Come avevo già scritto qui, mi sono lanciata anch’io nei saldi. Ieri, primo giorno di saldi, con la scusa che al mattino avrei fatto la baby-sitter in centro, ho approffitato del magico orario 12-14 per iniziare la mia personale battaglia.
Prima di iniziare con il mio resoconto, però, vorrei fare una piccola riflessione: ogni anno leggo i consigli sul come e cosa acquistare e devo dire che, mai come quest’anno, le trovo inutili e scontate. Questo perchè non vanno oltre al little black dress (sono almeno tre anni che ci smaronano su questo argomento, okay, abbiamo capito, è un classico ma ogni tipologia va bene, funziona con l’orario continuato basta che cambiamo gli accessori, e bla bla bla), perchè propongono capi tipo: “il cappotto bon ton con appliccazioni di pelliccia sulle maniche” che, va bene la moda, va bene essere chic, va bene tutto davvero, sono pronta a essere sacrificata alla sacra triade della moda (Anna Wintour,Franca Sozzani e Karl Lagerfield secondo me…voi chi ci mettereste?) ma qualcuno mi spiega il perchè? non è un classico, è il cappotto che ogni anno tirava fuori mia nonna per il pranzo di Natale!! E se ha le maniche fino al gomito foderate di pelliccia vuol semplicemente dire che Anna Karenina e il suo manicotto sono venuti da noi per il the e l’hanno dimenticato sul divano e che noi l’abbiamo riutilizzato tagliandolo a metà! Ma la parte più divertente, secondo me, è questa: “il vestitino colorato” che sarebbe semplicemente un little black dress colorato. Carino davvero, ma sono quasi certa che il 90% delle donne ci arrivi da sola ad avere un vestito di un colore diverso dal nero nell’armadio, o se non lo ha, è perchè è più furba di me e sa che molto probabilmente non lo indosserà mai. Ora però rimane un problema: mi hanno detto cosa comprare, ma non come….non sono certa di arrivare a capire da sola che devo guardare un abito (giusto per controllare che sia fallato o meno), che devo toccare con mano quello che compro e che il 70% di sconto è una figura mistica in via d’estinzione che si vede solo gli ultimi due/tre giorni di saldo e che è rigorosamente riservata ai fondi di magazzino di due/tre anni fà.
Miei sfoghi sui consiglio di giornali e tv sulla caccia all’affare a parte, eccovi una piccola lista di episodi che mi hanno colpito nei miei giri per negozi ieri.
1) Gruppo di ragazzine (sorelle) da Kiko: pantaloni think pink e scarpe da skate, la più grande studiava gli ombretti in polvere pignmentati, mentre la sorella più piccola (vestita uguale a lei) le chiedeva: “e quelli li metti sugli occhi? e ci fai le sfumature? guarda che figa la tipa nella foto (intendendo la pubblicità esposta sopra allo stand degli ombretti in polvere), dai prova che magari viene anche a tè!” Mi ha fatto molta tenerezza e mi ha ricordato che il trucco non è semplicemente un modo per stupire e confondere il maschio medio, ma è qualcosa di più, che nasce nel momento in cui osserviamo le nostre madri truccarsi e proviamo a copiarle (con risultati disastrosi per i loro trucchi!!)…insomma un gioco! (dice Mafalda, riferendosi alla madre che si imbelletta: “Mamma a che età potrò cominciare anch’io a sporcarmi il viso invece che lavarmelo?”)
2) Sempre Kiko, un uomo disperato che viene semi travolto dalla calca di donne alla ricerca di affari e alza le braccia al cielo per farsi notare dalla sua fidanzata: al suo inequivocabile gesto di : “stò per morire, andiamo via!” la ragazza risponde con uno sguardo di morte e male istantaneo per aver nell’ ordine: a) disturbato il suo tentativo di scegliere lo smalto, b) non averla aiutata nel suo tentativo di scegliere lo smalto e c) se osi uscire o anche solo sperare che io esca senza aver comprato nulla TI SBAGLI DI GROSSO!! Risultato: lui si è miracolosamente aperto un varco fino a lei per aiutarla nella difficile decisione. (la capisco, io ero da sola e ho cambiato sei volte idea…e il mio fidanzato non solo non sarebbe entrato ma mi avrebbe colpito con forza, fatto svenire e allontanata da qualunque negozio a forza il più in fretta possibile)
3) Greggi di padri con passeggino avvistati che stazionano fuori da negozi come Zara, H&M, Mango….sempre che un pò un certo tempo si sviluppi una sorta di sentimento comune tra i vari genitori che si può riassumere in tre parole: occhiate in cagnesco al negozio, ai saldi, al mercato della moda, in una sola parola: A TUTTO!! E quando la moglie esce questi poveri martiri dello shopping non possono far altro che sospirare lievemente, e mettere su uno sguardo interessato all’acquisto appena realizzato.
4) Il silenzio dentro la Fnac. Dopo tonnellate di grida, code, lotte ed insuccessi (non sono riuscita ad entrare nè da Tezenis nè da Stradivarius o da Zara…brutta cosa questa, necessito di qualcosa da uno di questi negozi, non so cosa ma sicuramente lì dentro c’è il vestito definitivo!) era qualcosa di paradisiaco!
Buona caccia,
ele.