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La pelle, la finta pelle, andrò a New York a lavorare io ti assicuro che lo faccio (Cosmesi di un hipster)

Creato il 21 novembre 2011 da Olga

La pelle, la finta pelle, andrò a New York a lavorare io ti assicuro che lo faccio (Cosmesi di un hipster)

Ok, e con questo post metto un punto alla saga (del tutto mentale) sugli hipster.

Spesso mi è stato chiesto: ma che cos’è un hipster? La verità è che nessuno lo sa, perché il vero hipster si dovrebbe un po’ chiudere in se stesso  – a guisa di un emo – e non dovrebbe manifestare la sua essenza promondo, pronatura e proskateboard e procamiciaquadri.

Il punto è che essere hipster è di moda per cui c’è tutta un’estetica e una cosmetica rituale legata al personaggio.

Non posso dirvi che cos’è un hipster ma posso dirvi che cosa fa.

Innanzitutto mi sembra doveroso fare una distinzione tra l’hipster di forma e l’hipster di sostanza; devo ammettere che quando vivevo a Milano ero molto più a contatto con l’hipster di forma, facilmente identificabile e localizzabile in zona Navigli ,  molto meglio se omosessuale; ora che sono a Londra incontro più hipster di sostanza.

L’hipster di forma

Non c’è bisogno che stia io a spiegarvi che cos’è questo tipo di hipster quando Deboscio lo fa doverosamente e meglio di me con le sua fantastiche liste sulla barba e sulla modalità di indossare I rayban – oggetti di culto per gli hipster della prima ora. Ora come or ail vero hipster si compra gli occhiali da vista nobrand, tipo quelli nel negozio dei vecchietti, ai Navigli.

Inoltre, manco da Milano da un bel pezzo: saranno almeno due mesi e non so come le cose si siano evolute in questo tempo.

Posso però dirvi che c’è un pezzo de I cani che esprime alla grande il solipsismo intellettuale e l’angoscia di vivere del tipico hipster – sebbene, ammettiamo, adolescente.

L’hipster di forma è Pro Mac, pro Facebook, inconsciamente apolitico ma manifestamente di sinistra radicale.

L’hipster di forma frequenta Brick Lane la domenica (Londra). Vabbè la pelle, la finta pelle, i collant smagliati, gli stivaletti alla caviglia, gli shorts, il calzino molto alto per l’uomo ecc.

L’hipster di sostanza

L’hipster di sostanza è contro il capitalismo. L’hipster di sostanza può spiegare tutto facendosi delle domande, in un loop infinito ammazza flirt – e si badi, il termine loop si deve al fatto che l’hipster di sostanza è anche un po’ nerd.

L’hipster di sostanza è naturalmente verde; nei casi più programmatici è anche vegetariano, ovviamente biologico/organico e quindi ricco.

L’hipster di sostanza non ha molti vestiti, l’ideale è se può farseli da solo. Diciamo che se è giovane ci tiene anche un po’ allo stile e quindi sforna skinny jinz, flat sneakers, camicie a quadri, magliette a strisce un po’ Cure (bianche e nere), maglioni fatti a mano e bucati. Roba bucata alla grande. Il bianco e il nero sono i colori. (L’azzurro e il rosso più per l’hipster di forma).

Naturalmente ricciolini, berretto e baffi. Le donne invece hanno il cipollotto alto (l’ultima settimana della Moda ha del resto imposto la coda di cavallo, e la risposta hipster è un cipollotto di capelli)

Quasi quasi Brecht,  ma ancora di più libri di politica. Materialismo storico, un accenno allo Strutturalismo, Heidegger, parole crociate in cucina,  manuale di giardinaggio per terra, sulle scale. Gli esistenzialisti in bagno, e per questo non possiamo assolutamente biasimarli, e anzi, quasi quasi siamo a rischio di innamoramento. Il bagno è a luci rosse (questo anche per gli hipster di forma).

L’hipster di sostanza non vuole le cose, e non vuole tante cose. L’hipster di sostanza ha un mac, in genere, ma si sente molto frustrato per questo, e infatti nei casi più estremi scaraventa la mela per terra e si costruisce una capanna open source con tanti e tanti tweet.

A differenza di quell’ambiente un po’ chic degli anni 70′, fatto di tanta promiscuità, loro vogliono veramente e seriamente cambiare il mondo. Cioè non è gente che va alle manifestazioni per scopare.

Frasi che solo un hipster può dire:

Mamma mamma mi sono inamorata di un hipster!

Mi è semblato di vedele un gatto (auguli)

Avete mai visto Portlandia? Ecco, quello dovreste vederlo. L’hipster di sostanza e di forma si incontrano in una mirabile, sottile, ben articolata e geniale presa per il culo.

Ma veniamo alle immagini pregnanti (dimenticavo: essere asiatici è una gran cosa per gli hipster di ogni sorta, si badi bene con tutto il rispetto):

La pelle, la finta pelle, andrò a New York a lavorare io ti assicuro che lo faccio (Cosmesi di un hipster)

Un bagno pieno di oggetti per creare – a luci rosse.

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Vad al parco e leggo David Foster Wallace. (I cani)

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Sono al mio nono master

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Vabbè la borsa gialla, l’ankle bootie, i collant smagliati, lo spinato, il bianco e nero, il giubbino di jinz. Grazie di esistere.

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L’immagine di sè che mette ansia. (I cani)

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il cipollotto

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Spietato e inesorabile lo sguardo maschile, soprattutto in un liceo del centro. (I cani)

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Nerditudine

La pelle, la finta pelle, andrò a New York a lavorare io ti assicuro che lo faccio (Cosmesi di un hipster)

Un Mac, degli occhiali e un letto. Una vita fatta di solipsismo intellettuale.

La pelle, la finta pelle, andrò a New York a lavorare io ti assicuro che lo faccio (Cosmesi di un hipster)

Gesù di fronte a un Mac.

La pelle, la finta pelle, andrò a New York a lavorare io ti assicuro che lo faccio (Cosmesi di un hipster)

Io sono una persona libera, alla fine.


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