Magazine Società

La crisi morale della sinistra. Quale futuro?

Creato il 14 settembre 2011 da Laperonza

 

pd, penati, bersani, pisapia, referendum, speranza, futuro
Nel momento forse più buio dell’era repubblicana italiana, dove vediamo la crisi politica e sociale prima ancora che economica mangiare brandelli di dignità, di credibilità, di Paese, ci stiamo dimenticando, noi elettorato di sinistra, di quello che è stato il momento forse più bello degli ultimi anni, un momento di speranza per la sinistra e per l’Italia: la grande vittoria del Popolo, prima e molto più che dei partiti, alle ultime elezioni amministrative del maggio scorso.

   In quell’istante credo che tutti abbiamo creduto che un riscatto fosse possibile, che ci fosse la reale opportunità di cambiare le cose in meglio, di liberarci una volta per tutte di quella destra affarista, sporca, ignava e incapace che ha retto le sorti del Paese per la maggior parte degli ultimi vent’anni.

   Ma abbiamo anche creduto di poter cambiare la sinistra, quella sinistra ancora radicata ai vecchi schemi e alle vecchie nomenclature, quella sinistra antica che non ce la fa a modernizzarsi nonostante i continui cambi di nome, sigla, definizione.

   Oggi, di fronte alla situazione disperata in cui l’Italia si trova, vediamo sfumare anche questa speranza. Sì, probabilmente stiamo assistendo al tramonto del berlusconesimo e del suo non-concetto dello Stato. Ma stiamo anche assistendo all’implosione di quello che doveva essere il partito dei migliori, della gente pulita, onesta, della gente che non ruba. Penati e il suo comportamento tutt’altro che limpido, il pentolone ormai scoperto del “sistema Sesto”, i tentennamenti di Bersani ci stanno mostrando la faccia di un organismo mal funzionante, incapace di navigare verso il nuovo, verso il futuro. Non sto parlando di corruzione. Per quello attendo che l’inchiesta venga conclusa e mi auguro che si tratti di un caso in cui il PD inteso come partito non abbia alcuna responsabilità penale.

   Ma restano le responsabilità politiche. Resta il fatto che non abbiamo visto un comportamento chiaro, limpido, diretto da parte della Segreteria e della Direzione del Partito. Resta il fatto che io non sono per niente convinto, come credo non lo siano tutti quegli Italiani di sinistra che sono abituati ad usare il cervello. E questo stride con l’entusiasmo che mi (ci) animava soltanto qualche mese fa, quando Pisapia ripulì Milano, De Magistris inflisse una lezione storica al sistema dei partiti, il referendum diede l’occasione agli Italiani di dimostrare alla classe politica che non si può continuare a prendere in giro il Popolo per sempre.

   E adesso? Attendiamo la fine dell’inchiesta? Non ne sento il bisogno. Sento invece il bisogno violento e imprescindibile di qualcosa, qualcuno, in cui credere. E all’orizzonte, per ora, non c’è nulla.

Luca Craia


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :