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La distanza dalle due Americhe

Creato il 10 novembre 2012 da Trame In Divenire @trameindivenire
La distanza dalle due Americhe

Election Day 2012

 

Il film documentario “Le due Americhe” sulla campagna elettorale americana andato in onda venerdì sera, 9 novembre, su La7  è paradigmatico. Segna la distanza tra l’Italia e le due Americhe: quella di Obama, quella di Romney, diverse nei contenuti . C’insegna quanto siamo ancora ben lontani dai modelli di partecipazione politica e democratica, dall’essere un paese civile che discute e si confronta civilmente. Segna la distanza tra la politica e la propaganda. Anni luce di distanza. Nello stile, nella dignità, dei contendenti, dei cittadini. Anni luce, dalle false e violente baruffe spartitorie (iene intente a lacerar le carni della preda), dalla farsa grottesca ed autoreferenziale priva di contenuti proposta dai “ricurvi su sé stessi” signori della politica nostrana. Salvo rari, rarissimi casi.

Il messaggio fondamentale che giunge dagli Usa, nonostante la contrapposizione tra Obama e Romney, è il senso di unità, di uguaglianza, di libertà e partecipazione del popolo americano (nei diversi ambiti sociali, economici, culturali), alla campagna elettorale, alla vita politica del paese. Dalle convention affollate da decine di  migliaia di partecipanti, alla militanza individuale, volontaria porta a porta. La riforma della sanità realizzata da Obama è una testimonianza, accolta, condivisa. Uguale uguale a quello che accade a casa nostra, dove il governo dei falsi tecnici, ancora una volta non sa far altro, ancora, che tagliare: diritti, tutele, servizi, tranne che benefici e privilegi accordati per via esclusiva alle élite auto nominate.

A distanza di pochi mesi dal rinnovo del parlamento i “nostri”, confortati dal “Salva Italia” sceso sulle messi con lo scuro falcione della finanza tecnocratica che mortifica i corpi e nega le coscienze, sono li a ciurlare nel manico della legge elettorale tagliata su misura come un “auto da fé“. Un premio di maggioranza val bene l’ennesimo sopruso alla democrazia. E noi li, ad osservare, tristi spettatori, pronti a consegnarci nelle mani del prossimo demagogo, tra urla, insulti, violenza verbale, propaganda reazionaria. Altro che moderati!

E che dire della prima uscita pubblica del neo presidente Obama per il quale “chi è ricco come me paghi più tasse“. L’ennesima distanza, netta, dalla ricetta neoliberista che imperversa come un dogma nella vecchia stanca Europa e ancor più nel Bel Paese. A casa nostra, l’altrettanto vecchia, obsoleta e stanca classe politica, stretta nel conforto della borghesia piccola piccola è pronta a tenersi i tecnocrati bocconiani che alla redistribuzione della ricchezza non ci pensano nemmeno. Frenare la recessione, evidentemente, non è una priorità. Resta la distanza, abissale.

 


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