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La droga fai da te

Creato il 12 agosto 2010 da Madyur

LA DROGA FAI DA TE. DILAGA LA COLLA NEI QUARTIERI POVERI DEL MONDO
A Mathare è una giornata lo slum più agghiacciante di Nairtobi, alcuni bambini per far passare il freddo o la noia tuffano le narici in una bottiglietta piena di colla appesa al collo. Mathare è una distesa di case di cartone adagiate su un letto di fango. Dai vicoli sale il fetore delle toilette con i sacchi pieni di feci. Le bande giovanili si uniscono su montagne di immondizia per decidere la scorribande giornaliere. La band pi influente è quella dei mugiki , che predica il ritorno alla solidarietà africana. Durante la guerra civile del 2008 bastavano dieci dollari per commettere un omicidio su commissione.
A Mathare si impara a rubare a dieci anni. A quindici sei già un pistolero. Si esprimono in sheng , un miscuglio di inglese e lingue tribali. Nessun straniero si avventura negli slum. I tassisti lasciano i clienti ai bordi. La polizia ha creato intorno allo slum un cordone di sicurezza. Si passa solo con un caronte autorizzato : come uno sportivo nazionale che ha aperto una scuola di arti marziali o un leader del volontariato. Non sempre però questi uomini sono il lasciapassare per entrare.
Quando si entra si ascoltano storie impensabili.
Brian è uno di loro. Ha 15 anni , da almeno 5 vive di espedienti e dorme dove capita. Negli ultimi mesi è entrato in un gruppo musicale sponsorizzato dall’Amref , che usa come strumenti materiali di scarto raccolti nelle discariche. “Sono scappato di casa perché la mia matrigna mi picchiava e mi negava il cibo. Mi sono aggregato ad un gruppo di amici che già la prima sera mi hanno fatto annusare la colla. La compravano dal calzolaio. A 10 centesimi per 5 grammi. Per ti inali ti metti alle spalle tutti i problemi. Ti senti un po’ stordito , ma dimentichi di avere fame e non avverti più il freddo. Bisogna stare attenti a non esagerare perché se no diventi dipendente. Oggi che mi hanno dato uno scopo nella vita ne sono quasi fuori. Ma certe sere , se mi ritrovo con i vecchi compagni di strada , qualche tirata me la faccio ancora”.
A Nairobi i ragazzi di strada che si fanno di colla sono 30000. A Kinshasa , nella Repubblica democratica del Congo sono 300000. L’Africa, dove più si condensano i problemi di sottosviluppo , è il continente che registra il più alto numero di adolescenti allo sbando. Bambini soldato e banditi in erba che non avendo mezzi per avere la droga normale , fuggono dalla loro realtà investendo i pochi soldi in colla , mastici per l’industria calzaturiera , cloroformio, acetone, benzina, solventi chimici , perfino jekem ( fermentazione di feci umane). Tutti ingredienti a basso prezzo facilmente acquistabile nei negozietti o nelle bancarelle. Il cui consumo è legale in quasi tutti i paesi.
Non è mai nata un’industria per lo spaccio , ma il piccolo commercio degli inalanti è una delle catene con cui il racket della schiavitù tiene sotto scacco la gioventù che impiega in attività criminali , belliche o di sfruttamento sessuale ( pedofilia o prostituzione).
Un mercato che coinvolge fra i cento e i centocinquanta milioni di minorenni , con un fatturato di venti miliardi di dollari l’anno , superato solo dal traffico d’armi e di droghe pesanti. E in cui si calcola che negli ultimi dieci anni siano scomparsi un milione di adolescenti : avvelenati, torturati, violentati, abbandonati nelle discariche.
Gli inalanti fanno perdere le inibizioni , ma con le allucinazioni fanno aumentare l’aggressività , espone attacchi di nausea e di vomito, può creare danni irreversibili a livello cerebrale e , nei casi più estremi, portare alla morte per asfissia.
Jack, un altro ragazzo di Mathare, racconta “Inizia quasi sempre per gioco. LO fanno i tuoi compagni e non te la senti di restare escluso. Non sai neanche valutare i pericoli a cui vai incontro. Tanto, nulla può essere lo schifo di vita che fai per strada. Rubi nei supermercati , punti un coltello per rubare un portafogli , il sabato di sera ti sbronzi di birra e violenti donne che ti capitano a tiro senza curati dell’Aids. L’altro mese , un branco ha stuprato una signora di novant’anni. La colla è una tregua. Ti sballa ma almeno ti fa perdere il senso di una realtà orrenda”.
Il fenomeno sta dilagando in ogni angolo del Pianeta. Nell’America Latina è una piaga sociale soprattutto in Brasile , dove sopravvivono 15 milioni di meninos de rua. Assoldati come spacciatori dai racket dei narcotrafficanti. Assuefatti sin dai bambini alla colla , da grande viene mescolato al crack. Un cocktail micidiale , che per le autorità di Rio è equiparato alle droghe pesanti. Produrlo e venderlo è un reato. L’uso però non è proibito. Nelle favelas è difficile limitarne la distribuzione. In allarmante crescita è anche il consumo in Colombia , Perù, Bolivia, Cile e Messico.
In Asia il paese più coinvolto è l’India. L’inalante più diffuso è la dendrite , un diluente per vernici. In Europa , dove invece le droghe sono il protossido di azoto e il nitrito di amile, le aree più colpite sono le ex Repubbliche comuniste. Sono 60000 i ragazzi a Mosca e 10000 quelli a Budapest.
L’uso dei solventi come scorciatoia per rimuovere i drammi personali dilaga anche fra i ragazzi delle periferie delle capitali europee : Londra, Parigi , Roma, Milano, Madrid. Negli Stati Uniti la droga dei poveri colpisce un adolescente su cinque.

madyur


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