamo tracciato insieme.
Perchè la vita non conosce confini, etichette e definizioni. E neanche io.
Perciò insieme alle storie delle cacciatrici, ne scoprirete anche altre che solo apparentemente sono diverse, nella forma, perché la sostanza di cui sono fatte è la medesima: la RICERCA.
Della felicità, della realizzazione di un sogno, del proprio posto nel mondo, di un senso altro, dell'amore come mezzo e fine.
Oggi vi presento Wanesia. Lei è stata una tra le mie prime amiche-blogger.
Nel rispetto dei tempi tecnici di pubblicazione è trascorso più di un mese da quando ho ricevuto la sua conchiglia-storia.
Ora sta attraversando un periodo un po' complicato (vi invito a leggere il suo blog), ma per me è e rimane sempre una donna forte e coraggiosa: per come affronta le contraddizioni (la Germania non scherza!) e le avversità della vita, per come sa mettersi in gioco e rialzarsi fiera dopo ogni caduta.
Come solo una vera guerriera sa fare.
LA CONCHIGLIA DI WANESIALa mia perla
Illustrazione di Francesca Ballarini
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Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del cazzo, scegliete una lavatrice, macchine, lettori cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita, scegliete un mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici, scegliete una moda casual e le valigie in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo, scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina, scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare, scegliete un futuro, scegliete la vita, ma non pensate che scegliere di avere un figlio sia una cosa così facile. Credevo che bastasse fare sesso per procreare, ma da un anno a questa parte so che è più facile a dirsi che a farsi.
Il mio nome è Wanesia e ho 41 anni, nella mia vita ho fatto un po' di tutto, sono sempre stata uno spirito libero e dopo gli studi di arte, varie storie del cavolo con artisti, ho deciso di vivere come un artista hippye per due anni, mi sono nutrita di arte, colori, tele e odore di trementina.
Poi decido così di punto in bianco di andare a vivere a Roma e a seguire gli Hare Krisna, avevo bisogno di sincronizzarmi con il mio essere, insomma una figlia che ha dato sempre pensieri sul modo di comportarsi ai suoi genitori.
Fino a pochi anni fa credevo che bisognasse nascere per decidere di diventare madre, non ho mai pensato ad una gravidanza, ad avere bambini miei. Io figli ? Quando mai!
Eppure la magia si avvera, conosco il mio compagno un italiano che ha girato il mondo e ha deciso di fermarsi in Germania. Ci innamoriamo e getto la spugna della mia vita in Italia, sono arrivata in Germania con tutti i sacrifici per ambientarmi, lavoro, lingua, ricominciare da capo con una persona stupenda al fianco. L´anno scorso tentiamo di mettere su famiglia, vogliamo qualcosa di nostro, il frutto del nostro amore. Ecco che inizia la soap opera "Aspetti una vita per avere un figlio che poi non arriva!". Io ci scherzo sempre su...ma devo ammettere che non è stato facile, i primi mesi ci proviamo, ma non succede niente, così ci precipitiamo in una clinica per la fecondazione assistita.
Ci avevano dato delle indicazioni false, ci avevano detto che era facile, e ci sentivamo al settimo cielo, sognavamo la mattina appena svegli che nome dare a nostro figlio/a.
Alla clinica ho fatto vari esami sembra tutto ok, anche se a 40 anni le possibilita´ di fertilita´ si riducono, chiedono uno spermiogramma al mio compagno, anche lì è tutto ok. Ci avevano detto di provare un anno e poi recarsi da loro per fare l´inseminazione artificiale e invece al terzo appuntamento scopriamo che a 40 anni lo stato tedesco non sovvenziona nulla e in più non siamo sposati per cui nada. I primi tempi ci siamo rimasti male, anzi molto peggio... non abbiamo abbastanza soldi per affrontare spese notevoli per vari tentativi. E poi, diciamocelo pure, la possibilità che una donna di 41 anni porti a termine una gravidanza ottenuta tramite fecondazione assistita con i propri ovociti è veramente minima e questo mi fa riflettere sull’opportunita di intraprendere un tentativo così impegnativo da un punto di vista farmacologico, psicologico e sopratutto economico.
Ci sono stati periodi in cui mi sono chiesta: - Ma davvero voglio un figlio? - Ma riusciro´ ad essere una buona madre? - Non sarò troppo vecchia per avere un figlio che a vent'anni si ritrova con una mamma sessantenne? - Domande a cui non ho saputo mai rispondere seriamente. Forse ho solo paura di aver fallito come donna! Adesso nella nostra coppia è tornato di nuovo il sereno, ci stiamo provando forse anche più di prima, sono arrivata ad un punto che se arrivano bene, sennò la mia famiglia è bella già così: io e il mio compagno.E non voglio rovinarmi la vita con inutili paranoie.
Grazie
Wanesia
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