Magazine Diario personale
Sta per iniziare la nuova edizione della kermesse sanremese,ed allora il pensiero vola inesorabile a quando ero bambina con le ginocchia ossute(ahimè!),le gambe lunghe(doppio ahimè),i capelli a panettone ed il camper di Barbie.
Ah il camper di Barbie!ne ricordo perfettamente il profumo della plastica mattel,nuova di zecca,il cruscotto lucido ed il lavandino rosa schocking(pover Ken,costretto a vivere dentro a certo arredamento pulp kitch senza proter profferir parola),ricordo i paletti per fissare la verandina per il pranzo all'aperto,il letto duro come un selcio,il posto di guida con il volantone zingaresco,i vestiti di lei(una valanga,mentre Ken la solita sdrucita felpa da palestrato)e le scarpine della bionda,solo modelli da tailleur bicolor nonostante il nomadismo spinto,ricordo anche quanto consumava di carburante sto' benedetto camper di Barbie.
Ricordo che facevo sempre finta che piovesse(mai uno sputo di sole in questo campeggio),che era sera,che stava iniziando la prima puntata di Sanremo dal teatro Ariston pieno di fiori,che Barbie avesse due figli fiammiferini avuti da Ken il tartarugato,(comprati corredati di lettino dal tabaccaio),ricordo che Barbie cucinava indaffaratissima,che preparava il latte ai fiammiferini e rideva con Ken,garrula e felice.
Punto.Basta.
Mi sembrava che quella location fosse l'esemplificazione della felicità allo stato puro.
Nessuna traccia di lauree,di riunioni con il capo,di buste paga,di mutui(giusto l'assicurazione kasco per il camper,non si sa mai),insomma,sognavo di essere magra nonostante i due parti ravvicinatissimi,che avessi uno spacco ininterrotto che andava dal monte di Venere al perineo più profondo,che fossi bionda e stolta,che mio marito mi lasciasse arredare il mondo con quei coloracci pop,che cucinassi latte e sofficini,che fossimo tutti felici di guardare la prima serata del festival di Sanremo,commentando voci e vestiti.
No,pensandoci bene,non c'erano proprio i presupposti affinchè potessi arrivare lontano.
Proprio no.
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