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La “nuova” Chiesa di Papa Francesco vista da un agnostico

Creato il 26 novembre 2013 da Uccronline

Papa francesco 
 
di Stefano Colombo*
*magistrato (agnostico)

Buona giornata a tutti, prendo spunto dall’articolo di Giulia Carcasi per esporre, da agnostico, il mio pensiero su Papa Francesco e sull’impostazione che sta dando alla Chiesa attuale.

Premetto che, da un punto di vista strettamente personale, nutro una grande ammirazione verso Bergoglio che, per quanto mi è dato di capire attraverso il filtraggio dei mass media, mi sembra una persona particolarmente affabile, disponibile ed estremamente sensibile. Detto questo, ho notato che Papa Francesco ha creato, nei cattolici, sostanzialmente due schieramenti, provocando, in qualche modo, una sorta di spaccatura, probabilmente insanabile.

Da un lato, una parte dei fedeli esalta il valore dell’attuale Papa, evidenziandone la straordinaria umiltà, i continui esempi di vicinanza al prossimo – soprattutto al più povero e sfortunato –, l’innato carisma. Una seconda tranche di cattolici, anche di lunga data, contesta, invece, un’eccessiva teatralità del nuovo Pontefice. I suoi gesti di attenzione al quisque de populo non sarebbero altro che i tentativi di un “codardo” che, invece, di combattere per la Chiesa, cerca in qualche modo di piegarla ai desideri del “mondo.” Lo dimostrerebbero le sue aperture verso l’omosessualità o, addirittura, l’aborto. Questo è il punto di vista sostenuto da quei cattolici definiti – o autodefinitisi – “tradizionalisti”, integralisti o, addirittura, sedevacantisti.

Il mondo ateo (o agnostico) mi sembra ugualmente spaccato dal comportamento e dalle parole di Papa Francesco. Una parte lo considera l’uomo del dialogo, l’uomo del confronto e anche l’uomo della comprensione, colui che riuscirà – forse – ad adeguare la Chiesa Cattolica al terzo millennio. Altri ancora credono, invece, che Papa Francesco sia una sorta di “ipocrita”, ovvero un Papa assolutamente conservatore ed intransigente come i predecessori (Benedetto XVI in particolare), se non ancora di più (Bergoglio è un gesuita, dopotutto), e ritengono che la Chiesa di Francesco non cambierà una virgola né per quanto riguarda il lusso, il denaro e lo sfarzo, né per quanto riguarda la dottrina, in particolare sui temi cosiddetti “etici” o “sensibili.” Al contrario, le apparenti aperture di Papa Francesco sarebbero soltanto fumo negli occhi, utili a mettere la Chiesa sotto un’apparente quanto falsa buona luce mediatica. Papa Francesco sarebbe, agli occhi di costoro, un furbo “gattopardo”, che, con abile carisma, sta facendo in modo che “tutto cambi, affinché tutto rimanga com’è”. Queste, in sintesi e molto superficialmente, le quattro posizioni che si possono schematizzare sull’impatto che ha avuto Bergoglio tra i credenti e i non.

Come la penso io? Come ho scritto in apertura, penso che Bergoglio sia una persona estremamente sensibile ed estremamente intelligente. Penso che ogni suo gesto ed ogni sua parola sia sinceramente rivolta verso la migliore comprensione degli altri, ed ispirata al più grande amore per il prossimo, chiunque egli sia, cristiano, cattolico, ateo, abortista, eterosessuale o gay. Nello stesso tempo, mi pare che Papa Francesco non abbia assolutamente cambiato o preteso di cambiare una sola virgola di quella che è la dottrina o la posizione della Chiesa cattolica rispetto a determinati temi e, su questo, penso che abbia fatto estremamente bene. Mi spiegherò meglio con un paio di esempi.

Partiamo dalla questione dell’omosessualità. Papa Francesco non ha mai aperto all’omosessualità, come sostengono alcuni “tradizionalisti.” Non ha mai cercato di modificare la posizione della Chiesa cattolica su questo aspetto. Non penso che ne avrebbe nemmeno la possibilità. Al contrario, è stato estremamente sensibile nei confronti delle persone omosessuali, che è cosa ben diversa. E’ arrivato, quindi, ad ammettere che nell’imperscrutabile (alla mente umana) potenza e misericordia di Dio (che è, poi, la base ed il fulcro della religione cattolica) possono essere accolti ed amati anche gli omosessuali. Il che, d’altra parte, è proprio quanto sostiene il messaggio di Cristo, se non viene distorto dall’ottica dell’intransigenza e della (presunta) superiorità morale che si arroga una parte dei credenti. Il secondo esempio riguarda la (ancora presunta) apertura di Papa Francesco sul tema dell’aborto. Anche in questo caso, il Pontefice è ben lungi dal legittimare l’interruzione della gravidanza. Che cos’ha detto – o intendeva dire – invece? Ha lasciato aperta, ancora una volta, la porta della comprensione e della misericordia (che sono caratteristiche proprie del Dio cristiano) nei confronti della donna che ha abortito e che, per questo, vive nel rimorso.

Non mi sembra, quindi, che Papa Francesco abbia rivoluzionato o, addirittura, stravolto i punti fermi della Chiesa cattolica ed i capisaldi della fede. Mi sembra, invece, che, addirittura più del già ottimo Giovanni Paolo II, abbia calcato la mano (pesantemente) sul messaggio di amore, speranza, carità e comprensione che Gesù Cristo ha lasciato e che dovrebbe essere proprio del DNA di ogni cattolico. Invece di lanciare strali infuocati contro preservativi, omosessualità, aborto… Papa Francesco sta provando ad utilizzare un’altra arma per combattere le stesse battaglie, quella della comprensione. Un’arma finora inedita. Un’arma che, magari, non consentirà di modificare la società a livello politico, che non farà cambiare le statistiche ma che, forse, riuscirà a far ricongiungere con la Chiesa cattolica parecchi “peccatori” che non si sentiranno, però, trattati come degli appestati.

Non sono sicuro – lo potremo dire fra qualche anno – che il Pontificato di Papa Francesco consentirà alla Chiesa Cattolica di riprendere quel ruolo di madre e maestra che aveva anni or sono e che, da tempo, sembra avere perso. Per sua stessa ammissione, Papa Francesco non vuole portare il discorso ad un livello “politico” e non vuole continuare a battere il martello sui temi etici ben noti. E, tuttavia, sono fermamente convinto che, se non proprio alla Chiesa, il suo Pontificato farà estremamente bene all’umanità ed alla società in generale, ed aumenterà notevolmente la comprensione e l’amore anche fra persone “diverse” con poco o niente in comune. E in un’epoca in cui di estremisti, tradizionalisti, doppiogiochisti e ipocriti è pieno ogni angolo, un uomo buono e aperto al sincero confronto è, già di per sé, rivoluzionario.


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