Magazine Diario personale

la crisi: quello che vedo e quello che penso

Da Dony
Passare dal frastuono dell'Iperal, dopo una lunga coda estenuante alla cassa in uno di quei giorni in cui piovono le offerte, al silenzio irreale del NaturaSì che si trova proprio lì di fronte, dove non incrocio mai piu' di un cliente oltre a me, è una cosa davvero impressionante.
Non penso che esista così poca gente interessata al biologico, ma i costi dei suoi prodotti in un periodo di crisi profonda come questo non sono purtroppo alla portata di chiunque...pensare che l'ambiente è tanto accogliente e luminoso, ma il vuoto che vi regna ogni volta che ci metto piede è sconfortante.
E il mio pensiero va appunto alla crisi che il nostro Paese sta attraversando, e che qualcuno ha perfino il coraggio di definire "presunta".
Come si fa a ritenere presunto qualcosa che si vede, si sente, si respira ovunque ci si volti, anche quando si ha la fortuna di non esserne colpiti in maniera diretta?
Io non riesco ad essere serena solo perche' la mia sopravvivenza per il momento non è minacciata, mentre vedo tante persone soffrire intorno a me per la situazione politico-sociale e la mancanza di prospettive per chi non ha un lavoro, e qualche volta perfino per chi ce l'ha...
Nel mio complesso condominiale, su un totale di 18 nuclei famigliari, ci sono ben 4 padri disoccupati.
Li vedo ogni volta che mi affaccio sul balcone mentre sto pulendo casa, e loro fanno lo stesso al posto delle mogli che intanto puliscono la casa di estranei per racimolare qualche soldo e sfamare tutte le bocche della famiglia.
Uno di questi padri ho smesso di vederlo gia' da un po'.
Anche la moglie ha perso il lavoro, e non essendoci piu' la possibilita' di riuscire a pagare l'affitto hanno preso la loro bambina e si sono trasferiti a casa dei genitori di lei.
I proprietari hanno messo quell'appartamento in vendita.
Chi se lo comprera' poi, se le banche non concedono piu' i mutui alle classi medio-basse, è un mistero.
Poi c'è un'altra vicina di casa, una ragazza...vive con il padre.
Lei è disoccupata, lui non prende lo stipendio da prima di Natale.
Hanno qualche risparmio con cui tirano avanti, ma stanno passando questo inverno gelido senza accendere il riscaldamento per evitare uno spreco, come lo ha definito lei...
Spreco???
Spreco puo' essere un paio di scarpe in piu' quando gia' se ne possiedono decine, non il riscaldamento durante l'inverno, quello dovrebbe essere un diritto che spetta a tutti in egual misura...
E poi c'è il ragazzo del piano di sopra, che vive con la madre, pensionata.
Vorrebbe andare a convivere con la sua ragazza, ma lei studia e lui che gli studi li ha portati a termine non trova lavoro.
E con il sussidio per la disoccupazione non si va molto lontano.
E anche la signora della palazzina di fronte...dopo che la figlia ha perso il lavoro ed è caduta in depressione profonda, ha trovato una piccola occupazione, assiste una persona anziana non autosufficiente per qualche ora al giorno, e per risparmiare i soldi dell'autobus, a 59 anni si fa la bellezza di 20 km a piedi ogni giorno tra andata e ritorno, con il sole, con la pioggia, con il vento, e pure con la neve.
Da gennaio, presso l'azienda ospedaliera in cui lavoro, nella ditta che ha l'appalto per le pulizie dei reparti e degli uffici amministrativi sono scattati i primi licenziamenti.
Ogni volta che smetto di incontrare alcune delle dipendenti non posso fare a meno di chiedermi se le hanno semplicemente spostate a lavorare su un altro piano o se è accaduto loro l'inevitabile.
Tempo fa', su un quotidiano della mia citta', una statistica metteva in risalto l'aumento delle famiglie italiane che si rivolgono alle mense della Caritas perche' non sono piu' in grado di permettersi nemmeno un piatto di pasta e un pezzo di pane...peccato che queste mense non riescano a rimanere aperte ogni giorno, perche' mancano i fondi per l'approvvigionamento.
Al paese di Madre, poco prima di Natale, in chiesa c'è stato un furto.
Un uomo ha rubato i soldi delle offerte.
La webcam presente in chiesa lo ha ripreso.
Don Gianni pero' non lo ha denunciato, perche' il ladro era solo un padre disperato che non aveva abbastanza soldi per regalare almeno un giocattolo ai suoi figli.
Durante un'omelia ha detto: "non rubate, chiedete".
E ha istituito un fondo per aiutare le famiglie piu' in difficolta'.
Pero' quest'anno la sfilata di Carnevale è saltata :(
Gennaio è stato un brutto mese anche per una coppia che conosco...entrambe le ditte in cui lavoravano hanno dichiarato fallimento.
Tre figli da mantenere, di cui due alle superiori e uno all'universita'.
50 anni entrambi.
Lei continua a mandare curriculum ovunque, e intanto conserva lo spirito per fare battute sul sesso a pagamento.
Lui è riuscito a trovare un nuovo lavoro.
In Inghilterra pero'.
Ha dovuto scegliere se restare vicino ai suoi affetti senza poter garantire loro di che vivere, oppure allontanarsi da solo per guadagnare e permettere ai suoi figli di continuare a studiare.
Lui è uno di quelli che hanno fatto buon viso a cattiva sorte, che hanno avuto il coraggio di fare una scelta difficile, che non si sono arresi.
Francesca non puo' dire la stessa cosa.
L'attivita' in proprio di suo marito è fallita.
Anche lui si sentiva un fallito.
Eppure aveva ricevuto una nuova offerta di lavoro...non era il suo sogno di una vita, ma poteva costituire un buon punto di partenza per ricominciare tutto daccapo.
Invece no.
Una domenica mattina è toccato alla Franci trovarlo nel seminterrato di casa, con un sacchetto di plastica in testa con cui ha detto addio alla vita.
Francesca per fortuna un lavoro solido ce l'ha ancora, lo stesso lavoro che faccio io.
Non sara' tra quelli piu' pagati, ma perlomeno stipendio e tredicesima sono ancora una certezza, e non un'utopia come per tante altre persone.
Pero' lei è rimasta sola.
Con un mutuo da pagare, i debiti del marito da saldare, un bambino di due anni da crescere a cui non sa cosa rispondere quando le chiede dove è andato il suo papa'.
E sulle sue spalle il peso del tradimento peggiore che potesse subìre da parte dell'uomo che aveva sposato quattro anni fa', che le aveva promesso di esserle fedele sempre, in ricchezza e in poverta', e poi in un attimo di disperazione non ha considerato lei e il loro figlio una ragione sufficiente per continuare a vivere, a lottare...
Il marito di Francesca è uno dei tanti che hanno scelto di NON reagire alla crisi togliendosi la vita.
Eppure c'è un pensiero bellissimo di Einstein che afferma quanto una crisi possa rendere migliori le persone..
Invece continuo a vedere uomini professionalmente in gamba trasformarsi in vigliacchi, egoisti, coglioni.
E io sono certa che le capacita' per ribaltare la situazione a loro favore le possedevano pure, ma hanno preferito morire.
Oh sì per me è facile parlare.
Tanto io ho un contratto di lavoro a tempo indeterminato, mi sono liberata da tempo del peso del mutuo e il tetto sotto il quale vivo mi appartiene, il mio frigorifero è sempre pieno, guadagno quanto basta per concedermi cio' che è necessario e, entro certi limiti, anche il superfluo.
Lo ammetto, mi ritengo una privilegiata, e piu' mi guardo intorno piu' mi pare di esserlo a livelli imbarazzanti.
Ma imbarazzo per cosa poi?
Io non sono mai stata ricca.
Sono figlia di un operaio e di una sarta.
Mia mamma dopo la mia nascita lascio' il suo impiego in sartoria per dedicarsi esclusivamente alla famiglia, e fatta eccezione per qualche lavoretto che le veniva commissionato sporadicamente da alcune signore del paese, abbiamo sempre vissuto in quattro con il solo stipendio di papa', che costruiva trapani alla Black&Decker.
A 16 anni ho mollato il liceo e mi sono rimboccata le maniche per dare una mano ai miei genitori.
Da allora ho sempre lavorato.
So cosa significa rimanere senza un tetto sopra la testa, visto che ben due calamita' naturali nel giro di pochi anni ci hanno costretti allo sfollamento, lasciandoci solo con i vestiti che avevamo addosso.
La seconda volta lo sfollamento è durato qualche anno.
Ci siamo adattati ad una stamberga per poche lire di affitto al mese, intanto che mio papa' si reinventava muratore e con una ridicola miseria ricevuta come risarcimento danni dalla Regione e l'aiuto di pochi amici a tempo perso rimetteva in piedi tutto dalle fondamenta.
Ho fatto sacrifici e rinunce per pagare il mutuo della casa in cui vivo oggi, e senza contare sull'aiuto dei miei genitori, perche' quei pochi risparmi che possedevano erano serviti per la ricostruzione della loro casa.
Alla fine tutto quello che mi appartiene non è il frutto di una botta di culo, ma me lo sono costruita da sola e duramente, nel corso di una vita che rispetto a quella di tante mie coetanee è stata parecchio piu' in salita.
Il mio non vuole essere un discorso autocelebrativo, nè ricerca di compatimento, che non tollero.
E' solo la mia esperienza.
Ho vissuto tanti momenti bui, ho abusato della malattia per aggirare i problemi, ho passato piu' tempo del dovuto a piangermi addosso intanto che la vita mi scorreva davanti, pero' ogni volta che ho intravvisto degli spiragli di luce mi ci sono aggrappata, non mi sono mai arresa senza nemmeno provarci.
Non si supera la crisi negandola o minimizzandola, ma nemmeno piegandosi e rinunciando ad affrontarla di petto.
Economica o esistenziale che sia.

Non possiamo pretendere che le cose cambino,se continuiamo a fare le stesse cose.La crisi è la piu' grande benedizione per le persone e le nazioni,perche' la crisi porta progressi.La creativita' nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficolta'violenta il suo stesso talento e da' piu' valore ai problemi che alle soluzioni.La vera crisi è la crisi dell'incompetenza.L'inconveniente delle persone e delle nazioniè la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita.Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine,una lenta agonia.Senza crisi non c'è merito.E' nella crisi che emerge il meglio di ognuno,perche' senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.Parlare di crisi significa incrementarla,e tacere nella crisi è esaltare il conformismo.Invece, lavoriamo duro.Finiamola una volta per tutte con l'unica crisi pericolosa,che è la tragedia di non voler lottare per superarla.Albert EinsteinPero' quanto mi dispiace che l'unico programma politico che voterei senza pensarci due volte non possa essere votato :(((

la crisi: quello che vedo e quello che penso

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