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La costruzione di un amore …

Creato il 24 settembre 2014 da Shefutsal
Futsal femminile: chi lo ama, lo distrugge?Con la sua struggente dolcezza e forza è questa canzone di Ivano Fossati che mi batteva in testa domenica sera, mentre guidavo per tornare a casa. L’amore è il futsal in questo caso e non riuscivo a capacitarmi di come si potesse pensare di costruire e di far crescere qualcosa che si ama, distruggendolo.
Sono tre anni che seguo il futsal femminile come giornalista, esterna alle società ed alle istituzioni e spesso ho sentito il bisogno/dovere/responsabilità di scrivere articoli di approfondimento sulla gestione del futsal femminile italiano. Articoli di critica verso la Divisione Calcio a 5 per la strutturazione del campionato femminile nazionale, per macroscopici errori e ritardi, per la mancanza di politiche di sviluppo e promozione del futsal femminile, che mi davano la fastidiosa sensazione di disinteresse da parte dei vertici, mentre alla base si arde di passione.
48 le squadre aventi diritto alla Serie A ma solo 40 quelle iscritteQuesto è il futsal targato FICG, gli addetti ai lavori (soprattutto i senior) ne conoscono perfettamente le dinamiche e chi si iscrive al campionato ne accetta pregi e difetti, condizioni e regolamenti.
Ci sono le sedi dove giocare e le sedi dove discutere. Uno sportivo che prende parte ad una competizione agonistica la deve onorare al meglio delle proprie possibilità, sempre. Questo è lo spirito sportivo. Prima ancora del regolamento lo impone la sportività insita in ognuno di noi e l’amore per questo sport. Chi disonora la competizione e calpesta il futsal femminile italiano, riceve inevitabilmente più dissensi che consensi … proprio quei consensi che tanto servirebbero per cambiare le cose!
La protesta si può e si deve fare, ma nel piccolo mondo del futsal, così come nelle grandi guerre, penso che la diplomazia, nella sua accezione più positiva di "arte di trattare", è di sicuro la strada più lunga e faticosa, ma a mio avviso, l’unica che può portare al successo. Chiasso mediatico e scelte incondivisibili come la figuraccia della Supercoppa, non aiutano a costruire nulla ed infangano l’immagine del futsal stesso.
Final Eight calcio a 5 femminile 2013-2014 a PescaraEppure la strada intrapresa da alcune società, quando ancora non c’era il campionato nazionale femminile, era quella giusta: “… anni fa insieme ad altri presidenti volevamo costituire un comitato di società femminile per la Serie A. Questa idea fece “agitare i sonni” di qualcuno, all’epoca ci fecero fare un passo indietro. Oggi dico che è stato un errore”. Così scriveva una settimana prima della Supercoppa Raffele Basile nella lettera aperta al presidente Tonelli. Peccato davvero che non si sia proseguito su questa linea.
Divisione Calcio a 5 e società sportiveIl cambiamento si ottiene muovendo le “figure” giuste, che non sono certo i “pedoni” nello scacchiere del futsal italiano. Il presidente della Divisione Calcio a 5 non è forse eletto dalle società? E senza società la Divisione che campionato organizzerebbe?
L’opportunità di cambiare lo status quo c’è e sono le società stesse ad averla. Occorre avere il “coraggio” di scendere dal piedistallo e l’intelligenza di dialogare avendo come primo obiettivo il bene del calcio a 5 italiano. Chi si muove su interessi individuali e sceglie di ferire il futsal, rischia di fare terra bruciata intorno a sé e di sottoscrivere la propria condanna all’isolamento. Ovviamente le vie dell’opportunismo sono infinite... staremo a vedere.
Incredibile come la soluzione più semplice resti sempre la più difficile: se invece di dieci telefonate ai vertici federali, dieci presidenti facessero una telefonata tra di loro e scegliessero di confrontarsi, forse, domani, potremmo parlare di un altro futsal.
di Letizia Costanzi

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