La nevicata perfetta!

Ma sì, ve lo dico: a me la neve piace. E guardare adesso, fuori dalla finestra, come scende fitta e copiosa mi rilassa notevolmente. Mi trasmette un senso di tranquillità e pacatezza indescrivibile. “E certo – direte – tu puoi startene in casa al calduccio, non devi mica andare in ufficio…” oppure “Ma pensa a tutti quei poveretti che non hanno un tetto sotto cui ripararsi?”.
Avete ragione, ci sono anche questi aspetti da considerare. Neve non significa solo poter fare un pupazzo in allegria insieme a tuo figlio e fa niente se poi si sale in casa bagnati fradici: un bagno caldo, una tazza di cioccolata e via. E fa niente pure se poi uno si becca l’influenza che, comunque, il gioco vale la candela.
La neve, in effetti, può essere anche emergenza.
Però, non pensando a cose tristi, se non l’avete ancora capito, sappiate che io adoro la neve! Vi ho mai raccontato che da piccolina (finché ero alle elementari) “svernavo” praticamente a Bormio? E che sciavo parecchio bene? C’era una pista che si chiamava “La Rocca” (adesso non è più come allora, è molto più semplice)… Beh, io la facevo in scioltezza, forse per incoscienza infantile. Figuratevi che avevano addirittura chiesto ai miei se volessi trasferirmi lì, che avrebbero pensato a tutto loro (anche alla scuola) per farmi entrare nella squadra agonistica. Ero un asso nello slalom!
Ovviamente rifiutai… Lontano da mamma e papà? Scherziamo?
Ma sciare era l'unico sport che mi piacesse praticare. 
E sapete che saranno quasi vent’anni che non metto gli sci ai piedi? Chissà perché. Probabilmente ora avrei (ehm... "avrei") anche paura che sono diventata un po’ fifona.
Filippo ha detto che vorrebbe provare a sciare, a prendere lezione da un maestro, a patto che io gli stia “vicinissimo”. Quasi quasi… Chissà. Che se magari uno dei prossimi giorni vi capita di vedere una palla rotolare a valle, non è una valanga. Sono io, tranquilli.
Che un figlio – ho notato – ha il potere di farti passare la paura. Di tutto.