10 novembre 2013 • Primo Piano, Vetrina Cinema •
Consiglio di Maria Giorgia VitaleSummary:
Primo piano Film La jaula de oro – La gabbia dorata di Diego Quemada-Diez
L’odissea di tre ragazzi e la loro illusione “a stelle e strisce”
La jaula de oro – La gabbia dorata è un film dello spagnolo Diego Quemada-Diez che ha riscosso fin da subito un grande successo di critica e di pubblico tanto da ricevere il premio A Certain Talent della sezione Un certain régard e il premio Gillo Pontecorvo al Festival di Cannes, e al Giffoni Film Festival ha ottenuto il Grifone di Alluminio (Premio CIAL per l’Ambiente) e il Grifone di Cristallo (Banca della Campania).
Juan (Brandon Lopez), Sara (Karen Martìnez) sono due adolescenti dei quartieri poveri del Guatemala e hanno un sogno: raggiungere gli Stati Uniti d’America. Nel loro cammino attraverso il Messico incontrano Chauk (Rodolfo Domìnguez), un indio che non parla lo spagnolo e non ha documenti. Il viaggio sarà un lungo percorso pieno di ostacoli e imprevisti.
«Ho voluto mettere in discussione le barriere sociali, nazionali e razziali. Siamo tutti uguali, abbiamo tutti le stesse esigenze, lo stesso sogno di una vita migliore. La migrazione è un fenomeno naturale, mentre i confini sono artificiali, sono stati creati dagli stessi esseri umani in tempi relativamente recenti». È quanto afferma nelle note di regia Diego Quemada-Diez in merito al suo primo lungometraggio la cui carriera si caratterizza da diverse collaborazioni in molti film e da I Want to Be a Pilot, un cortometraggio-documentario su un ragazzo del Kenya affetto dall’Aids che ha ricevuto premi in tanti Festival in giro per il mondo.
Una scena del film “La gabbia dorata”
Con La jaula de oro – La gabbia dorata il regista ha un obiettivo ben preciso: «quello che mi interessa è fare film che siano radicati nella nostra società contemporanea. Il vero realismo possiede tutti gli ingredienti: la fantasia e la ragione, la sofferenza e l’utopia, la felicità e il dolore della nostra esistenza» perciò con questo film Diez vuole dare «voce ai migranti, a quegli esseri umani che sfidano un sistema stabilito da impassibili autorità nazionali e internazionali varcando illegalmente i confini, rischiando la propria vita nella speranza di sfuggire alla povertà».
La jaula de oro – La gabbia dorata è un viaggio compiuto da tre adolescenti svezzati perché il mondo li vuole già maturi, un’avventura caratterizzata dalla paura dello stupro, da treni in corsa e lavori improvvisati. Ecco perché il regista ha realizzato questo film: «nella speranza di smantellare le convenzioni che ci tengono prigionieri in modo da poter reinventare la nostra realtà».
Anche se il film non è un documentario, ciò che si vede è vero. Il regista ha dichiarato: «mentre giravamo, molti migranti sui treni stavano realmente cercando di raggiungere gli Stati Uniti…anche la fabbrica di lavorazione della carne alla fine è vera, dove lavorano emigrati». Ad esempio, per poter realizzare il film, Diez ha dovuto parlare anche con i capo zona locali, insomma dei boss del Guatemala. Per quanto riguarda il cast, per interpretare i ruoli principali, è stato organizzato un casting, svoltosi in uno dei quartieri più poveri e pericolosi del Guatemala, al quale hanno preso parte oltre 3000 giovani.
La jaula de oro – La gabbia dorata è distribuito in Italia da Parthenos e uscirà nelle sale cinematografiche il 7 novembre. È un film da non perdere e di forte impatto emotivo perché oltre ad essere un’odissea poetica per un verso, è struggente dall’altro perché si basa su testimonianze di centinaia di emigranti e «sui sentimenti personali di ogni singola persona che ha partecipato al processo creativo».
di Maria Giorgia Vitale per Oggialcinema.net
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