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La Difesa e il missile verso il nulla, sono pazzi questi generali?

Creato il 18 maggio 2013 da Coriintempesta

di: Toni De Marchi

Aviation Week & Space Technology è la più importante rivista mondiale del settore dell’aeronautica e della difesa. Una fonte autorevole, come si dice. Il personaggio citato in un recente articolo, il segretario generale della Difesa generale di squadra aerea Claudio Debertolis, lo è ancor più, autorevole. Ebbene, secondo la rivista statunitense, il nostro tristellato generale vorrebbe acquistare (con i soldi degli italiani, non i suoi) almeno una batteria di missili MEADS “per la difesa di Roma”.

La notizia sarebbe in sé trascurabile, se non fosse che il missile MEADS non esiste. O meglio, come lo ha definito la senatrice repubblicana Kelly Ayotte, è un “missile to nowhere”, un missile verso il nulla (per inciso, la Ayotte non è una pacifista, anzi è una sostenitrice pura e dura del diritto di portare armi: due settimane fa ha rifiutato di incontrare la vedova di un uomo ucciso in una sparatoria, per dire).

sospenderne tutti i finanziamenti

Come ho già scritto qualche tempo fa, il progetto è già costato circa 4 miliardi di dollari (oltre mezzo miliardo a carico dell’Italia) ed è in ritardo di un quindicina di anni rispetto alla tabella di marcia. A febbraio gli Stati Uniti hanno stanziato gli ultimi 381 milioni di dollari per completare l’attuale fase di sviluppo ed evitare di dover pagare le penalità per la fuoriuscita anticipata dal progetto.

E mentre gli Usa se ne vanno e i tedeschi hanno già detto che comunque non intendono comperare il missile, cosa vuol fare il generale Debertolis? Acquistarne una batteria per difendere Roma.

Persino l’articolista di Aviation Week si sorprende della proposta “nonostante i piani di austerità decisi dai politici italiani”. Se mai dovesse trovare qualcuno nel governo o nel Parlamento disposto ad assecondarla, la bizzarra idea del potentissimo responsabile degli approvvigionamenti della Difesa italiana, farebbe infatti di questa solitaria batteria il missile più costoso della storia.

Perché, a parte i quattro miliardi già spesi, dovremmo buttare nella voragine svariate altre centinaia di milioni. Molti elementi del MEADS non sono infatti ancora completamente sviluppati. Persino il radar MFCR, considerato l’elemento più importante del progetto, viene definito dal rapporto Assessments of Selected Weapon Programs 2013 del Government Accountability Office statunitense soltanto un “prototipo a basso costo con solo il 50 per cento delle componenti attive di trasmissione e ricezione” .

L’articolo della rivista americana sostiene che Debertolis e la Lockheed (sempre lei!), sperano di coinvolgere nella prosecuzione del progetto la Polonia e forse il Giappone. Al momento non vi sono notizie che confermino queste intenzioni, se non una generica dichiarazione alla rivista di un dirigente della Lockheed stessa. Ma, al di là del fatto che comunque non si sa quanto costerebbe l’ulteriore sviluppo del MEADS (finora gli Usa vi avevano contribuito per il 58%, noi per il 17 e la Germania per il restante 25), c’è il piccolo dettaglio che l’Italia ha già un missile in servizioche ha le stesse capacità del sistema trinazionale. Capacità effettive, non futuribili. Basato sul missile italo-francese Aster, è già operativo in Francia, Italia, Gran Bretagna, Singapore, Arabia Saudita. All’inizio dello scorso marzo, l’arma è stata la prima a ottenere la certificazione NATO per il cosiddetto Interim Ballistic Missile Defence, intercettando un bersaglio simulante un missile balistico tattico. Anche a seguito di questo test, la Francia ha deciso di proseguire lo sviluppo della versione NT dell’Aster (capace di intercettare missili balistici a più lunga gittata) e successivamente del cosiddetto Block 2, ancora più performante.


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