Questo è un libro sul mal di stomaco. E a chi piace il mal di stomaco? E' un patetico manifesto sulla patologica inettitudine a fasse 'na risata. Questo libro è una boriosa chiacchiera da salottino per bene, tra spocchiosi studentelli di Lettere. Queste pagine sono la prova che i filosofi non dovrebbero nemmeno provarci a scrivere un romanzo, che è una cosa ben diversa da scrivere un libro. Ai filosofi sono concessi i saggi, pagine e pagine di defecazioni extrasensoriali, sono concesse le comodità di un mestiere dal nome melodioso e nobile, facendo il sacrosanto favore di lasciare la cacofonica aberrazione di tutte quelle parole nude e crude a chi si è votato ad un certo tipo di esistenza.
Ed è qui che mi rivolgo a voi, curiosi amanti de La nausea.
Perché?
Come?
Sul serio?
Ho avuto anche io 16 anni, e non li auguro a nessuno, ma quanto bisogna essere insensibilmente impreparati alla letteratura, per far passare questo libro per il capolavoro dell'esistenzialismo quaquarquà? Lo so, saranno in pochi ad unirsi al mio grido di eterna damnatio memoriae, e non perché non sia oggettivamente noioso il libro, ma perché esistono opere intoccabili, e credo che La nausea appartenga a quel gruppetto di operucciole da sollazzo psicotropo cui nessuno criticherà mai una virgola.
E' come la religione: una questione di lavaggio del cervello. Capita. Non è colpa vostra. Lo facevano anche i nazisti. Si chiama FALSA PROPAGANDA. Quindi vi dirò un'altra cosa, che spero vi aiuterà ad uscire dal tunnel del Sartre romanziere: esiste una trilogia, la cosiddetta Trilogia del Male, composta da tre dei romanzi più noiosi della storia, ma che, per qualche imperscrutabile motivo, coinvolgono menti da decenni, trascinandole giù per vie scoscese di abbrutimento e lobotomizzazione. I libri in questione sono Il giovane Holden, Il piccolo Principe e La nausea.
Fuggite dai libri generazionali. Leggere Sartre a 17 anni non vi renderà più decadenti, ma solo più poveri di euro 11,50 e del 70% dei vostri neuroni.