Trasversale alle varie zone d’Italia e d’Europa, ma soprattutto alle tante epoche storiche. Un circo itinerante che, senza alcun proclamo, si sposta di città in città, conquistando, con effetti pirotecnici, grandi e piccini. A capo di questa carovana c’è un giostraio, che con sé, lungo tutti i suoi viaggi, porta la magia e i segreti della sua terra di origine, la Boemia. Zdenek Zeman. E allora che ci si trovi su un assolato tavoliere, all’ombra del Colosseo o sulle pianure abruzzesi, il risultato è sempre lo stesso: divertimento assoluto. Un fiore, incurante di venti e temperature, capace di far attecchire le proprie radici in ogni terreno e crescere più profumato e rigoglioso di prima. Quasi una magia. L’ultima delle quali riuscita sulle rive dell’Adriatico. Pescara. La cittadina dove ora ha piazzato le sue tende Zemanlandia. Nel momento esatto in cui il mondo del pallone inizia a mal tollerare il calcio totale del Barcellona e a riscoprire il catenaccio all’italiana che puntato con vanto sul petto, come fosse una spilla, ha portato sul tetto d’Europa il Chelsea di Roberto Di Matteo, c’è qualcuno che prova ad attirare l’attenzione sul Delfino dei miracoli costruito dal boemo. Una promessa mantenuta, più che una proposta di gioco. Quella del bel calcio e del divertimento.
Il Pescara dei miracoli ci ha fatto ammirare, di nuovo, Zemanlandia e tanti tifosi di calcio si sono riscoperti estimatori del tecnico boemo. Io non credo, onestamente, che Zeman possa mai tornare alla guida della Roma. Ma sono convinto abbastanza che, nel caso, il numero dei fan calerà e non di poco. Un'altra volta.