
"La differenza sostanziale tra la passerella davanti al Kodak Theatre di Los Angeles e quella del Palais di Cannes durante il festival del porno è una questione di stile: non ho mai visto Natalie Portman sollevare un abito Armani per mostrare ampie fette di culo, o Uma Thurman lasciar cadere una spallina di Gucci per tirar fuori un seno e leccarsi il capezzolo davanti alle telecamere.Il tappeto rosso che porta all'ingresso del Palais è un pullulare di donnine stile tangenziale e uomini impettiti in smoking. La ressa di maniaci poi è alle stelle: allungano mani, chiedono autografi, urlano nomi e secernono quintali di bava come golden retriever durante una battuta di caccia.Per entrare senza dare nell'occhio, decido di infilarmi nel gruppo delle conigliette di Playboy, tutte bionde e parecchio gonfie. In mezzo a loro, nessuno farà caso a me, con i Ray-Ban inforcati e il mio passo felpato e veloce.Mentre le donnine di burro salutano i giornalisti e mandano baci volanti ai fan dietro le transenne, io mi infilo nel Palais, mostrando il mio pass a un gorilla dallo sguardo scuro e severo.Vengo preso in custodia da una hostess che mi guarda disgustata come fossi il peggior maiale della terra: storce il naso, storce la bocca, storce gli occhi. Tutta storta mi accompagna in decima fila e mi lascia al mio destino, senza nemmeno salutare. Brutta stronza, penso, dissimulando il mio disappunto con un sorriso da pubblicità.Per descrivere il teatro non basterebbe il dizionario di aggettivi della Treccani: è grandioso, imponente, maestoso, monumentale, solenne e ufficiale. Perchè c'è poco da fare, questo è il teatro dei teatri.Le stesse poltrone che stasera accoglieranno disinibite chiappe al vento e sederi ancora doloranti hanno ospitato dal 1939 tutti i grandi del cinema."Francesco MuzzopappaUna posizione scomodaPag. 132