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La diffamazione “nazista” contro Pio XII? Orchestrata da Stalin e dall’URSS

Creato il 27 agosto 2012 da Iljester

La diffamazione “nazista” contro Pio XII? Orchestrata da Stalin e dall’URSSOrmai è anni che si discute della questione e anche Il Jester si è occupato di Pio XII, con un articolo volto a dimostrare che Papa Pacelli, lungi dall’essere “simpatizzante” dei nazisti, aiutò, anche a rischio della propria vita e della esistenza della Chiesa, molti ebrei a sottrarsi alle persecuzioni naziste.

Naturalmente, come sempre capita, in queste “diatribe”, abbiamo coloro i quali continuano a credere e/o a fomentare questa leggenda nera e coloro invece che testimoniano – dati storici alla mano – la verità evidente: Pio XII non era certamente un collaboratore nazista e anzi, lottò contro il nazismo con le armi e le risorse che un papa aveva a disposizione a quel tempo, davanti a un mostro dalle mille teste, spietato e pericoloso.

La diffamazione “nazista” contro Pio XII? Orchestrata da Stalin e dall’URSS

Ma andiamo alla notizia di oggi. L’ex capo dei 007 rumeni, Ion Mihai Pacepa, che disertò negli USA nel 1978, ha rivelato che le accuse di collaborazione e/o simpatie naziste di Papa Pacelli è un falso storico alimentato da Stalin fin dal 1945 per combattere contro i cattolici ucraini, che ancora si opponevano al regime comunista staliniano.

Eccovi una sintesi tratta da Affariitaliani:

… Pacepa sostiene che esistano «una quantità di prove di un certo peso che dimostrano come il ritratto di Pio XII come papa di Hitler [sia] nato a Mosca». Questo perché bisognava  «conoscere attentamente la ‘scienza’ segreta del Cremlino, capace di cambiare il passato secondo le necessità del presente». Nel gergo del KGB questo cambiamento del passato fu denominato ‘framing’ (montaggio). Cento, mille tessere (rappresentate da altrettanti  documenti) prodotte da un team e riunite in un unico ritratto diffamatorio.
Pacepa ha ammesso di essere stato implicato, sia pure in maniera marginale, in quest’operazione, ma di non sapere «quale sarebbe stata l’immagine finale» cucita addosso a Pacelli. Si tratta di un metodo sviluppato al tempo di Stalin, negli anni ’30, e nel quale il KGB era maestro.
La tesi portata avanti dall’ex generale sostiene che l’operazione contro il Papa sarebbe cominciata nel 1945, dopo la fine della guerra e sarebbe stata voluta da Stalin per distruggere i cattolici ucraini, ultima sacca di Roma in terra sovietica [...] Per questo motivo Stali cercò di dipingere Pacelli come collaboratore del nazismo e feroce campione dell’anticomunismo, fino a definirlo nel corso di una trasmissione su Radio Mosca nello stesso anno come: «Papa di Hitler». Pacelli seppe parare il colpo definendo il nazismo come «spettro satanico» dalle onde di Radio Vaticana, bloccando l’attacco di Stalin e incassando in quel periodo il rispetto di Winston Churchill e Albert Einstein per aver difeso le minoranze religiose.
Negli anni ’60, però, Mosca torna alla carica, forte del fatto che si possono influenzare le giovani generazioni. Per Pacepa, l’operazione Seat 12 avrebbe avuto perno nell’opera ‘Il Vicario’, sostenendo che Hocchuth volesse screditare gli anticomunisti. E che il testo dell’opera contenga «prove inconfutabili della mano del KGB» dietro l’opera del drammaturgo tedesco. Non è tutto: uno dei migliori amici di Hocchuth sarebbe David Irving, noto negazionista dell’Olocausto…

Che dire? In effetti ricordo qualcosa in merito agli insegnamenti comunisti, secondo i quali per far trionfare il comunismo, era necessario distorcere la verità, alterarla e screditare il proprio nemico, fino a renderlo nemico del popolo, affinché questo poi si sollevasse contro di lui e lo abbattesse, permettendo così il trionfo del comunismo stesso.

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Mistificare la realtà, distorcerla, ammansirla, addomesticarla e renderla amichevole e a sé favorevole sono sempre state strategie chiave dei comunisti fin dalla rivoluzione d’ottobre. E con Stalin sono diventate la strategia principe e il paradigma utilizzato da tutti i comunisti del mondo – ivi compresi quelli italici – per attuare le loro forme di lotta politica. L’avversario per i comunisti non è un avversario: è il nemico. E il nemico si abbatte con tutti i mezzi, ivi comprese la denigrazione, la diffamazione e la falsità!

Fonte: Affariitaliani


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