Attenzione. Nell'articolo è descritta la trama del film. Ma puoi leggerla lo stesso. Se arriverai in fondo all'articolo capirai che non fa tanta differenza saperla o no.
In tutta onestà non comprendo proprio le critiche feroci alla "Grande Bellezza" di Sorrentino. Una regia stupenda, una fotografia magistrale, un Toni Servillo incredibile. Il tutto con sullo sfondo una Roma decadente che celebra la sua antica gloria, dall'Impero Romano, con la vista del Colosseo dal Terrazzo della casa del protagonista, passando per la Roma dei Papi, con continui riferimenti religiosi, fino ad arrivare alla Dolce Vita. Ed è proprio a questa che la "Grande Bellezza" si riferisce, senza mai nominarla, rispondendo alla domanda: Cosa è rimasto della Dolce Vita descritta da Fellini? Semplicemente un carrozzone di persone arricchite ed annoiate.
Ma nonostante tutto questo, il film lascia qualcosa di amaro ed inquietante, una sensazione di perenne vuoto, che porta sinceramente alla noia e al sonno profondo(si, la prima volta che l'ho visto mi sono addormentato). Inquietudine che non scaturisce solo dai canti gregoriani che fanno da colonna sonora al film, o dal tema e dai protagonisti scelti, ma da qualcos'altro.
La "Grande Bellezza" è un film senza una TRAMA, non c'è pathos, non accade nulla di significativo o quasi, il protagonista non deve affrontare una prova, né deve evolversi in qualcos'altro. Una sceneggiatura praticamente inesistente. Non esiste morale, non ci sono colpi di scena, il tutto è di una lentezza DISUMANA. Tutto è già deciso e scontato, statico, non c'è l'evolversi della storia. Il fotogramma della vita del protagonista poteva essere preso al suo 40° anno di età, e non al 65°, e poco o niente sarebbe cambiato nella trama del film, che infatti può essere riassunta in pochissime parole. In questo non c'è differenza tra un bel quadro, una fantastica fotografia e il film la "Grande Bellezza". Di seguito la trama completa del film.
"Jep Gambardella è un giornalista, che lavora per una Caporedattrice nana. Da giovane ha scritto solo libro più o meno famoso ed ha come unico divertimento quello di partecipare alla feste della Roma bene con i propri amici, ricchi ed annoiati della vita. Ha un amico fallito che andrà via da Roma accettando la sua inettitudine ed una relazione con una spogliarellista che alla fine morirà, cosi come il figlio pazzo di una sua amica. Ogni cosa della sua vita è piatta, dal lavoro al sesso, vivendo più per il passato che per il presente. Ed è proprio dalla ricerca del passato che troverà un barlume di speranza per andare avanti."
In pratica non c'è altro di rilevante da dire sulla trama di questo film.
Ma quindi Sorrentino è impazzito? La Medusa aveva finito i soldi per gli sceneggiatori? Io non direi. Pensateci bene. Avrebbe lo stesso valore un film come "Inception" se non avesse tutti quei colpi di scena e quel ritmo elevato sia nel racconto che nella regia? Un film come "Non ci resta che piangere" sarebbe altrettanto bello se avesse la stessa velocità di Rambo o la logica ferrea e la linearità di un thriller americano? Sicuramente no.
In fin dei conti Sorrentino descrive la decadenza di Roma, della Roma bene, ricca ed annoiata, che non ha senso di esistere per sua stessa ammissione, perché non solo non prova e non fa nulla, ma si crogiola in questo, perché una svolta nella propria vita non può e non sa come darla, ma vive solo per passare il tempo. Un film con protagonisti del genere non poteva non essere lento, noioso e senza colpi di scena. Proprio come la vita di coloro che animano il film.
Detto questo, il miglior film che ho visto di Sorrentino è "Il Divo", con un Toni Servillo veramente spettacolare, una sceneggiatura ed una regia veramente unica. No, non credo che la "Grande Bellezza" si meritasse l'Oscar, ma neanche tutte le critiche piovutegli sopra. In fin dei conti è il primo film sull'alta borghesia italiana pienamente descrittivo, senza alcun moralismo e senza la smania di insegnare come si dovrebbe stare al mondo. L'idea è quella di documentare, lasciando allo spettatore il compito di formare la propria idea su un determinato spaccato della società. Io personalmente ho provato pena e disgusto. Voi?