Magazine Diario personale

La differenza tra me e te.

Creato il 12 dicembre 2014 da Denise D'Angelilli @dueditanelcuore

La differenza tra me e te è che io non so chi tu sia, ma proprio zero, cioè sai quando dici ah sì l’ho visto da qualche parte, ho letto il suo nome anche per sbaglio, invece no, io non ti conosco io non so chi sei come diceva la canzone eppure tu parli di me, sempre, di quello che scrivo e che credi sia vero, di come appaio pensando che sia uguale a come sono, e io ti guardo da un angolo e penso a quanto debba essere triste e poco appagante la tua vita se sei così interessato a quella degli altri, a quella di una persona che non ti interessa minimamente, dici tu, eppure se una cosa non ti interessa la eviti, almeno così mi hanno insegnato, oppure la prendi in giro per un po’ come faccio io con tanti personaggi che reputo poco interessanti, porto prove per la mia tesi, rosico perché non ho quello che hanno loro e lo ammetto, ma poi parlo di altro. Ma quella laurea che hai preso te la sei sudata tanto e io invece non ce l’ho non mi sembra che ti abbia fornito un’occupazione migliore della mia, che al momento non esiste. Io ho studiato comunicazione e comunico, dicevo, e tu e tanti altri avete preso la frase e ve la siete passata come un pallone da basket, eppure è così vera: io ho studiato come comunicare, ho aperto un blog, ho lavorato in due radio, ho un profilo twitter, scrivo minchiate su facebook, intervisto le persone, e a casa mia questo vuol dire comunicare, e lo fai anche tu, in un modo che a me non piace ma lo fai, e se io non fossi brava a comunicare tu non mi parleresti, ma forse la tua laurea questo non te l’ha insegnato, nemmeno la mia inesistente, io questo l’ho imparato da sola, come tante altre cose nella vita che tu non puoi sapere.

La differenza tra me e te è che dicono di non accettare le caramelle dagli sconosciuti e io invece testarda mi sono iscritta su twitter e ho aperto un blog, alcuni sconosciuti sono diventati conosciuti e sono quelli che se finisco in ospedale mi chiedono se mi serva qualcosa, gli sconosciuti restano tali e io non voglio le loro caramelle, e più non le voglio e più fanno di tutto per offrirmele ma a me le caramelle non sono mai piaciute perché quando portavo l’apparecchio poi mi si appiccicavano al metallo ed era un gran macello, e adesso che il mio sorriso è decente e me lo sono sudato non me lo faccio di certo rovinare dalle vostre armi crea carie. Mi dicono che questo sorriso dovrei usarlo con te perché sei un povero imbecille, ma io non ci riesco, non ci riesco perché la differenza tra me e te è che tu mica lo sai che qua ogni mattina è la guerra prima nel letto, poi davanti allo specchio, poi davanti all’armadio, poi davanti alla valeriana, un tempo era davanti a qualche pasticca, poi davanti alle persone, poi davanti al gatto, poi davanti agli annunci di lavoro che apro ogni mattina, poi davanti al computer, eppure parli come se mi conoscessi da anni, come se fossi mia madre, e io che di mio non sono così sicura di essere granché mi lascio sopraffare dalla cattiveria e mi riempio la testa di domande, e se fossi sbagliata, e se davvero la pensassero tutti così, ma io a dire le bugie ho sempre fatto schifo e quindi magari fossi in grado di crearmi un personaggio del genere e di portarlo avanti, una donna sicura di sé al cento per cento, che si sente bella, simpatica, intelligente, che ha sempre la cosa giusta da dire e la cosa giusta da indossare, che riesce a tenersi un uomo, che riesce a tenersi una madre, insegnamelo tu a essere una persona così visto che pensi di esserlo.

La differenza tra me e te è che io poi alla fine alle cose ci arrivo, con i miei tempi e con le persone che mi strattonano urlandomi in faccia, e sorrido davvero, perché se tu provi a spiegare a un cinese in africano come si cucina la pizza margherita è ovvio che lui non ci capisca un cazzo, quindi se non capisci quello che sono perché il problema dovrebbe essere il mio? Se venissi qui a dirmi che scrivo male, o andassi su Outune a dire che non ci capisco un cazzo di musica, o mi commentassi una selfie dicendomi che sono strabica io ascolterei le tue parole, perché commenteresti un qualcosa che può essere commentato, ma se mi insulti perché sto seduta su un divanetto a guardare un programma tv allora di che stiamo parlando? Se lo avessero chiesto a te non lo avresti fatto? Io vado in televisione in un programma che nessuno si fila e nemmeno mi si vede e vado a fare quello che tu fai dal divano di casa tua solo che se lo fai tu va bene e se lo faccio io no, che se solo tu usassi il potente mezzo di twitter per scrivere qualcosa che vada al di là degli insulti nei miei confronti forse potresti farlo tu, che oh io mi ci pago mezzo affitto e tanto schifo non mi fa mica, non me ne devo vergognare. Poi dici che non te ne frega un cazzo di quello che faccio io perché tu nella vita vuoi fare altro, ma apri un blog e lo fai per te stesso, ma potevi tenerti il diario segreto cartaceo con il lucchetto di plastica che avevi in prima elementare, elemosini rubriche su qualche webzine che fa le stesse visualizzazioni di una foto di un gatto che non è nemmeno mio su instagram, apri un canale youtube, metti su un podcast però no, non voglio fare quello che provi a fare anche tu, ma figurati. Scusami quindi se poi ti blocco e non ti rispondo, non è che non mi piaccia discutere, anzi, non faccio altro durante il giorno, è che le discussioni devono avere un argomento e un fondamento, altrimenti sono solo parole prese e buttate a caso e le parole sono importanti, chissà se lo sai che questa frase non è nemmeno mia.

La differenza tra me e te è che io sono una persona dietro a una tastiera che non ti ha mai nominato, che segue e apprezza i tuoi amichetti del cuore e quando scopre che anche loro la pensano come te li sfanculo e ci sto pure male perché spesso nella mia vita i social e la vita vera si confondono, nonostante io non sia un cazzo di nessuno, però almeno ho la decenza di ammettere di stare in un luogo virtuale perché voglio arrivare dove voglio arrivare, da sempre, mentre tu invece fai quello che lo schifa però ci passi lo stesso tutte le tue giornate, a parlare solo con chi la pensa come te, e non lo sai che per quello esistono le chat di gruppo di whatsapp? Non deve di certo spiegartelo una non laureata disoccupata fallita e sfigata che con il web ormai le persone ci guadagnano, ma io non faccio parte di questa categoria quindi punta il tuo fucile altrove, o magari puntalo contro te stesso e chiediti perché nutri tutto questo astio nei confronti di un nome inventato.

La differenza tra me e te, infine, è che io voglio solo che qualcuno, finalmente, parli di me, dopo anni da eterna seconda in tutto, di incompresa, di loser e di cornificata, e tu parli di me tutto il giorno, e credo quindi che in fondo il mio lavoro lo stia facendo piuttosto bene.



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