Si continuano ad evidenziare diverse forme di dipendenza.
Oggi, nella pratica clinica si riscontrano, discutono e teorizzano le forme nuove di dipendenza non legate all’uso di sostanze psicotrope, quali per esempio la dipendenza da Internet (Iad, Internet addiction disorder),che tratteremo più in dettaglio in questo articolo, da gioco d’azzardo (pathological gambling), trattato nell’articolo “corsa verso il jackpot” pubblicato nel mese di ottobre, da lavoro (workalcoholism o workaddiction), da rischio (risk addiction), da acquisti compulsivi (compulsive buyers), da sesso (sexual addiction), da esercizio fisico (excercise addiction) ect.
Sono disponibili studi e statistiche di epidemiologia sociale, per alcune di queste nuove forme di dipendenza mentre per altre ci troviamo ancora al livello iniziale dell’approfondimento scientifico.
Per esempio, anche la videodipendenza è una vera e propria malattia. La televisione induce, in chi la guarda molto spesso, una forma di assuefazione che porta all’insorgere della dipendenza.
Certe dipendenze non colpiscono solo i giovanissimi e i giovani, ma anche gli adulti.
Molti effetti di queste dipendenze sono uguali alle tossicodipendenze. Infatti, parecchi atteggiamenti che possono indicare la dipendenza sono: impossibilità di resistere all’impulso di compiere un determinato comportamento; un iperattività cioè: sensazione crescente di tensione immediatamente precedente l’inizio dell’atto; ancora, sensazione di perdita di controllo durante l’atto; effettuare vari tentativi di ridurre, controllare o abbandonare il comportamento; mancata cessazione del comportamento nonostante la consapevolezza che lo stesso possa causare o aggravare problemi di ordine, finanziario, psicologico o psichico e sociale; marcata tolleranza: bisogno di aumentare l’intensità o la frequenza dell’atto, allo scopo di ottenere l’effetto desiderato; agitazione o irritabilità se non si può adempiere a questo comportamento. Insomma tutti gli effetti legati all’abuso di sostanze psicotrope.
In questo articolo mi soffermerò sullo IAD; Internet addiction disorder, cioè abuso da internet e quando questo avviene negli adolescenti e bambini.
Nella fase iniziale di un comportamento dipendente vi è un comportamento ossessivo compulsivo verso l’oggetto stesso.
Secondo il DSM-IV, il DOC è caratterizzato da sintomi ossessivi e/o compulsivi che siano fonte di marcata sofferenza per il paziente, comportino spreco di tempo (più di un’ora al giorno) e interferiscano con le normali attività quotidiane.
Qualsiasi tipo di disturbo viene riconosciuto come tale solo se compromette il normale ritmo delle attività quotidiane e il funzionamento sociale e lavorativo del soggetto e se non può essere meglio giustificato da altri disturbi d’ansia o da malattie psichiatriche dovute a condizioni mediche generali.
Affinché venga diagnosticato un disturbo ossessivo-compulsivo devono essere presenti o soltanto ossessioni, oppure ossessioni e compulsioni.
Iad è stato un termine coniato da Ivan Goldberg, M.D., nel 1995.
Molti ricercatori, attualmente, stanno valutando l’inclusione della dipendenza da Internet all’interno del futuro DSM-V. Questo potrebbe aprire le porte al rimborso delle consulenze da parte delle compagnie di assicurazione statunitensi, per questo tipo di disturbo e altri.
Alcuni critici sostengono al contrario che la dipendenza da internet non può essere considerata uno specifico disturbo psichiatrico, ma un sintomo psicologico che può connettersi a differenti quadri diagnostici e clinici
Ritornando a tutti coloro che dichiarano l’insorgenza di psicopatologie legate all’uso di Internet dobbiamo ricordare :
1. le psicopatologie preesistenti. In più del 50% dei casi la IAD può essere indotta da alcuni tipi di disturbi psichici preesistenti. I fattori di rischio includono una storia di dipendenza multipla, condizioni psicopatologiche come depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo bipolare, compulsione sessuale, gioco d’azzardo patologico o fattori situazionali, come sindrome da burnout, contrasto coniugale o abuso infantile.
2. avvenimenti di vita sfavorevoli (problemi lavorativi, familiari, sociali, ect: “casi viene usato internet come ”valvola di sfogo”;
3. le condotte a rischio possono essere dovute all’eccessivo consumo, riduzione delle esperienze di vita e di relazioni “reali”,ect;
4. le potenzialità psicopatologiche proprie della rete (anonimato e sentimenti di onnipotenza che possono degenerare in: pedofilia, sesso virtuale, creazione di false identità, gioco d’azzardo).
Altra caratteristica della rete che può indurre dipendenza è la possibilità di fornire emozioni e rapporti interpersonali virtuali senza ruoli, vincoli e convenzioni. Questo perché appunto in internet si può mutare a piacimento la propria identità e la propria storia cambiando l’età, la professione, il sesso di appartenenza ect, insomma descriversi come altre persone.
Secondo le ricerche di Lavenia G. e Marcucci M., pubblicate nel 2006, si evidenziano due fasi di sviluppo comuni a tutti gli utenti telematici ed ogni fase dello sviluppo telematico (il percorso evolutivo che il neofita di internet segue per inserirsi in questa nuova realtà) comporta specifici rischi.
1. Fase di osservazione e ricerca.
In questa prima fase, il soggetto scopre e utilizza giornali, riviste e informazioni on line, casinò virtuali, trading online, negozi virtuali, siti pornografici.
Rischi correlati alla prima fase:
Sovraccarico cognitivo,
Gioco d’azzardo patologico online,
Trading patologico online,
Shopping compulsivo online,
Porno dipendenza.
continua……………….