A cura di Marco Sanfelici
Poi, come nel libro delle fiabe, inizia un escalation senza eguali. La squadra si potenzia tecnicamente, perfezionandosi anche nel rafforzamento psicofisico, fino a diventare un autentico bulldozer che spiana tutti i malcapitati avversari. Entrano nella compagine anche ex-giocatori dell’Asti ed un brasiliano d.o.c.g. (da queste parti è bene precisare anche il “garantito”), ormai monferrinizzato, che corrisponde al nome di Edu Dias, tecnica sopraffina ed un cuore enorme, non solo per pompare sangue ai muscoli.
Inizia così la scalata: dalla C2 alla C1, un anno di ambientamento ed al secondo campionato la promozione in B. Partita per una tranquilla stagione, la Libertas Astense si trova in testa alla classifica alla fine del girone di andata. Non c’è tempo per l’autocompiacimento: una serie impressionante di vittorie consecutive la mette al riparo da eventuali rimonte e il 29 marzo scorso, all’ultima giornata del torneo, si concretizza l’atterraggio in serie A, seppure in A2. Da quel giorno, Asti ha 2 squadre in serie A. Tra i vigneti e le dolci colline, oltre all’uva generosa madre dei vini più “amabili” del globo, ora si raccolgono allori sportivi. Ed ai massimi livelli. Durante la serata di festa conviviale, tenuta presso Il Cascinale Nuovo di Isola d’Asti, alla presenza delle Autorità di ieri e di oggi del capoluogo astigiano, faccio quattro chiacchiere con il Presidente Paolo Lasagna. ‘Dunque, presidente, si stanno ponendo le basi per la prossima avventura..’ “Sì, mi risponde come sempre con calorosa disponibilità “ci stiamo già guardandoci attorno per rafforzare la rosa. Siamo in attesa dei verdetti dei play off di serie A. Se l’Asti dovesse vincere il titolo, è probabile che liberi risorse umane che farebbero molto comodo a noi altri” ‘Stranieri?’ “Qualche contatto attraverso Edu, ma molto abbozzati” ‘Obbiettivi per il 2014/15?’ “Tranquilla salvezza” ‘Anche quest’anno lo si diceva, poi i risultati li abbiamo tutti sotto gli occhi…’ “Beh, stiamo coi piedi per terra! Il livello della A2 è di molto superiore, ci troveremo di fronte vere e proprie squadre professionistiche. Noi contiamo su ragazzi straordinari che sono in regime di semiprofessionismo e che avendo un lavoro, visti i chiari di luna attuali, se lo tengono ben stretto”. Il mister Gianfranco Lotta, dal canto suo, ad una mia sollecitazione, mi dice convinto: “Se quest’anno avessimo giocato in A2, ci saremmo certamente salvati”. ‘Qual è il segreto di questa squadra, se me lo puoi dire?’ “L’amalgama, non solo in campo, soprattutto fuori! E’ un gruppo affiatato in tutto e per tutto, nel quale ogni singolo è pronto ad aiutare il compagno. Dio solo sa quanto questo aspetto mi faciliti il lavoro. Sapessi quanto è difficile allenare! Ogni tassello deve essere sistemato al posto giusto e basta una parola fuori via o un atteggiamento sbagliato e tutto va all’aria”. ‘Come nella sconfitta di Castellamonte?’ “Quel giorno siamo riusciti a fare a gara a chi sbagliava di più, capita” ‘Anche a Pisa però, la rimonta subita da 4 a 1 al pari…’ “La rimonta l’abbiamo subita al ristorante! Fummo trattati con sufficienza e quello mandò in bestia i ragazzi che alla lunga persero energie e concentrazione” Confortante biglietto da visita per l’A2, la partnership prestigiosa con la Robe di Kappa che vestirà l’Astense. Divise di 3 colori, bianca, rossa ed azzurra, con evidente il logo del galletto stilizzato, simbolo del sodalizio. Forza Astense, dunque. I festeggiamenti sono finiti, insieme alle pacche sulle spalle. Dopo un periodo di meritato riposo si riprenderà a rincorrere un sogno, insieme a tifosi fedeli ed appassionati, prodighi di incitamento. Asti è la capitale del futsal italiano, la cui nazionale è fresca campione d’Europa, non dimentichiamolo e la Libertas Astense ne è un’orgogliosa testimone. D’altra parte, se all’aeroporto di Rio de Janeiro, in un paese ai vertici mondiali del calcio a 5, ci si può imbattere nell’immagine del Palasanquirico, un motivo ci deve pur essere. Marco SANFELICI