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La mafia uccide… secondo “Pif”

Creato il 02 dicembre 2013 da Makinsud
La mafia uccide… secondo “Pif”

la-mafia-uccide-solo-destate-posterÈ arrivato in duecentocinquanta sale italiane “La mafia uccide solo d’estate”, film scritto e diretto da Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif. Dopo l’esperienza come Iena e il grande successo riscosso dal suo “Testimone” in onda su Mtv, Pif tenta ora la strada del cinema con questa sua opera prima girata a Palermo grazie al supporto dell’associazione Addiopizzo. La città in cui è nato e cresciuto ha accolto il film con grande entusiasmo negli ultimi giorni.

Oltre alla première di venerdì sera che l’ha visto intervenire a tre proiezioni palermitane, Pif nel corso di una serata speciale al Teatro Biondo si è goduto il caloroso abbraccio della sua città. Sin dalle ore precedenti l’inizio dello spettacolo, infatti, davanti all’ingresso del teatro si è affollata una calca soprattutto (ma non solo) di giovani e giovanissimi, tra cui molti attivisti del gruppo delle Agende Rosse, che dal palco gentilmente concesso proprio da Pif hanno lanciato un appello: subito il bomb jammer al giudice Di Matteo.  Tale dispositivo, infatti, è capace di rilevare ordigni e venti anni fa fu richiesto inutilmente anche da Falcone.

Artisti, giornalisti, magistrati, poliziotti palermitani tutti bambini o ragazzi durante gli anni delle stragi di mafia hanno raccontato cosa questo periodo ha comportato per loro. Drammatico scoprire come stare a Palermo durante quegli anni significasse anche frequentare, senza che la cosa fosse di scandalo per nessuno, casa Buscetta (il racconto di Stefania Petyx), oppure scoprire che la pizzeria sotto casa era stata teatro di una terribile mattanza conclusasi con tre morti (come ha raccontato lo scrittore e vicequestore Piergiorgio Di Cara).
Commovente, in particolare, la testimonianza di Teresa Mannino: dopo un inizio ironico e spumeggiante, l’attrice comica ha ricordato emozionandosi come il padre, stimato medico, nell’83 si fosse visto distruggere da duecento chili di tritolo un centro sportivo giovanile fortemente voluto e realizzato con enormi sacrifici tra Misilmeri e Belmonte Mezzagno, proprio perché aveva rimandato al mittente delle “offerte che non si potevano rifiutare”.

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Sul palco a raccontare i propri ricordi sono salite anche Luisa Impastato, Dora Dalla Chiesa e Silvia Francese, tutte nipoti di vittime di mafia che lo stesso Pif non ha esitato a definire “suoi idoli”, nonché Roberta Iannì, di cui Pif aveva raccontato la tragica vicenda in una puntata del suo programma, e Cristiana Capotondi, coprotagonista del film che ha portato oltre ad una ventata di grazia anche la visione di chi quel periodo l’ha vissuto da “continentale”. In anteprima anche i primi cinque minuti del film e una scena inedita con la Mannino.

Uno serata semplice ma che ci mostra la misura di quanto quegli eventi siano parte costitutiva della storia della città e di tutta l’Italia, di quanto, anche se non ce ne rendiamo conto, facciano parte perfino della nostra storia personale; la partecipazione entusiasta registrata dimostra che a Palermo le generazioni cresciute più consapevoli all’ombra delle guerre di mafia hanno già capito che la lotta la portano avanti tutti i giorni i cittadini con le loro piccole scelte quotidiane tanto quanto le istituzioni con il loro dovere di proteggere chi sceglie la legalità.


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