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La facciata

Creato il 19 dicembre 2010 da Selena
Una facciata, ma non di una casa, anche se l'idea é quella. Le case che vedi per fuori, che son stupende, e magari dentro son tenute male, sporche, disordinate. E quelle invece che hanno una facciata vecchia, cadente, con dentro stanze accoglienti, calde, che ti abbracciano.
La facciata di un paese che credi caldo e affettuoso, dicono che sia sempre allegro, che la gente vive bene. Poi ci vivi, anche non volendo viverci, e ti rendi conto che, almeno per te, ció che raccontano sono leggende, che non son tutti allegri e felici, che non si balla da mattina a sera, che questo paese é povero, e non si vive affatto bene.
La facciata della gente, sorridente, che ti racconta che vive bene, che é felice, che ha un lavoro fantastico, con grandi guadagni, ma poi ti dice che t'invidia perché tu sei libera di scegliere dove vivere, e come vivere.
La facciata degli amici, che ti stanno vicino solo se ne hanno bisogno, che si approfittano, che son tutti sorrisi mentre ti pugnalano alle spalle. Ma anche quella di amici che sembrano freddi e distanti, ma sono i primi a correre in tuo aiuto se ne hai bisogno.
La facciata delle coppie, quelle che ti fanno credere che si amano follemente, che vivono in sintonia ed armonia, che sono dei modelli da seguire. Poi scopri che non si parlano, che in casa litigano sempre, che stanno insieme perché non hanno altra alternativa, e magari uno dei due ha anche l'amante.
Ed io ci son giorni che invidio queste facciate, che mi dico che ho sbagliato tutto, che non ne ho fatta una giusta nella mia vita, perché sono insoddisfatta e triste. Poi le facciate cadono, invidiavo solo un'illusione, perché l'interno é tremendo, ci son storie tristi anche dove io pensavo ci fosse la felicitá.
Non bisogna fermarsi all'apparenza.
Lui sembrava un uomo fatto per essere padre, amorevole, dolce.
Io non sembravo affatto nata per essere madre, l'avevo sempre detto, io figli non ne volevo.
L'apparenza inganna.
Lui non sa essere un padre, forse non lo vuole neanche essere, nel senso che non vuole prendersi responsabilitá, dice che é troppo difficile stare alzati la notte se un figlio sta male, che lui non regge, che non sa fare tutto ció che dovrebbe. Peró io ricordo che lui solo un anno fa riusciva perfettamente a dormire 3 ore per notte e lavorare tutto il giorno. Ricordo che 3 anni fa dopo il lavoro usciva tutta la notte fino alle 6 di mattina e ricominciava alle 9, per tutta l'estate. E non si lamentava, anzi, era un ritmo normale. Ora dice di essere vecchio, che la notte é fatta per dormire, che lui non passerá mai una notte insonne perché non ne é capace.
Io avevo ritmi pesanti, orari tremendi, a volte finivo di lavorare alle 4 di mattina e alle 7 giá ricominciavo. Per mesi e mesi. Dormivo quando potevo, spesso saltavo i pasti. Peró mi piaceva dormire, come tutti del resto. Penso che si debba approfittare della vita, che é sprecata viverla solo in un posto. Adoro spostarmi, adoro essere indipendente.
Eppure ora son legata ad un esserino che richiede la mia presenza costantemente, che non mi fa dormire, che rende i miei spostamenti molto piú difficili. Ma lo adoro, lo amo, e non perché devo.
La facciata crolla, quasi sempre. E quando tutto va a pezzi é difficile accettare il cambio. Quando tutto svanisce e ti dici che é ora di ricominciare, hai bisogno di tempo. Peró poi si ricostruisce un'altra facciata, forse migliore di quella precedente. Peró ci vuole tempo..quel tempo che io ho e non mi va di aspettare, quel tempo che farei correre veloce, che vorrei volasse, un tempo che se fosse giá passato sarebbe meglio.

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