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La mania di produrre questioni secondarie per colmare lacune virtuali

Creato il 13 dicembre 2012 da Mente Libera

Il logocentrismo imperante sancisce che il dire (il conoscere “discorsivo”) sia più importante del sentire immediato. Il sentire invece non è dicibile per definizione, o meglio, per evidenza sensoriale.
Volendo usare un approccio epicureo si potrebbe dire che la vita è soltanto una successione di sensazioni piacevoli o spiacevoli; il tuo compito è vivere quante più sensazioni gradevoli possibili, senza tuttavia denigrare o affossare quelle spiacevoli.
Questo vuol dire che la ricerca edonistica del piacere debba essere l’unico scopo della vita?
Certamente no, non si intede questo.

La maturità sta anche nel capire cosa sia lecito o meno fare. L’osservazione epicurea, per quanto banale, se venisse accolta col buon senso porterre giovamento a molti adulti che non sanno letteralmente ciò che vogliono né da loro stessi né dagli altri; per sopperire a questa lacuna producono delle questioni secondarie poi terziarie, poi quaternarie , e così via all’nfinito per colmare buchi virtuali.

indecisione
Epicuro a molte domande esistenziali avrebbe risposto che esse sono delle inutili preoccupazioni non primarie, non prioritarie, superflue, cioè non direttamente collegate alla felicità immeditata, l’unica che forse possiamo cogliere con le nostre stesse mani. Se vivesse al giorno d’oggi si chiederebbe: Perché la gente si dispera con questioni così tremendamente astratte e insensate quando abbiamo a portata di mano un mondo di opportunità e di esperienze concrete ?
C’è un ritornello che fa :

certi problemi non sono un dramma perché è la vita che li programma“.


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