L'Udinese ha costruito un modello di business fortemente basato sulla capacità di scouting e gestione dei talenti. I conti della società sono in ordine anche grazie ad un costo della rosa contenuto (in rapporto ai successi sportivi) ma indubbiamente il calciomercato è uno strumento di autofinanziamento importante.
Nel tempo il sistema si è evoluto, nel senso che la famiglia Pozzo – proprietaria dell'Udinese Calcio – ha deciso di espandere le proprie attività anche in altri mercati. Attualmente, infatti, controlla il Watford FC (Championship inglese) ed il Grenada CF (La Liga spagnola). Queste squadre sono utilizzate anche per gestire il consistente parco giocatori cui ha accesso l'Udinese, sia per testare e valorizzare i giovani, sia per ospitare quei giocatori che non rientrano temporaneamente nel progetto sportivo dell'Udinese.
Questo modello è adesso sotto accusa in Inghilterra, dove il Watford (guidato da Gianfranco Zola) ha in rosa 11 giocatori in prestito, dei quali sette provengono dall'Udinese e due dal Grenada. L'accusa che viene fatta è quella di utilizzare il Watford come "nursery club", cioè come "asilo nido" per i giocatori.
Secondo la stampa inglese nel corso dell'assemblea della Football League (Lega di Serie B) di quest'estate verranno introdotte norme restrittive inerenti i prestiti dei giocatori ed in particolare:
- potrebbe essere rivista (in maniera restrittiva) la normativa che consente, in casi particolari, di superare il limite di 5 giocatori in prestito inseriti nella formazione titolare che scende in campo;
- verrà probabilmente posto un freno anche agli accordi di prestito gratuito con obbligo di riscatto, prevedendo che in questi casi almeno il 50% del prezzo venga pagato contestualmente all'inizio del prestito stesso.
Si ringrazia il sito www.financialfairplay.com.uk (@EdThompsn) per il tweet dell'articolo.