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La pigrizia, in certi casi

Creato il 08 luglio 2011 da Fabio1983
L’omicidio di due giorni fa a Roma, quello di Flavio Simmi che ha riesumato gli antichi fasti della Banda della Magliana, è un triste evento che però appassiona non solo gli amanti del genere (perdonate il cinismo, ma ve ne sono eccome di assidui lettori di nera). La vicenda, infatti, può essere analizzata finanche da un punto di vista mediatico. Il motivo è spiegato già nelle prime righe di questo post: la rievocazione della Banda della Magliana, resa tanto più “necessaria” dal tempestivo arresto di Enrico Nicoletti, ieri mattina. I giornali hanno rovistato nel passato di questi personaggi che avrebbero trascorso la loro vita tentando di irretire i boss, i gregari e i sodali della famigerata organizzazione criminale romana. Nicoletti stesso viene etichettato in qualità di boss della “fu bandaccia”, lui che invece ne era stato il “cassiere”. O almeno così lo avevano presentato le cronache in altre occasioni. Simmi, invece, era il figlio di un uomo che avrebbe avuto a che fare con i capi storici, ma che poi fu assolto da ogni accusa. I media, dicevamo, si sono immediatamente lanciati in voli pindarici: il nuovo Romanzo criminale di qua, la Banda che prosegue le sue scorribande di là. Quando il 4 giugno del 2009 fu assassinato Emidio Salomone ad Acilia, molti quotidiani titolarono dipingendolo come “l’ultimo boss della Magliana”. Ultimo anche se, di tanto in tanto ancora oggi, riaffiorano capi vecchi e nuovi. Tanti giornalisti, pigri, purtroppo piene ne sono le redazioni, preferiscono “giocare” con questi archetipi piuttosto che indagare e cercare degli elementi che conducano il racconto degli avvenimenti in direzione di un qualcosa che vagamente possa apparire plausibile e verosimile. Non è una critica specifica, ma generalizzata. Cosicché gli articoli di cronaca, sebbene scritti egregiamente, risultano approssimativi o, a loro tempo, zeppi di errori.

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