In Italia e Gran Bretagna i senzatetto sono in aumento
In questi giorni Italia e Gran Bretagna sono accomunate non solo solo per il fallito blitz inglese nel quale è morto accidentalmente un ostaggio nostro connazionale ma anche per un altro fatto: l’aumento dei senzatetto. In Italia su 60 milioni le stime sono comprese tra i 50 e i 60mila. In Gran Bretagna su 50 milioni di persone 50mila britannici non hanno una casa. Una cifra in aumento tra gli inglesi: +14% nel 2011 rispetto al 2010.
I dati italiani sono ancora in via di elaborazione. Istat, Caritas, Ministero del Lavoro e Federazione italiana dei senza fissa dimora renderanno noto il censimento degli homeless solo a maggio ma da una statistica realizzata su un campione di 5mila persone è stato tracciato a fine 2011 l’identikit di chi non ha una casa. I clochard italiani sono persone tra i 45 e i 65 anni, abituati in strada o comunque in situazioni precarie, spesso con problemi psichiatrici o di alcolismo o tossicodipendenza. Si sono aggiunti al ritratto già noto anche giovani stranieri in cerca di occupazione così come anziani con la pensione minima, uomini separati che devono passare gli alimenti a moglie e figli e non riescono, con un reddito modesto o discontinuo, a permettersi una casa propria, o ancora, giovani che non riescono a causa della crisi a trovare una collocazione abitativa.
Ma senzatetto sono anche interi nuclei familiari, in prevalenza stranieri, che si rivolgono ai servizi per ie persone senza fissa dimora, quest’ultima una presenza crescente. Compaiono agli sportelli comunali i cinesi che mai prima, a Milano, Bologna o Firenze, si erano rivolti a servizi non afferenti alla propria comunità.
Più dettagliata l’indagine nel Regno Unito. L’aumento medio del 14% contiene al suo interno dati più settoriali: +44% delle famiglie che sono rimaste senza casa dopo uno sfratto, +39% di quelle che si affidano ai servizi per l’alloggio municipali dopo la fine di un contratto a termine.
Neanche a dirlo sono i giovani a subire le conseguenze più pesanti dell’incertezza. Nel 2011 erano 17mila i ragazzi tra i 16 e i 24 anni classificati come homeless. Erano 15mila 500 nel 2010 ma secondo l’associazione per i senzatetto “Centrepoint” il numero dei giovani che utilizzano gli ostelli o i divani degli amici potrebbe essere vicino ai 60mila, 3 volte la cifra ufficiale. «Con oltre un milione di persone disoccupate – mette in guardia il presidente di Centrepoint, Seyi Obakin – e una penuria crescente nelle case a basso prezzo, lo scenario futuro è ancora più preoccupante».
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