Quest’anno ci tengo a fare una differenza.
In realtà – le differenze – son tante (spesso considerate una forma di razzismo) specie in una società che altalena tra internet e la vita reale in cui nessuno si azzarda più a dire che la differenza non deve esistere. Esiste, sottoforma di tutela dell’uomo e dell’ambiente, così come esiste una differenza tra plastica e carta, tra la didattica a distanza e quella di presenza, tra l’apple e il samsung, tra la giustizia umana e quella divina, tra la tastiera e il touch, tra il dolce e il salato, tra gli amici presenti e quelli assenti, tra le relazioni sui social network e nel sociale, e infine tra il clima dicembrino a nord e quello a sud dell’Italia. E allora perché la società ci impone che le differenze sono una forma di pregiudizio raziale e allo stesso tempo di posizione sociale? Perché forse è giusto trascendere queste differenze, come la mano destra e la sinistra, come l’e-book e il cartaceo. Gli esempi sono infiniti, e c’è da chiedersi se questo pregiudizio sia innato o imposto, se la nostra percezione del clima, delle situazioni, del credo, della cultura, siano veramente frutto di un processo di crescita specifico, o provengano da tutt’altra parte. C’è da chiedersi qual’è la differenza tra il sonno e la veglia, tra l’oggi e il domani, e soprattutto tra la sensazione di pace che ci regala il Natale e quella di inquietezza che ritroviamo nel quotidiano. C’è davvero bisogno di fare la differenza? E poi, perché una sola differenza talvolta è capace di condizionarci a tal punto? Perché questa foto è così diversa nella stessa stagione e nel medesimo mese? È davvero così o è frutto della nostra mente?
Sicuramente, la risposta non è così facile da poterla scrivere, non è così scontata come le strade che percorriamo, come le parole che pronunciamo, come gli amici che ci circondano.
Questa differenza oggi, potrebbe essere importante per ognuno di noi, per comprendere meglio il valore della vita quotidiana, del nostro lavoro, del nostro percorso di studi e infine di noi stessi. Il senso che riusciamo a dare a questa differenza, parte proprio da ciò che siamo e da dove siamo disposti ad arrivare con la mente e con il cuore.
Buon Natale a tutti voi,
da Flavia Altomonte.