Come già detto in precedenza e non poche volte, il vero obiettivo della speculazione internazionale non sono i singoli paesi, in special modo quelli mediterranei, considerati economicamente più deboli, ma la stessa moneta unica europea sul tracollo della quale quale già da mesi circolava la voce di ingenti scommesse effettuate da operatori senza scrupoli. Le tensioni sul debito pubblico dei paesi dell'area euro si sono infatti estese negli ultimi giorni anche a paesi più virtuosi, come l'Olanda e Austria, nonché al Belgio, che per l'ammontare del debito e la situazione politica ( dopo essere stato più di un anno senza governo, quello costituito si è dimesso dopo poche settimane) non si comprende perché non sia stato coinvolto prima.
Se consideriamo che oggi è uscita la notizia che, dopo la Francia, l'agenzia di rating Moody's ha avvertito anche il Giappone che il declassamento è ormai alle porte, si può facilmente arguire che l'attacco alla Germania, quello definitivo che farà disgregare la moneta unica europea, è ormai vicino.
Lo sanno bene a Bruxelles, da dove spingono fortemente per arrivare alla emissione degli Eurobond e per trasformare la Bce in una vera banca centrale, che sia prestatore di ultima istanza per il debito pubblico della comunità europea intera.
Lo sanno bene pure a Berlino, specialmente dopo aver visto ieri l'asta dei propri titoli di stato chiudersi con un invenduto del 35% e con i rendimenti da pagare saliti al 3%, segno che anche i titoli tedeschi non vengono più considerati così sicuri, eppure i tedeschi nicchiano e respingono ogni possibilità di intervento.
A questo punto non rimane che pensare una solo cosa: i tedeschi non vogliono salvare l'Euro.
Difficile comprendere le ragioni di un simile atteggiamento, dal momento che il paese che ha più goduto dell'entrata in vigore dell'euro è stata proprio la Germania, anche se i tedeschi non l'ammetteranno mai, eppure una ragione ci deve essere per giustificare l'atteggiamento di chiusura della Merkel. I tedeschi devono per forza aver previsto uno scenario futuro che li consiglia di tenere questo atteggiamento.
Naturalmente tutto questo non fa che confermare che l'Unione Europea è già da considerare come fallita, un progetto mal ideato e mal realizzato, e che l'Italia deve salvarsi da sola, con le proprie forze. Difficile pensare che possa farlo con questa classe dirigente, compreso il nuovo governo tecnico, che al di là delle chiacchiere è comunque pure esso espressione del modo di fare politica, economia e finanza che ci ha portati in questa situazione.
D'altra parte le alternative attualmente sulla scena appaiono improbabili: non è con gli agita popoli che si risolvono i problemi reali di un paese. Si potrebbe dire che se dalla monnezza può nascere un fiore dalle chiacchiere non nasce niente.
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