Se della possibile serrata dei proprietari abbiamo già parlato qualche giorno fa, oggi cerchiamo di fare chiarezza su l’ennesima grana toccata all’avvocato newyorkese padre-padrone della Lega più bella del mondo: i New Orleans Hornets! La squadra sta viaggiando a buoni livelli, 14-10 il record dopo un ottimo inizio, ma negli ultimi giorni le notizie arrivate dall’alto hanno creato qualche problema anche all’interno dello spogliatoio e i giocatori sembrano risentire del caos nato attorno alla proprietà della franchigia.
Ma facciamo un passo indietro: George Shinn, proprietario di maggioranza della squadra ha chiaramento detto alla Lega di non riuscire più a farcela a gestire il bilancio e di aver contratto anche alcuni debiti, e quindi di voler cedere la franchigia al più presto al primo offerente, anche in caso di offerta più bassa rispetto al vero valore (circa 300 milioni di dollari). A questo punto Stern è intervenuto e per scongiurare un altro caso Bobcats, quando Michael Jordan con un colpo da maestro aveva acquistato la franchigia molto al di sotto del suo valore a causa dei grossi debiti contratti dal precedente proprietario. E come ha risolto il tutto Stern? “Commissariando” la franchigia e facendola diventare di proprietà della NBA! Così facendo un personaggio incaricato da lui dovrà gestire la cessione al miglior offerente così da non svalutarla, e alcune persone interessate si sono già fatte avanti.
A partire da uno dei soci di minoranza di Shinn, Gary Chouest, ma anche altri imprenditori di New Orleans che vorrebbero mantenere la franchigia in Lousiana come detto dal sindaco:
“Il grande messaggio è: il futuro degli Hornets nella città di New Orleans è nelle nostre mani.“
Ma il vero problema arriverà in caso di qualche offerta di mercato, infatti la NBA dovrà incaricare qualcuno che farà le veci del proprietario e quindi deciderà se dare il benestare o meno a qualsiasi trade (creando quindi un qualche tipo di conflitto d’interessi); Paul e West hanno già fatto intuire che tutta questa situazione non piace molto e che se dovesse arrivare un’offerta da parte di una squadra che potrebbe pensare di puntare al titolo, loro sarebbero anche ben disposti a salutare tutti e calarsi nella nuova maglia da gioco. Questo è il vero punto spinoso di tutta la faccenda perchè quando quella offerta arriverà (e siamo sicuri che fra non molto arriverà) la persona incaricata dovrà decidere cosa fare, privarsi di CP3 e quindi togliere ancora più appeal a una squadra che già non ne ha moltissimo o tenerselo stretto rischiando che il giocatore inizi a giocare con non troppa voglia.
Un bel rebus, che sommato allo spettro del lockout, siamo sicuri toglierà qualche ora di buon sonno a David Stern.