Se vi è capitato di dare un occhiata a La pagina Facebook NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE e il blog Bollettino di guerra notiamo che ogni giornoci riportano notizie choc di violenze che nel nostro Paese si consumano silenziose contro le donne.
Quel silenzio non viene colmato con la visibilità che spesso la stampa dà a certe notizie perchè il nostro Paese non fa proprio nulla per tutelare le vittime e prevenire queste violenze.
Se sono gli stupri di gruppo compiuti da minorenni, sopratutto italiani sono in drastico aumento (come quelli recentemente avvenuti a Fano e a Napoli) c’è qualche problema su come questi giovani percepiscono le donne e la propria sessualità.
C’è una mancanza di sensibilità di fronte a simili episodi, dove spesso le vittime vengono lasciate da sole e spesso sono i carnefici a passare per vittime.
Vi sarà per caso capitato di leggere alcuni articoli sull’ultima violenza di gruppo a Fano contro una 15enne.
Spesso i media non considerano il dolore della vittima, limitandosi solo ai danni fisici, quelli che poi guariscono in neanche una settiamana, tralasciando gli esiti peggiori, nonchè il trauma che la vittima si porterà tutta la vita, sopratutto quando si vive in un Paese che ti lascia sola senza solidarietà e assistenza.
Questo articolo di RaiNews24 tratta gli aguzzini come delle vittime con queste parole: “hanno ammesso di aver incontrato la loro coetanea, respingendo però decisamente l’accusa di violenza sessuale. I ragazzi sono ora tornati a casa con i genitori a Città di Castello. Sono fortemente provati così come le loro famiglie.“
Nessuna parola di solidarietà verso la vittima e i traumi che si porterò dietro per sempre. Stessa cosa avviene su Il Mattino e tante altre testate giornalistiche.
Abbiamo sempre detto come i media dipingono le donne tendendo a colpevolizzarle e trascurare ogni parola di solidarietà e il loro stato d’animo, come se di loro interessasse solo il corpo, (spesso utilizzato per accertare se la violenza è avvenuta o meno, mettendo a dura prova la credibilità della vittima e compiendo sul proprio corpo una seconda violenza, come mi raccontò una mia amica che ebbe coraggio di denunciare uno stupro e andare al pronto soccorso).
Non è certo un caso raro, infatti i media non parlano mai delle donne ma dei loro corpi, perchè nella nostra realtà è radicata l’idea che la donna è solo un corpo. E’ proprio in questo clima che le violenze contro le donne aumentano in modo vertiginoso. Laddove l’idea della donna è ancorata alla corporeità, alla colpevolezza e alla tentazione non ci può essere rispetto per noi.
Per non parlare di come la tv e la pubblicità rappresenta le donne, rafforzando nei ragazzini l’idea che le donne sono solo oggetti sessuali da ottenere con ogni mezzo.
Quest’immagine femminile ci lancia dei messaggi subliminali ad ogni ora del giorno che in mancanza di informazione sessuale e dinanzi a famiglie e scuole che preferiscono tacere piuttosto che informare sessualmente i propri figli, sono alcune delle cause dell’aumento degli stupri.
Non credo sia un modo per giustificare uno stupro, ma un ragazzino messo davanti alla tv ad assistere ad uno degli spettacoli beceri di Tamarreide come il recente sesso di gruppo e la pornografia violenta, imparerà ad emulare, senza cogliere che queste cose vanno fate con il consenso di tutti.
Il silenzio istituzionale che non è in grado di prevenire la violenza sulle donne e la nostra politica che istituisce il reato di stalking solo per attenuare i reati più gravi rappresenta per noi una grave conseguenza di questo incremento.
Dall’inizio dell’anno ci sono stati nel nostro Paese quasi settanta femminicidi. Donne uccise in famiglia quasi ogni giorno. Quelle sopravvissute, rimaste invalide, stuprate, picchiate, minacciate e perseguitate, sono molte di più, e tante di loro preferiscono non denunciare perchè il sistema italiano è contro le donne.
Su Vita da streghe è stato scritto un post sulla violenza contro le donne con queste parole che condivido:
“[...]Sono fortemente convinta che abbiamo un problema enorme, gravissimo, su
cui non è più possibile scherzare, ironizzare, comprendere, fare spallucce,
descrivere la violenza in termini passionali e non criminali. Così come credo
non sia più tollerabile, in un contesto del genere, rappresentare le donne come
oggetto di consumo, veicolare modelli di maschile e femminile che contribuiscono a
mantenere un rapporto fra i generi squilibrato, mantenere le donne in condizioni
di svantaggio, considerare la diffusa prostituzione delle donne come
qualcosa di normale (guardatevi, se avete sufficiente pelo sullo stomaco, il
brevissimo video realizzato dall’organizzazione per la parità di genere
European Women’s Lobby, che ho scoperto grazie al blog Consumabili),
leggere notizie avvilenti come il lancio delle mutande Bunga
Bunga Dance e tante altre cose…”
Allo stesso modo mi chiedo perchè il nostro Paese ignora queste violenze attribuendole spesso ad immigrati quando sappiamo che il più delle volte non è così, ma si tratta di persone assai vicine alle quali deleghiamo la nostra fiducia e contro i quali nessuno ci ha mai insegnato ad alzare la guardia, perchè nella nostra cultura la figura del carnefice ruota attorno all’uomo nero, lo sconosciuto spesso proveniente da paesi che rispettano poco le donne, come se il nostro fosse molto evoluto..
Provo a darmi una risposta e scopro con amarezza che tutto il nostro sistema è contro le donne, compreso quello politico e lo riscontriamo sopratutto quando esponenti della politica non trattano le donne come fossero una controparte umana con la quale discutere ma come oggetti.
Da una battuta possiamo notare come le donne vengono trattate nel nostro Paese, senza scatenare alcune polemiche e alcune conseguenze che portano alle dimissioni chiunque commetta episodi di sessismo. Siamo sicuri che se si fosse trattato di razzismo, questo caso sarebbe trattato con medesima indifferenza?
La cultura dello stupro è radicata nella cultura italiana e non c’è proprio da stupirsi se in questo clima avvengono anche violenze di tale entità.
Mary