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La mobilità sostenibile nel mondo

Creato il 28 maggio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

L’essere green come evergreen

La sostenibilità: uno sguardo all’Europa

La mobilità sostenibile come tematica green, che sempre più nei dibattiti sociali e culturali sta divenendo un evergreen come le musiche dei grandi che ancora ci fanno ballare. Un nuovo modo di spostarsi e viaggiare, rispettando le dinamiche ambientali ed ecologiche. Ma come si muove l’Europa? Quali sono i rapporti di questi Paesi con l’ecologia e i trasporti? Vedremo dunque da vicino la Francia e l’Olanda, la Finlandia e la Danimarca. E ci sposteremo poi in Giappone, col treno a levitazione magnetica.

La Ville Lumière e la città dei canali

La Francia ha sperimentato nel 2011 la mobilità sostenibile con 1.700 veicoli elettrici dispiegati lungo l’area metropolitana di Parigi. Col tempo il numero di veicoli elettrici è cresciuto, confermando l’interesse e l’apertura politica nei confronti dell’ecologia. Il piano di inserimento di un numero così elevato di veicoli elettrici ha permesso – di conseguenza – di ridurre notevolmente la mole di auto private in circolazione. Secondo alcune stime, la riduzione riguarderebbe un numero addirittura vicino alle 20mila unità. È un progetto, questo, che ha registrato inevitabili riflessi nella collettività: una maggiore fluidità nel traffico metropolitano, nonché un impatto ambientale di gran lunga minore. Sotto il profilo ecologico, il tutto si è tradotto in basse emissioni nell’atmosfera. Amsterdam, la “città dei canali”, è una delle icone che testimoniano i più alti standard ambientali nel mondo. Da sempre il dibattito ecologico è cruciale in Olanda, e a confermare tutto ciò si osserva l’attenzione continua alla mobilità ciclabile. Un’iniziativa, questa, che da qualche tempo è stata coniugata a una nuova forma di mobilità a basso impatto ambientale: il car-sharing, traducibile con l’espressione “condivisione dell’automobile”, è un progetto dove il veicolo viene messo a disposizione della collettività, e pertanto si promuove la rinuncia all’auto privata. È un’occasione dove il concetto di mobilità sostenibile si coniuga con l’elemento imprescindibile dell’educazione civica e dell’essere civili nel rapporto con l’alterità. Il car sharing olandese, dunque, si innesta in un contesto che testimonia l’elevato grado di civiltà di chi abita questa porzione di mondo.

La rivoluzione sotterranea e l’eccellenza danese

La rivoluzione ecologica in Finlandia ha visto – e vede tuttora – il suo epicentro nel cuore della capitale. Qui la mobilità sostenibile è tradotta nei termini di un’attenzione particolare alla rete ciclabile. Il tutto è stato progettato, affinché le corsie destinate alle biciclette non interferiscano con i percorsi predisposti ai pedoni e alle automobili. Una strategia, questa, che unisce la questione della sicurezza al concetto di impatto ambientale e alla tematica della mobilità sostenibile. È così che la rete ciclabile si sviluppa nella capitale finlandese sotto il livello stradale. Una serie di rampe, poi, collegano questa rete sotterranea al piano di terra. Helsinki – in linea con la politica ecologista nord-europea – ha inoltre promosso da qualche tempo un progetto di riqualificazione del territorio cittadino, favorendo il sorgere di spazi verdi destinati alla collettività. Ultimo esempio di mobilità sostenibile in Europa – al di fuori dell’Italia – è rappresentato da Copenhagen, la capitale danese. È forse il testimonial per eccellenza della sostenibilità nel Vecchio Continente, essendo stata addirittura premiata come “Sustainable city of the future”. I prodromi di questa nuova interpretazione dell’energia furono vissuti dalla Danimarca con un’attenzione particolare nei riguardi del risparmio idrico e delle emissioni nocive. Col 1995, poi, il tema della mobilità sostenibile è divenuto per i danesi un’ennesima svolta in direzione ecologica. Il centro cittadino di Copenhagen fu chiuso alle automobili e aperto soltanto alle biciclette e ai pedoni, rivestendo la capitale di un nuovo abito da mostrare al mondo. Oggi il 40% degli abitanti della capitale raggiunge il luogo di lavoro in bicicletta o a piedi, confermando una volta ancora la priorità della mobilità sostenibile.

Il MagLev come futuro della mobilità sostenibile

Wikipedia foto di Andreas Krebs

Il MagLev transrapid di Shanghai – Wikipedia foto di Andreas Krebs

Fuori dall’Europa, l’attenzione maggiore è catturata dal Levante. È il Giappone col MagLev, il treno a levitazione magnetica che ha rivoluzionato dal principio il trasporto ferroviario. Un sistema del tutto nuovo, dove la frizione ruota-rotaia è stata del tutto scardinata. Un vecchio sogno che finalmente è divenuto una realtà tangibile. Il MagLev è frutto di una combinazione di magneti superconduttori uniti a un motore lineare: una struttura motrice che garantisce sicurezza, velocità elevata e basso impatto ambientale. Un vero e proprio esempio di mobilità sostenibile da ricoprire il ruolo di modello. Il principio su cui si basa questo mezzo di trasporto avveniristico è il rapporto di repulsione e attrazione magnetica, un sistema che si traduce nell’idea di un “treno sospeso in aria”. Il MagLev è in grado di correre a una velocità massima di 650 km/h. L’unico difetto? Gli elevati costi di realizzazione dell’infrastruttura. Ma qual è il beneficio reale all’ecologia? Brevemente, l’essere per antonomasia un esempio di mobilità sostenibile.

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