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Tante sono le cose su cui non concordo ma, per motivi di spazio, mi limiterò a commentare solo le principali.
1)"...La nostra Costituzione è obsoleta, per me, e a chi mi dice "i nostri Padri Costituenti si rivolterebbero nella tomba" rispondo: che si girino e rigirino quanto vogliano, tanto lì sotto non possono fare nulla..."
Se oggi, per esempio, io posso liberamente scrivere questo post e voi potete liberamente leggerlo è perché un'intera generazione di uomini e donne straordinari si è battuta con ogni mezzo a disposizione e, in molti casi, pagando a caro prezzo questa scelta, per garantire un futuro migliore a chi sarebbe venuto dopo. Un pò di rispetto verso il loro sacrificio sarebbe il minimo.
2)"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro: e se non voglio lavorare? E se non ho bisogno di lavorare?"
Se qualcuno non ha la necessità di trovare un'occupazione per poter avere un'esistenza serena, buon per lui! Nessuno ha nulla da obiettare in proposito. E se qualcuno non ha voglia di lavorare, è la stessa Costituzione che prevede una serie di meccanismi tale da non lasciarlo sprovvisto dei mezzi minimi per sopravvivere.
3)Il lavoro rende liberi?
Che ci piaccia o no (certe volte a me non piace per niente), viviamo in una società che si può superficialmente definire capitalistica. Quindi, le risorse finanziari sono una componente importante per potersi realizzare. Se qualcuno ritiene di non avere la necessità di sostenersi con i propri mezzi ("con il sudore della propria fronte") ma di poterlo fare con quelli di altri, si trova in una condizione di sottomissione che trasforma il finanziatore in proprietario. Poi, sull'inadeguatezza della retribuzione media credo si sia tutti d'accordo; ma si tratta di un problema di diritti, non di soldi.
4)L'improbabile paragone con altre Costituzioni
Se proprio si vuol confrontare il Nostro testo costituzionale con quello di altri Paesi, la scelta della Costituzione americana è la meno indicata di tutte. Forse, proprio perchè nessuno dei suoi sette (sette!) articoli menziona il lavoro spiega il il fatto che una semplice influenza può, in molti casi, portare al licenziamento.
5)La necessità di riforme
L'articolo 138 consente di modificare il quadro definito dall'Assemblea Costituente. Ora, oltre a far notare che l'articolo 1 rientra nella parte riguardante i principi fondamentali e, come tale, non può in alcun modo essere messo in discussione (e questo, chi studia giurisprudenza, dovrebbe ben saperlo), aggiungo che le modifiche sono ammesse solo nel momento in cui permettono un salto in avanti alla nostra società, e non tre salti indietro. Va benissimo agire sul numero dei parlamentari così come va benissimo occuparsi degli enti locali: per farlo, però, non bisogna mai perdere di vista il contesto storico in cui la Costituzione stessa è nata (anche perché, come tutti sanno, la storia tende a ripetersi).
6)"...si continua a studiare della mancata attuazione di questo o quell'articolo..."
Piero Calamandrei, in uno dei suoi più celebri discorsi, affermò: "Però, vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile, bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica, l’indifferentismo politico che è -non qui, per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghe categorie di giovani- una malattia dei giovani."
Non nego che vi sia una parte della Costituzione, e l'articolo 1 più di altri, che non ha trovato attuazione nel corso degli anni. Ma se ciò è successo è per colpa di un gruppo, più o meno folto, di persone che ha anteposto i propri interessi a quelli della collettività.
È vero che la Costituzione fa tante belle promessa, ma è anche vero che per mantenerle ci chiede una cosa sola: l'impegno. Quindi non resta che metterci al lavoro!
Carlo Battistessa
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