Magazine Per Lei

La gina e il ma...

Creato il 31 gennaio 2011 da Nina
LA GINA E IL MA...
Ehm ehm, un attimo di attenzione: ce l'ho fatta! Ho fatto l'isteroblabla e svarioni (drogata!) e dolori a parte sono di nuovo a casa a godermi quel momento tanto atteso che si chiama "E' tutto finito".
Scusate l'attesa, non volevo fare la preziosa ma mi sono dovuta concedere qualche ora di black-out totale a pelle d'orso sul letto. Non avevo nè le forze nè la testa per mettermi al picci.
E poi certi dolori arrivano dopo.
No, non è stata propriamente una passeggiata ed è andata proprio così come ci aspettavamo che andasse: non il meglio, ma il "meno peggio". Ma andiamo per gradi.
Siamo arrivati con mezz'ora di anticipo, volevo avere il tempo di aprire il bloggetto per leggere tutti i vostri commenti. Mi avete commossa, vi ringrazio di cuore perchè mi avete trasmesso tanta forza ed energia. Non ero sola, era come avervi tutte lì con me. Siete fanatstiche.
La gina invece, santa e professionalissima donna, è arrivata in perfetto orario. Con la sua aria trasognata e svagata mi scorge, si siede accanto ad una Nina incosciente e disorientata, mi scruta sospettosa e mi fa:
- Allooora? Tutto bene? -
- Mh -
- Ha fatto tutto quel che le avevo detto? - c'hai paura che ho trombato eh!
- Mh-mh. Ho preso il buscopan. Due. -
- E ha fatto bene. Si è stordita? -
- Spero di esserci riuscita -
Poi mi cinge col braccio e rivolgendosi a Lui (un ricordo dell'uomo che conosco, pallido e rigido come dovessero infilarlo a lui il catetere nel coso)
- Gliela riporto tra poco - 
Entro nella stanzetta, mi fa svestire, mi metto la camiciola (quella aperta sul culetto), mi sdraio, la gina mi aiuta a mettermi in posizione e mi fa allargare le gambe. E proprio nell'esatto momento in cui mi realizzo che la mia vagina è rivolta verso la porta, entra lui: il tecnico radiologo. Fanculo che tempismo. Vabbè, avrà qualcosa a cui pensare stasera.
Prende un rotolo di cerotto, mi viene accanto e ne stacca un pezzo. Me la serve su un piatto d'argento:
- Sta pensando di tapparmi la bocca per paura che strillo? -
lui strabuzza gli occhi preso alla sprovvista (sai com'è, è la prima volta che mi vede, che avrà pensato? Sta fuori, lo stress emotivo gioca brutti scherzi), mentre la gina, che mi conosce lei, comincia a ridersela di gusto. Ma da dove mi viene tutta sta voglia di scherzare, dico io, visto che non sono propriamente in una situazione tanto divertente, per me. E perchè no, invece, me la dovrò pure far prender bene.
Mi fanno una lastra in bianco (si dice così), per vedere la mia situazione intestinale, scoprirò immediatamente dopo quando il tecnico dal suo gabbiotto esulterà:
- Brava! E' tutto pulito! -
- Eh si, l'ho fatta stamattina - quasi quasi mi stimo da sola
- Te l'avevo detto che la signora è proprio brava - aggiunge orgogliosa la gina.
Per un attimo vado in confusione, mi pare di essere regredita all'età di 2 anni quando fare la cacca era una questione di stato che faceva gioire la famiglia e tutto il parentado. Prava pampina. La situazione sta degenerando o sbaglio? Ci pensa la gina a ristabilire il giusto contegno per la situazione:
- Adesso cominciamo -
della serie abbiamo giocato, mo si fa sul serio. Lei è fantastica, mi spiega quello che andrà a fare, mi tranquillizza e legittima la mia tensione con un - E ha ragione Nina...se ne sentono tante - e soprattutto fa una cosa per cui le sarò grata per il resto della mia vita: mi dice che ha inserito il catetere solo DOPO averlo fatto. Devo dire che me ne sono accorta, ma così, effetto sorpresa, mentre tu pensi che si sta occupando di altro, è meglio che saperlo e stare lì in tensione ad aspettare il dolore. Almeno per me.
Poi il tecnico si mette in postazione nel suo gabiotto (tipo il tecnico del suono nelle sale registrazione), lei si scherma col grebiule e mi spara dentro il liquido. Da lì è stato un susseguirsi di.
- FERMA! NON RESPIRARE! NON TI MUOVERE! RESPIRA! NE FACCIAMO UN'ALTRA! FERMA! NON RESPIRARE! - Fino a che entuasiasta si affaccia dalla gabiotto ed esulta:
- PERFETTO! - Voi che avreste pensato scusate. Ovvio che gli vado dietro e grido pure io:
- EVVIVA!! CHE SOLLIEVO! -
Ma lui prontamente frena la mia eccitazione e distrugge i miei sogni di gloria:
- No, io intendo tecnicamente perfetto. Con l'esito e la lettura io non c'entro nulla, quello glielo dirà dopo la dottoressa -
E te pareva. Mi fanno 4/5 foto in tutto, mi rivesto e la Gina mi dice che
- Il liquido è passato MA... - e di aspettarla fuori.
Ma COSA? Mi siedo accanto a Lui che mi bisbiglia impaziente "Allora? Com'è andata?". Non lo so.
La verità, ancora non lo so e questo mi fa preoccupare. Arriva lei, si siede accanto a noi, e mi fa sto discorso, tutto condito da sorrisi paraculissimi, pause teatrali con cui, sono certa, si perde nel suo universo interiore alla ricerca delle parole più rassicuranti e confortanti. E io la stimo, per questo, lo giuro. Il merito glielo riconosco pure, però sono stata tutto il tempo a chiedermi "cosa sta pensando veramente? Cosa mi tiene nascosto?".
- Le tube sono pervie - e sento Lui sospirare come se gli avessero detto che il catetere non glielo infilano più - ma...ci sono delle aderenze. Il liquido nel ridiscendere ristagna formando delle sacche. Imamginate una ragnatela che lo trattiene. Ecco per rendervi l'idea. In tutte e due le tube, ma soprattutto a destra. Ora lei è giovane, si potrebbe pensare ad un'operazione, ma và valutato bene perchè non è detto che sia risolutiva. Potrebbero aprire e scoprire che la situazione è più complessa di come appariva dalla lastra. Può darsi che tolgano le aderenze e queste si riformino, oppure, nella migliore delle ipotesi, si risolve tutto con l'operazione. Questo per darle tutto il ventaglio delle possibilità. Però dovremmo prima escludere che non ci siano altre cause di infertilità oltre a questa e allora si può decidere qualcosa -
E quindi? Direte voi. Me lo sto chiedendo anche io, perchè a tratti mi pareva mi stesse dando una buona notizia, in altri avevo come la sensazione che mi venisse indorata la pillolina amara, quella che all'inizio è dolce e poi più succhi più la vogla di sputarla aumenta. Io non lo so ancora, so solo che dovrò rivederla fra dieci giorni nel suo studio, lastre alla mano e con il responso del dottore radiologo del centro. Poi valuteremo.
Quello che so è che il primo passo l'ho fatto, verso Ovunquesia ma l'ho fatto. Quello che penso è che il "meno peggio" è sempre meglio del "peggio del peggio". Che in fondo aver trovato una causa è l'inizio di qualcosa che ha la forma di un percorso. Certo fa male, è doloroso comunque accettare che quello che temevi è reale. Però mi riconsolo che non si tratta di quello che PIU' temevo e cioè che fossero proprio chiuse.
Però ho saltato il fossato, lo spartiacque che separa il  Prima dal  Dopo. E ora ci sono entrata ufficialmente nel territorio del Dopo. Che è la parte illuminata, quella in cui le cose le vedi con più chiarezza. E allora puoi muoverti, scegliere, agire, fare.
Finiti i tempi dei dubbi, del tarlo sempre presente nella mia testa, delle vocine che mi ripetevano "non ti illudere lo sai che hai problemi". Ora, almeno, ne ho la certezza.
E ripenso (indovinate un po') a tutti quegli idioti che mi hanno detto "E' una questione di testa, è lo stress, non ci devi pensare e vedrai, fatevi una vacanza" e altre cazzate così. Vedi che non sono paranoica, almeno di questo ho avuto la conferma. Lo sapevo che un problema c'era e che era proprio lì. Non me li invento mica, io. Difatti si dà il caso che a volte non sia una questione di testa o stress, ma di oggettivi e reali problemi organici. Ma la gente che ne sa, apre bocca e je dà fiato.
Lui si sdraia accanto a me, e in una carezza mi dice:
- Oggi ho capito ancora di più quanto sei donna. Forte e coraggiosa. Quanto mi ami perchè lo so che tutto questo lo stai facendo anche per me. Ne terrò conto. -
- Ecco si. Magari. Tienine conto perchè sto figlio mi sta facendo penare ancor prima di nascere. Sto stronzo. Quando sarà che si degnerà a fare la sua comparsa, tienine conto che io HO GIA' DATO! -
Sarà che ero ancora sotto l'effetto dopante del buscopan, del calo dell'adrenalina, delle endorfine in circolo e dello shock emotivo e fisico.
 Dolori a parte c'è anche l'aspetto economico da valutare in tutta questa storia, no-o? Sto disgraziato ci costa già ora! Ci sta prosciugando il budget familiare (alleggerito, vi ricordo, di ben 360 iurini!).
Ah ma io metto in conto tutto sa. Eheee cosa non si fa per i figli.
LA GINA E IL MA...

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