La mia scelta per l’8 Marzo
Posted on 8 marzo 2012 by Alessandra La mia scelta per l’8 MarzoOgni anno mi chiedo cosa possiamo fare, noi tutti, uomini e donne, per dare un senso a questa ricorrenza (non voglio chiamarla festa, come normalmente si fa, perché in realtà è una vera e propria ricorrenza di un fatto tragico).
Pertanto il miglior modo di rendere omaggio è dare un senso al male subito dalle donne, almeno per un giorno all’anno, cercando di ricordare, riflettere, dibattere, manifestare, protestare, riunirsi a parlare e confrontarsi.
Ma si può rendere omaggio trasformando questo giorno in un’occasione per divertirsi con le proprie amiche, ritrovando la gioia di essere donna. Perché l’essenza del femminile è soprattutto gioia, amore, vita e calore. Ed è proprio quello che in questo mondo manca e al quale non si da spazio perché il maschile, che è il contrario di quello che è femmina, non collabora per trovare un equilibrio.
Ma, come un virus, che si insedia in un organismo per nutrirsene e prolificare e poi arriva ad ucciderlo, morendo egli stesso, così questo squilibrio di genere sta nocendo ad entrambi, uomini e donne, arrivando a distruggere la vita stessa!
Questo filosofeggiare mi serviva per presentare la mia scelta per l’8 Marzo 2012.
Il messaggio arriva dalla mia terra: mi associo all’iniziativa di Matteo Cosenza che sul giornale Il Quotidiano della Calabria, ha scritto un lungo articolo per ricordare il sacrificio di tre giovani donne, che hanno detto no a un triste destino fatto di paura e mafia (o ‘ndrangheta, ma tanto è la stessa cosa). Parlo di Giuseppina Pesce , Maria Concetta Cacciola e Lea Garofalo. Il loro destino segnato da legami di sangue malavitosi le ha portate di fronte ad una scelta. E piuttosto che cedere, si sono spezzate. E’ la prova che il coraggio è anche donna e che si più dire di no per costruire un futuro migliore, anche se, morendo, lo regalano ad altre persone. Ma il loro sacrificio sarebbe vano se non contribuissimo a dare la giusta eco ai loro nomi e alla loro vicenda.
Vivere la vita che ci impongono non è vivere. Ma tutte noi cediamo ogni giorno una parte della nostra libertà, senza rendercene conto: non lasciamo che siano morte invano. Lavoriamo per essere libere da mafie, violenza e discriminazioni.
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