commento di Massimo PadoinSummary:
Immaginate una famigliola di campagna, con fattoria, composta da madre, padre, figlio piccolo e figlia adolescente. Aggiungeteci il fatto che alla ragazza, Paula, capiti l’occasione, su proposta del suo professore di musica, di partecipare a un concorso canoro per Radio France a Parigi. Nascono così i problemi che ogni famiglia deve affrontare, nel momento in cui uno dei propri membri è sul punto di lasciare il nido per proseguire la propria vita. Insicurezze dettate, e accentuate, oltremodo anche dall’insicurezza di chi da sempre ha vissuto in provincia e vede la vita in città, con le sue promesse, come una grande e insidiosa tentazione. Ecco, a tutto questo aggiungeteci anche che madre, padre e figlioletto sono sordomuti, e l’unica capace di mettere in comunicazione la famiglia con l’esterno è proprio quella ragazza pronta partente per una nuova vita.
Avrete allora La famiglia Belier, nuova pellicola di Eric Lartigau, film che mescola, con leggerezza, un argomento toccante, come quello dell’handicap, con uno più comune sia al cinema che nella vita di tutti i giorni, il distacco famigliare, ma che con saggezza predilige mantenere il tono della commedia. Del resto La famiglia Belier non disdegna appunto anche alcuni eccessi, giusto per rendere la vicenda più vivace, come l’esuberanza per il sesso del padre Rodolphe (François Damiens). Un tono insomma già più congeniale anche a Eric Lartigau, che già era stato regista de Gli infedeli.
La famiglia Belier è una pellicola che ha registrato un enorme successo in patria, circa sette milioni gli spettatori, forte anche della sua protagonista, Louane Emera, già vincitrice della versione francese del talent show The voice, e che agli ultimi César si è portata a casa il premio come miglior attrice esordiente, proprio per il ruolo di Paula.
Da qualche anno a questa parte vediamo sempre più spesso il cinema medio (quei film che non sono propriamente autoriali o di ricerca ma neanche megaproduzioni spettacolari) francese imporsi sul suolo nazionale ma anche in quello internazionale, con pellicole facilmente esportabili, come dimostrano gli exploit di Quasi amici o Giù al nord, cui quest’ultimo ha giovato anche di una versione nostrana campione d’incassi, Benvenuti al sud. E in questo possiamo cogliere l’intelligenza di autori e produttori nel realizzare film intelligenti, prediligendo certamente la commedia ma spesso sovvertendone i più consueti equilibri e punti di vista con sarcasmo. Se pensiamo proprio a La famiglia Belier, la pellicola non gioca solo a invertire i ruoli tra genitori e figli, in cui a essere il vero baricentro famigliare è proprio la giovane Paula, ma anche ironicamente di dare la grande possibilità alla ragazza di cambiare vita attraverso l’elemento che con più evidenza manca alla famiglia, la voce.
Vedremo quindi se La famiglia Belier, in uscita nelle nostre sale per la Bim, riuscirà a conquistare anche il nostro Paese, con il suo incrocio tra commedia dei buoni sentimenti e piccoli drammi quotidiani che nascono in ogni famiglia, seppure questa sia un po’ più speciale. Attenderemo allora l’uscita fissata per il 26 marzo.
di Massimo Padoin per Oggialcinema.net