Dare voce a chi non ha voce. E' la mission del film 'Gli equilibristi' di Ivano De Matteo. Un viaggio nella nuova povertà urbana del ceto medio, di chi al tempo della lira prendevano due milioni e mezzo di stipendio e che adesso con 1200 euro al mese non può neanche 'separarsi' perchè "il divorzio è per i ricchi, quelli come noi non se lo possono permettere!". Questo è il senso del film di Ivano De Matteo, una commedia amara sulla paternità e sul divorzio, dove a cercare di non precipitare sono Giulio (Valerio Mastandrea), 40 anni, impiegato al Comune di Roma, casa in affitto, auto a rate, una figlia rockettara, un bambino trasparente, e sua moglie (Barbora Bobulova). La ama, ma l'ha tradita: una scappatella con una collega. Scoperto, i due provano a rimanere insieme, ma lei non ce la fa, Giulio se ne deve andare. E inizia il tracollo. Si ritrova a dover pagare due affitti, doppie bollette, dover mangiare da solo in squallide trattorie e nascondersi dai creditori. Se Mastandrea è il protagonista, il film scritto da Di Matteo con la moglie Valentina Ferlan e inserito nella sezione Orizzonti della 69ma Mostra non ha un punto di vista maschile: "Quanti omicidi di donne avvengono in famiglia, quante fanno una brutta fine? E' più semplice simpatizzare con Giulio - dice la Bobulova - ma la mia è una donna che soffre, non una rompiscatole che lo caccia via". Ovviamente, il film - dal 14 settembre in sala con Medusa - non parla solo di crisi di coppia ma anche di crisi economica: "Oggi il ceto medio è colpito". Dice De Matteo. "Una volta un posto al Comune era una garanzia, oggi una famiglia ce la deve fare con poco più di mille euro al mese, e non è facile: se un apparecchio per i denti costa 2mala euro, rischi che tuo figlio diventi un coniglio!". Mastandrea, invece, parla del tradimento del suo Giulio: "La nostra non è una coppia alla fine, cerca il tradimento come alibi e possibilità di far esplodere una pentola. Questo disastro non accade per una semplice scappatella". Ma perchè gli vengono offerti sempre questi ruoli sofferti e dolenti? "Sarà per la gioia che ti si legge negli occhi!", lo prende in giro la Bobulova, mentre Valerio si trincera dietro un "non ho il physique du role per il supereroe o il poliziotto biondo e con gli occhi azzurri". Interviene anche De Matteo, che conosce Mastandrea da 20 anni: "Ha la faccia da clown, ma lo trovo drammatico: fa il brillante, il gigione, ma è una maschera". E ancora la Bobulova: "Sembri un attore dell'Est: anche quando fai la commedia hai quello strato in più, quella malinconia".
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Dare voce a chi non ha voce. E' la mission del film 'Gli equilibristi' di Ivano De Matteo. Un viaggio nella nuova povertà urbana del ceto medio, di chi al tempo della lira prendevano due milioni e mezzo di stipendio e che adesso con 1200 euro al mese non può neanche 'separarsi' perchè "il divorzio è per i ricchi, quelli come noi non se lo possono permettere!". Questo è il senso del film di Ivano De Matteo, una commedia amara sulla paternità e sul divorzio, dove a cercare di non precipitare sono Giulio (Valerio Mastandrea), 40 anni, impiegato al Comune di Roma, casa in affitto, auto a rate, una figlia rockettara, un bambino trasparente, e sua moglie (Barbora Bobulova). La ama, ma l'ha tradita: una scappatella con una collega. Scoperto, i due provano a rimanere insieme, ma lei non ce la fa, Giulio se ne deve andare. E inizia il tracollo. Si ritrova a dover pagare due affitti, doppie bollette, dover mangiare da solo in squallide trattorie e nascondersi dai creditori. Se Mastandrea è il protagonista, il film scritto da Di Matteo con la moglie Valentina Ferlan e inserito nella sezione Orizzonti della 69ma Mostra non ha un punto di vista maschile: "Quanti omicidi di donne avvengono in famiglia, quante fanno una brutta fine? E' più semplice simpatizzare con Giulio - dice la Bobulova - ma la mia è una donna che soffre, non una rompiscatole che lo caccia via". Ovviamente, il film - dal 14 settembre in sala con Medusa - non parla solo di crisi di coppia ma anche di crisi economica: "Oggi il ceto medio è colpito". Dice De Matteo. "Una volta un posto al Comune era una garanzia, oggi una famiglia ce la deve fare con poco più di mille euro al mese, e non è facile: se un apparecchio per i denti costa 2mala euro, rischi che tuo figlio diventi un coniglio!". Mastandrea, invece, parla del tradimento del suo Giulio: "La nostra non è una coppia alla fine, cerca il tradimento come alibi e possibilità di far esplodere una pentola. Questo disastro non accade per una semplice scappatella". Ma perchè gli vengono offerti sempre questi ruoli sofferti e dolenti? "Sarà per la gioia che ti si legge negli occhi!", lo prende in giro la Bobulova, mentre Valerio si trincera dietro un "non ho il physique du role per il supereroe o il poliziotto biondo e con gli occhi azzurri". Interviene anche De Matteo, che conosce Mastandrea da 20 anni: "Ha la faccia da clown, ma lo trovo drammatico: fa il brillante, il gigione, ma è una maschera". E ancora la Bobulova: "Sembri un attore dell'Est: anche quando fai la commedia hai quello strato in più, quella malinconia".
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