Innanzitutto farei una premessa: il Travel blogger, per definizione, è chi scrive di viaggi su un blog, quindi se evitiamo polemiche a riguardo su chi si autodefinisce tale e chi invece dovrebbe ma non lo fa e via dicendo, sarebbe meglio. Detto ciò, sarebbe stupido e ipocrita negare che questo blog sia nato per puro caso, per pura voglia di scrivere e che poi, piano piano, sia entrata a far parte di un mondo nuovo, bellissimo per certi versi ed estremamente pettegolo nonché corrotto per altri, è un altro paio di maniche.
Per sapere cosa fa un travel blogger di professione vi rimando all’articolo di Federica Piersimoni, dove spiega la sua giornata tipo, la mia, non è assolutamente così, ma è vero anche che il mio scrivere di viaggi è puro piacere, fare soldi con il mio blog non è tra le mie priorità, questo per mia scelta e perchè io seguo un certo tipo di filosofia specialmente riguardo gli articoli scritti in cambio di viaggi. Mi sono data delle regole, tutto là, condivisibili o meno.
LA MATTINA
Come ogni comune mortale che lavora in ufficio, mi alzo di buonora, il lunedì solitamente mi sveglio con il piede sinistro, con una montagna di sonno addosso e l’incubo di dover mettermi al computer per 8 lunghissime ore, ma devo dire che sono fortunata, al momento faccio quel che mi piace, per cui non posso nemmeno lamentarmi. Durante il tragitto in autobus è facile che mi perda in pensieri, che mi vengano in mente idee per i prossimi post, se trovo posto leggo,di solito giro con un paio di libri: uno “professionale” che leggo per aumentare le mie conoscenze in materia di web e l’altro di puro e semplice piacere. Decido un po’ in base all’estro.
IL POMERIGGIO
Dopo quattro ore di scrittura compulsiva per lavoro (ebbene sì, al momento faccio proprio la Web Content Writer), la pausa pranzo passa talmente veloce che nemmeno mi accorgo di aver già bevuto il terzo caffè e si riparte per altre quattro ore, fino a che alle tanto adorate 18, si ritorna al mondo reale, si riprende l’autobus e si ritorna a casa.
LA SERA
Fino a qui niente di che, ma vi ripeto che io sono una travel blogger solo per il significato stretto del suo termine, amo viaggiare e amo scrivere, niente di più semplice e lineare. Ok, ho anche una dipendenza da social network abbastanza ossessivo-compulsiva che va a completare il pacchetto, ma vi sfido io a gestirne 4 in contemporanea in maniera semi-seria!La sera dopo cena arriva il momento dedicato alla scrittura, musica in cuffia e via, si scrive, tisana alla mano, volendo, sì, anche in estate! Il problema è che dopo 8 ore davanti al computer non è proprio la cosa migliore del mondo riaccenderlo e mettersi a scrivere per sé, ma lo faccio, fondamentalmente perchè amo farlo. Capitano i momenti perfetti, dove le parole si tramutano in riflessioni e articoli pensati, con studio delle parole chiave, attenzione al seo, e poi, capitano i momento dove le idee per scrivere un articolo su un blog di viaggi vengono a mancare. Tabula rasa, silenzio, il blocco dello scrittore. Qui le cose sono due: o ci si fa prendere dall’ansia della pubblicazione costante postando un articolo tappabuchi, oppure si lascia perdere. Diciamo che, se riesco, pubblico, ma di certo non mi affanno se per una volta salto. La costanza è sicuramente importante, fondamentale, se si vuole “avere successo” in questo campo (che in parole povere significa essere cagati un minimo da Google, dal momento che se smetti di aggiornare il tuo blog per lui vai nel dimenticatoio), ma non deve procurarvi l’ulcera.
TIRANDO LE FILA…
… è un grande sbattimento. Piacevole sì, ma una volta che cominci ad avere una certa audience (e non ascoltate quelli che vi diranno che non siete nessuno per le poche visite, loro sono partiti esattamente dallo stesso punto) non è certo come scrivere per sè stessi sul diario segreto che si nascondeva in cassetto. L’amore per il viaggio e per lo scrivere sono imprescindibili, ma dovete tener conto del fatto che mano a mano che andrete avanti ci saranno delle persone (anche se poche) che vi seguiranno e avranno piacere di leggere i vostri scritti, di chiedervi dei consigli, e non si può di certo prendere tutto questo sottogamba.La mia vita da travel blogger è questa e vi giuro che la sera quando alle 2 di notte sono ancora che scrivo un post, alle volte, mi viene da pensare “ma chi diavolo me lo fa fare”, eppure, se continuo a farlo, è perchè sotto, sotto mi piace e, non nego, che questo hobby (anche se a volte sembra davvero un doppio lavoro, per la dedizione con cui ci stai dietro e l’impegno che comporta) mi ha dato tante delusioni ma anche tante soddisfazione. Il trucco è non demoralizzarsi, vedere il bicchiere mezzo pieno anche quando attorno gli altri ti dicono che fai schifo, anche se ti sentirai solo in mezzo a un mondo di blogger di viaggio che sembra vogliano conquistare una vetta che non esiste, è importante non abbattersi e continuare a credere in ciò che si fa. Punto.