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La crisi che non c’è (per loro)

Creato il 03 dicembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

La crisi che non c’è (per loro)

 

Stipendi da capogiro, rimborsi elettorali e non, viaggi gratis, ristoranti con prezzi scontatissimi.

Questa è la politica italiana. Nel 2011 i nostri politici ci sono costati ben 217,5 milioni di euro.

E la riduzione promessa del 30%? Quasi nulla: nel 2008 i rimborsi, sommando Camera e Senato (+ 10 % rispetto al 2011), Europee (+ 2 %) e regionali (-15 %) arrivano a 177 milioni.  Forse loro giovano della memoria corta degli italiani che nel 1993 con un referendum avevano votato (90.3%) per l’abolizione del finanziamento pubblico. Ma come si dice in questi casi, fatta la legge trovato l’inganno. Infatti hanno solo cambiato nome in “rimborsi elettorali” ed ecco che i soldi sono rimasti se non aumentati.

Dal 1998 al 2008 i “rimborsi” ai partiti sono aumentati del 1110 %. Dal 1976 al 2006 gli italiani hanno sborsato ai partiti oltre 3 miliardi. Meglio non fare confronti: ogni francese paga 1, 25 euro l’anno, gli spagnoli arrivano a 2, 58, mentre noi italiani sfioriamo quota 3, 62. I meno cari sono gli Stati Uniti, dove i cittadini ogni 4 anni pagano mezzo euro.

A queste cifre bisogna aggiungere i 600 milioni di euro (circa 37 milioni l’anno) per i cosiddetti giornali organi di partito, alcuni vai visti in edicola, come “Campanile” di Mastella.

“Le aziende diFrancesco Gaetano Caltagirone e della sua cerchia familiare hanno donato tra il 2008 e il 2010 all’Udc di Pier Ferdinando Casini, marito di Azzurra Caltagirone, 2 milioni e 700. 000 euro in 27 assegni da 100.000 euro”. Queste le affermazioni di Stella e Rizzo che continuano dicendo: “Le donazioni ai partiti, fino a un tetto di 103. 000 euro, hanno appunto uno sconto fiscale del 19 per cento. Avessero fatto un assegno unico, con quel tetto, le aziende Caltagirone avrebbero potuto risparmiare 19. 000 euro. Facendone 27 ne hanno risparmiati 19. 000 per ciascuno. Risultato finale: uno sconto di 513. 000”. Per fare un confronto, se questi soldi fossero stati donati ad associazioni benefiche gli sgravi fiscali sarebbero stati 51 volte meno.

Altra spesa  che pesa sui cittadini è la diaria (rimborsi per spese di soggiorno a Roma) che ci costa 3503 euro per parlamentare/senatore.

Insomma, tra assegno stipendio, assegno di fine mandato, vitalizio, rimborso per qualsiasi cosa potete immaginare, sconti su trasporti, ristorazione, parrucchiere e le tanto criticate auto blu, non dobbiamo stupirci se chi ci governa non ha la chiara situazione del grave periodo di crisi che stiamo passando.

 


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