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La Germania rifiuta il matrimonio omosessuale

Creato il 12 luglio 2012 da Uccronline

La Germania rifiuta il matrimonio omosessualeAnche la Germania ha preferito salvaguardare la famiglia naturale e il matrimonio tradizionalmente inteso, evitando l’ingerenza politico-ideologica in questioni antropologiche antecedenti alla legge stessa. Il 28 giugno scorso infatti, il parlamento tedesco ha respinto la proposta dei Verdi di equiparare le coppie dello stesso sesso al matrimonio tra un uomo e una donna.

Qualcuno ha per caso letto questa notizia sui quotidiani italiani? Come avrebbe fatto altrimenti Paola Concia a massacrare ancora gli italiani a reti mediatiche unificate, dicendo che l’Italia deve adeguarsi al resto d’Europa? Certo, avrebbe continuato ugualmente, per lo meno per dare un senso ai 16mila euro al mese, vitalizio escluso, che porta a casa (è stata messa lì per quello, d’altra parte), ma forse con qualche impaccio maggiore. Oltretutto, è bene ricordare che soltanto dieci paesi al mondo hanno deciso di snaturare il significato antropologico di “matrimonio” e “famiglia”: Paesi Bassi, Spagna, Belgio, Sud Africa, Portogallo, Canada, Norvegia, Svezia, Islanda e Argentina.

La votazione al Bundestag è stata di 309 parlamentari contrari contro 260 favorevoli (12 astenuti). Dal 1° agosto 2001, la Germania ha permesso le cosiddette “unioni registrate” (eingetragene lebenspartnerschaft)  per le coppie dello stesso sesso, partnership che prevedono alcuni dei diritti del matrimonio, escludendo adozione e benefici fiscali completi.  

Come si è già spiegato non ci sarebbe nulla da opporre ad una tutela giuridica anche in Italia per le coppie dello stesso sesso -come ha spiegato anche Francesco D’Agostino su“Avvenire”«i rapporti di coppia tra omosessuali possono avere una loro tutela giuridica, non però perché simili, ma perché diversi da quelli eterosessuali»-, se non fosse che, come i tentativi tedeschi dimostrano, tali unioni civili servano soltanto per fare il primo passo verso il matrimonio e l’adozione omosessuale. Il problema, dunque, non sono tanto le unioni civili (anche se una certa tutela su questioni specifiche potrebbe avvenire senza di esse), ma l’inclinazione del piano verso il matrimonio/adozione gay che avverrebbe se si formalizzasse un loro riconoscimento.


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