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La corsa dei gamberi verso il tricolore

Creato il 29 novembre 2012 da Bagaidecomm @BagaideComm
LA CORSA DEI GAMBERI VERSO IL TRICOLOREÈ una Milano che quest’anno costituisce un tabù per la Juve. Dopo il k.o interno contro l’Inter, che aveva sancito la fine di un’imbattibilità che durava da tempo immemore, la Vecchia Signora stramazza di nuovo al suolo, ironia della sorte proprio contro i cugini dei neroazzurri, quel Milan che in troppi avevano già dato per sconfitto prima dell’inizio del match. È vero le prove c’erano tutte: in primis i 17 punti che separavano le due squadre in classifica (il distacco più alto tra le due rivali da quando esistono i 3 punti) ed in secondo luogo visto ciò che i bianconeri avevano mostrato in settimana in Coppa Campioni, quando avevano umiliato il Chelsea con un perentorio 3-0. Non sappiamo cosa si aspettasse di trovare a San Siro la banda Conte, ma di certo non ci si poteva illudere che gli avversari avrebbero steso loro il tappeto rosso. Piuttosto degli infastiditi buttafuori che non gradiscono la presenza insistente all’entrata di un locale. Purissimo stile battagliero. I rossoneri la buttano subito sul carattere per tutti i primi 45 minuti di gioco. La squadra di Allegri pressa altissimo e con un’intensità stucchevole. Dopo pochi secondi De Sciglio (autore di una grande prestazione) salta un inerme Asamoah e fa capire che piega prenderà la serata. Poi è il turno di Boateng che impegna severamente Buffon ed infine l’episodio che decide la partita: siamo al 31’ su di un cross dalla destra calcia al volo Nocerino, la palla sbatte sotto l’ascella di Isla. Per l’arbitro è rigore, una pura invenzione. Tutte le menti tornano, perciò, a nove mesi fa quando verso quella stessa porta si materializzò il gol-non gol di Muntari e nel secondo tempo quello annullato a Matri. Dal dischetto va Robinho che realizza l’ 1 a 0. Lo spartito non cambia, i rossoneri finiscono la prima frazione in scioltezza e la Juve resta ai blocchi. 0 tiri verso lo specchio della porta, cose mai viste. Nel secondo tempo gli ardori milanisti si placano ma non troppo, i bianconeri provano con i nervi a recuperare la partita con Giovinco e Vucinic, ma tutto è vano. Le partite dei torinesi non mentono mai, rigore o non rigore. Se la squadra gioca bene vince quasi sempre, quando vengono a mancare gambe ed idee è preda facile degli avversari e figurarsi se questi sono i vari Montolivo, El Sharaawy, Robinho, ecc. Gente di “tocco” che regala alla propria tifoseria una notte che sì sa di rivalsa, ma anche di malinconia. Chi si aspettava però di rivedere un campionato totalmente riaperto dovrà aspettare comunque qualche settimana per avere una risposta definitiva. Fiorentina, Inter e Napoli e Lazio dovevano dare un segnale forte a chi stava davanti. I Viola erano impegnati in casa di un Torino che quest’anno è sì incappato in qualche partitaccia, ma è anche lo stesso che ha rifilato 5 gol in poco più di un’ora all’Atalanta qualche giornata fa. Ne è uscita una partita bella ed aperta fino alla fine. I granata trovatisi in vantaggio per 2-1 a pochi istanti dalla fine si sono fatti beffare da El Hamdaoui (secondo gol stagionale) che evita così sospiri amari a Montella. Ha fatto ancora peggio l’Inter, che al Tardini di Parma crolla sotto la “prosciuttata” di Sansone, giovane italo-tedesco classe ’93, che parte da centrocampo col telepass e senza incontrare alcun avversario scarica un destro all’angolino di Handanovic. Neroazzurri che dopo il filotto di 10 vittorie cominciano a crollare di schianto un po’ com’è successo l’anno scorso dopo le 7 vittorie di fila di Ranieri, poi esonerato. Stramaccioni pare nel suo momento più difficile e la grana sul rinnovo di Wesley Sneijder non è il massimo da gestire. Il Napoli è l’eccezione che conferma la regola. Soffre di brutto all’Is Arenas (alla sua prima apertura al pubblico stagionale): dopo il palo di Insigne, rischia di capitolare sotto i colpi di Sau e Nainggolan, ma per finire la spunta con un gol di Hamsik a metà del secondo tempo sugli sviluppi di un’azione rocambolesca, tant’è che l’assist per la rete lo fa involontariamente Albin Ekdal. Con questo successo si portano a -2 dalla capolista, ma siamo sicuri che siano i partenopei gli anti-Juve? Più convincente, invece, pare la vittoria della Lazio sull’Udinese. Friulani che stavano diventando l’ossessione degli aquilotti. Infatti nelle ultime due stagioni i bianconeri erano sempre riusciti a spuntarla sui biancocelesti per la corsa all’Europa che conta. Stavolta, però, il copione è ben diverso: 3-0 che non ammette repliche firmato da Gonzales, Klose ed Hernanes (splendida punizione e pirotecnica esultanza). Gli uomini guidati da Petkovic, inoltre, non prendono gol da quattro partite. Meritano il premio di squadra della settimana. E cosa più importante azionano il mirino verso la vetta, ora lontana solo 6 punti. Vince il derby di Sicilia uno sfavillante Palermo che trova in una sola notte la serata di grazia di tre terribili del nostro campionato. Miccoli (al 100mo gol in A) ha fatto breccia nelle mura di un Catania che soffre di una malattia cronica durante le trasferte, poi ci hanno pensato le ottime prove di Brienza ed Ilicic (2 gol) a chiudere i conti. Inutile la punizione gioiello di Lodi. Nelle altre partite della giornata pari 0-0 tra Chievo e Siena. Vince la Sampdoria sul Bologna per 1-0, decide Andrea Poli. Vince pure il Genoa con lo stesso punteggio a Bergamo con gol di Bertolacci. Destro, dopo appena 5’, decide il match tra Pescara e Roma, questi segnato dal ritorno di Zeman nell’ultima piazza in ordine di tempo in cui ha fatto miracoli. Chissà quanto gli farebbe comodo riavere tra le sue braccia il magico trio Insigne-Immobile-Verratti. In Prima divisione segnaliamo con molto dispiacere il pesante k.o interno del Como (1-4) contro il Cuneo. Lariani in crisi, 4 punti nelle ultime 5 partite ed in 10° posizione in campionato. Il nostro augurio è che questo sia solo un periodo tutto sommato i play off sono ancora abbordabili. Ecco il tabellino: COMO-CUNEO 1-4 (giocata Venerdì) MARCATORI: Martini (Cu) 1’ s.t , Martini rig. (Cu) 18’ s.t , Ferrario rig. (Cu) 22’ s.t, Gammone (Co) 28’ s.t , Donida (Cu) 34’ s.t
Sebastiano Paterniti

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