Google sfida il governo della Repubblica popolare cinese: la grande stampa di «informazione» si spella le mani per applaudire il rigore morale e il coraggio di una multinazionale pronta a pagare un prezzo elevato in termini economici pur di non sottostare alle imposizioni della censura e di ribadire il diritto umano alla libera informazione. Per la verità, sia pure largamente minoritaria, si avverte anche qualche voce improntata ad una maggiore cautela: sono solo nobili motivazioni a spiegare la mossa di Google oppure agiscono anche considerazioni di altra natura? Forse, il gran gesto potrebbe essere il colpo di teatro di un’accorta campagna di public relations: volgere le spalle clamorosamente a un mercato sì assai promettente ma in cui agguerrita e vincente è la concorrenza locale può alla fine giovare all’immagine e ai profitti della multinazionale americana, spianandole la strada per un’espansione in altri paesi e a livello mondiale…E, dunque, nello scenario tratteggiato in Italia dagli organi di stampa più «anticonformisti», accanto ai diritti umani emerge il calcolo utilitario. Continua invece ad essere assente la geopolitica che pure, ad uno sguardo più attento, risulta essere l’autentica protagonista.Per rendersene conto, facciamo un salto all’indietro di quasi sessanta anni, concentrandoci su una vicenda, qui ricostruita a partire da un recente articolo di Alessandra Farkas sul «Corriere della Sera»...Leggi tutto
La géopolitique d’Internet
Traduit de l’italien par Marie-Ange Patrizio