VACLAV HAVEL E KIM JONG-IL: DUE ICONE, DUE MORTI, DUE MONDI
di Danny Schechter
dal sito GlobalResearch
traduzione di Gianluca Freda
Il mondo ha detto addio a due leader vissuti ad un universo di distanza. L’uno era un anticomunista ampiamente osannato, l’altro un ampiamente denigrato comunista. In ogni caso, sulla vita e sui pensieri tanto di Vaclav Havel, presidente della Repubblica Ceca, quanto del nord-coreano Kim Jong-il, sono state pronunciate sentenze frettolose.
Havel, il presidente ex-drammaturgo che sfruttò l’attivismo dei diritti umani per diventare il primo leader della Cecoslovacchia post-comunista, fu promotore del movimento democratico della “Carta 77”, non un semplice politico in cerca di potere con un’avversione verso i “rossi”.
Ciononostante, la stampa lo ha lodato più per le cose a cui si opponeva che per quelle in cui credeva. Le persone che lo amavano, invece, lo adoravano per entrambe.
Dice uno dei bollettini: “Una folla silenziosa di migliaia di persone ha accompagnato il corpo di Vaclav Havel per il centro di Praga, mentre la Repubblica Ceca ha proclamato tre giorni di lutto nazionale in onore dell’icona della Rivoluzione di Velluto.
Circa 10.000 persone, in gran parte vestite di nero, alcune con bandiere ceche o slovacche, hanno partecipato mercoledì scorso alla solenne processione che, attraversando stretti vicoli in acciottolato, ha trasferito il feretro dell’ex presidente dalla chiesa fino al Castello di Praga, sede della presidenza ceca”.
Havel era un intellettuale, un rivoluzionario non violento che contribuì, tra l’altro, alla bipartizione del suo paese in due entità: Repubblica Ceca e Slovacchia.
Quando la sua epoca ebbe termine, tra gravi problemi economici, il suo paese decise di svoltare a destra, abbandonando la sua sensibilità umanistica per guardare alla destra americana ed abbracciare un capitalismo aggressivo.
Il suo avversario Vaclav Klaus, rigido sostenitore del “libero mercato”, fu spesso molto critico verso Havel quando questi era ancora vivo, ma si è mostrato più tenero in occasione della sua morte, dichiarando:
“La vita di Vaclav Havel ha coperto un’ampia parte del 20° secolo: la guerra, la salita al potere dei comunisti, il disgelo degli anni ’60, la caduta del comunismo, l’edificazione della nuova democrazia, la divisione della nazione e la sua integrazione negli organismi europei e globali”.
Venerdì prossimo, ai suoi funerali, ci sarà una passerella di leader occidentali, tra i quali Bill e Hillary Clinton e molti capi dell’Europa dell’Est e dell’Ovest. Dalla sua ascesa al potere, il mercato ceco si è largamente aperto agli investimenti e al commercio militare dell’occidente.