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Dite quello che volete, parlatene fino diventare ciechi per l’abuso di onanismo dialettico, ma questo “ciarpame” (Lario dixit) di donnine, vallettucole e fighette multietniche che ormai occupa gli spazi della politica italiana è deprimente, e non solo perché – visto che ad essere in mutande non sono le ragazze immagine ma il paese tutto - sarebbe proprio necessario parlare di tutt’altro, ma anche perché le varie Noemi, Ruby, Brenda (quella del caso Marrazzo, per chi l’avesse già dimenticata), Nadia e le altre innumerevoli gole profonde che potrebbero a breve venir fuori dal “lettone di Putin” sono di basso livello persino come prostitute, come bandiere del sesso, della spregiudicatezza e della mercificazione del corpo.
Da grande cultore della storia dell’hard-core, non posso fare a meno di paragonare le pornocronache attuali a quelle di quando, negli anni della mia adolescenza, ad affacciarsi ai balconcini della sexpolitic erano personaggi come Cicciolina e Moana Pozzi, donne che, pur nel cattivo gusto necessario alla loro professione, dimostravano un’altra consapevolezza, un altro stile, e, di conseguenza, un altro fascino.
Fa tenerezza andare a rileggersi gli articoli del 1987 in cui intellettuali di ogni specie e ideologia dibattevano sull’elezione della regina indiscussa dell’erezione. E causa un certo disorientamento da eccesso di “senno di poi” (o “seno di poi”) il ripercorrere con dovizia storiografica le vicende di Moana candidata a sindaco di Roma o capolista per il “Partito dell’Amore” (marchio sui cui Riccardo Schicchi avrebbe fatto bene a mettere il copyright, visto che, quasi venticinque anni dopo, gli sarebbe stato biecamente rubato da Berlusconi).
Insomma, anche per essere zoccole ci vuole talento, e tutti questi bei pezzi di figliola in voga ultimamente, danno l’idea di non valere nulla nemmeno tra le lenzuola. Sono bei corpi, sì, carne fresca e soda buona per essere macellata, ma l’erotismo, la carica seduttiva e anche la predisposizione al puttanesimo chic restano ben altra cosa.
Pensate a Ilona Staller vedette del rivoluzionario programma-tv “Strix” insieme a una Patty Pravo costantemente a seno nudo. Pensate a Moana vestita come Jessica Rabbit e intervistata da Pippo Baudo in un galà di prima serata su Raiuno.
Ecco… adesso aprite internet e guardate i labbroni gonfi di silicone e agli occhi tirati dal chirurgo della diciannovenne Noemi Letizia, o il becero spettacolino sadomaso-lesbo di Ruby al Fellini di Via XII Ottobre, Genova.
Mi sembra chiaro come anche il livello del meretricio mediatico si sia mostruosamente abbassato e come, sempre più, per entrare nella camera che conta non sia per nulla necessario essere fini.
Tra l’altro è notizia di oggi che Cicciolina sarà ospite d’onore alla la prima edizione dell'Eros Asturias Festival, la manifestazione erotica in programma in questo week-end a Gjion in Spagna.
A quanto pare l’Italia non è più soggetta solo ad una oramai preoccupante fuga di cervelli: adesso cominciano a scappare persino i clitoridi.