La mia nonna era una gran brava donna. Tutti lo dicevano in paese. Non era istruita, aveva lavorato sempre tanto, anche nei campi. Lei era sempre allegra, lavorava cantando e leggeva i romanzi di Grand Hotel e forse, sognava la vita che non aveva mai avuto ed il grande amore...chissà! La salute non l'ha assistita, ma lei aveva una gran forza e non si lamentava mai. Non si arrabbiava tranne quando il nonno l'apostrofava con "pureta", poveretta. Allora si che si arrabbiava, si arrabbiava tanto e alla fine litigavano lei e il nonno
La nonna aveva una grande amica, Adelina, la nostra vicina di casa.
Un giorno Adelina venne a casa nostra, veniva spesso, mica che fosse una novità, ma quel giorno voleva conferire con la nonna privatamente.
"Chissà cosa combinano quelle due" sentii dire a mia mamma. Io, che per natura sono un pò curiosa, non stavo nella "pelle" per sapere.
Per qualche giorno non successe nulla, poi una mattina arrivò Adelina, aveva con sé della rete metallica ed altre cose che non ricordo. Le diede alla nonna e disse "Buon lavoro Guglielma". La nonna prese tutto e si chiuse nella capanna. Si, avevamo un garage in mattoni con il tetto verde che in casa tutti chiamavano 'la capanna'.
Ne uscì dopo un tempo per me non ben definito, con il sorriso e disse "Se siamo fortunati domani mangeremo la polenta con gli uccelli"!
"Che uccelli nonna"? Chiesi io meravigliata.
"I passerotti", rispose lei.
Credo di essere rimasta schifata e addolorata per quei poveri passerotti.
La nonna aveva preparato una trappola per gli uccelli. Non so e non ricordo come fece, ma ricordo che nel pomeriggio mi sedetti nello sgabellino accanto a lei che aveva in mano un cordino agganciato alla finestra piccola della 'capanna' ed ogni tanto lo tirava e gioiva dicendo "Ecco, catturato un altro"!
La perdono solo perché la nonna da piccola aveva sofferto la fame ed una volta si mangiava di tutto per sopravvivere.
Non so quanti passerotti catturò, però il giorno dopo vennero a casa nostra Adelina ed il marito Poldo, misero il paiolo sulla stufa a legna e fecero la polenta che per pranzo mangiammo con gli uccelli. Ricordo mio babbo che si lamentava perchè diceva che con gli uccelli si mangia poco! "Sono tutte ossa" bofonchiava! Che famiglia la mia!
Ecco, mia nonna era anche questa.
E poi però era anche quella che al mattino mi faceva trovare la sua ciambella, buona, molto buona ed io ne mangiavo sempre due fette.
Ingredienti
Uno stampo da cm 25 (Questo stampo che ho usato io non è propriamente da ciambella, potete usare lo stampo che desiderate purché sia di misura)
3 limoni non trattati (di Sorrento è meglio sono molto profumati)
10 noci
3 uova
130 g di zucchero di canna integrale
150 ml di olio di semi di soia
125 ml di latte di soia
150 g di farina integrale
100 g di farina di farro integrale biologica macinata a sasso con molino ad acqua (se non l'avete usate pure la semplice farina bianca, verrà meno rustica ma comunque buona)
burro per ungere lo stampo
1 bustina di lievito per dolci
Procedimento
Accendete il forno a 180°C. Imburrate lo stampo e mettete lo zucchero, buttate via l'eccesso.
Lavate i limoni, grattugiate la buccia, solo la parte gialla e non bianca, usate la grattugia dai fori larghi. Rompete le uova e, insieme allo zucchero, montatele con le fruste. Aggiungete l'olio e lavorate ancora, mettete il latte, lavorate poi aggiungete le farine setacciate, la buccia dei limoni, i gherigli di noci spezzettati con le mani, il lievito.
Infornate per circa 50 minuti ma dipende sempre dal vostro forno.
E' una ciambella molto soffice e rustica quel tanto che basta.
Un saluto a tutti voi, buona giornata anche se la primavera sembra essere andata in vacanza!
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