Bisogna far sentire di più la nostra voce, a favore di un
argomento importante, che sta a cuore a tutti : la salvaguardia del nostro
pianeta. Ognuno di noi può e deve far qualcosa, per lasciare ai nostri figli un
mondo vivibile. L'ambiente e la moda come convivono oggi?
E' giunto il momento
in cui l'effetto distruttivo dell'uomo sull'ambiente va ridotto il più
possibile, gli effetti nefasti, rimasti per troppo tempo silenti, sono poco a
poco venuti a galla, mostrandoci una realtà da panico, al limite della
salvezza. Anche il settore della moda, in apparenza frivolo e leggero,deve
aiutare a sensibilizzare la ricerca verso uno stile di vita più ecologico. E' di
pochi giorni fa la dichiarazione di Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia,
nominata di recente anche ambasciatrice di buona volontà da una associazione
che opera insieme alle Nazioni Unite, che afferma che l'ecologia non interessa
a nessuno e che siamo ancora molto indietro, riguardo un tema così urgente.
E'
molto grave l'indifferenza che ci circonda! Bisogna puntare di più su tessuti
biodegradabili, materiali di riciclo e colori naturali, considerando la
necessità di far leva su fibre innovative come quelle ricavate dalla soia o
dalle alghe. Una tra le prime designers ad aver
mostrato sensibilità verso l'argomento è stata STELLA MC CARTNEY ,
utilizzando tessuti naturali e proponendo pellami vegetali. Per questo autunno-inverno,
a dire il vero, c'è stato qualcuno che
ha sposato la tendenza ecologica : GUCCI ad esempio, ha sfornato la prima
collezione di occhiali in acetato bio-based in collaborazione con SAFILO,
HUMMEL, le sneakers eco-rock ottenute dalla raccolta di bottiglie di plastica,
CARMINA CAMPUS, eco-borse realizzate con vecchi tessuti, VIVIENNE WESTWOOD ha
proposto capi e accessori realizzati con
materiali di scarto, come cavi elettrici e sacchetti di plastica.
Anche il
marchio low-cost H&M è sceso in campo fornendo una capsule di capi ottenuti
da lana e canapa riciclata. Si può fare di più e non aspettare oltre, prima che
la nave affondi irreparabilmente,
considerando anche, i processi di lavorazione con impatto zero, l'uso di
energia rinnovabile, il contenimento dello spreco (pensate che fino a pochissimo
tempo fa il 20% del tessuto usato per fare abiti finiva in discarica),gli
oggetti prodotti a Km zero e per ultimo, ma non meno importante, i DIRITTI dei
lavoratori.
Lolli






